Venta Protesix – Loneliness and Deviancy

È inutile girarci attorno, quando sento un disco del nostrano Venta Protesix, il mio pensiero va subito alla masturbazione e ai calzini sporchi di sperma seccato nel tiretto della biancheria pulita.

E quando nella casella mail mi ritrovo in anteprima un suo disco, penso al precum che sporca il glande durante una sana sega… e penso “perché?”.

Mettere un titolo qui

venta protesixAppunto, perché dovrei recensirlo? Anzi prima ascoltarlo, poi recensirlo e infine invogliarvi ad ascoltarlo? Per la stessa ragione per cui mi masturbo ogni giorno: nessuna.

Per me masturbarsi è un gesto così naturale da trovarlo quasi scocciante. Mi masturbo per inerzia, ergo ascolto noise per inerzia.

E anche ascoltando l’ultimo Loneliness and Deviancy, ho intravisto in quei suoni il rumore del mio ultimo hard disk defunto. Quanti porno è stato capace di archiviare prima che lo streaming prendesse il sopravvento. Se avesse potuto parlare, questa sarebbe stata la sua voce: la voce della mia masturbazione.

Eppure dietro a una masturbazione compulsiva si nasconde anche una forte depressione, come anche dietro a un ascolto continuo di noise si nasconde qualcuno con seri problemi al cervello? Allora mi stupisco come le mie braccia non siano ancora legate da una camicia di forza.

Italo spesso racconta di come i suoi album siano anti-musicali, un po’ come a dire che dietro la masturbazione non può esserci pornografia. Eppure la rete ha una categoria a parte per chi si masturba, che sia uomo o donna. Quindi o lui si sbaglia, o ci siamo sempre masturbati sui video sbagliati.

Eppur qualcosa suona

venta protesixEppure grattando tra i vari strati di rumore bianco si sente qualcosa, d’oriente anche questo sua grande passione. Qualcosa di vaporwave o di chiptune. E già lo sento storcersi un testicolo per il mio affronto. Dirgli che lui sia capace di suonare è come parlare di castità con Rocco Siffredi.

Eppure lo dissi già col precedente Endless Incapacitating Discomfort che qualcosa di musicale c’era. Ovvio non sto parlando di Mozart, o qualcosa che un metallaro ascolterebbe mai. Però se Russolo col suo futurismo viene insegnato nelle scuole, chi vi dice che nel tremila qualcuno non si masturberà guardando i miei video vestito da cavallo?

Insomma dovevo parlare di un disco credo. E allora diciamo che Loneliness and Deviancy è come masturbarsi  con la mano non dominante. Ha un retrogusto strano, come la prima timida sega che ti viene fatta da uno sconosciuto.

Ricordatevi solo di pulirvi le macchie biancastre col calzino.