Il doom metal è uno dei generi più oltranzisti che ci siano. I ragazzi di Metal Mirror l’hanno paragonato all’espressionismo, se non ricordo male. Leggete l’articolo, è intrigante, come del resto tutto quello che pubblicano. Oltranzismo, nell’accezione sdanghera significa indolenza, testardaggine e un pizzico di fancazzismo furbetto. Perché diciamolo, il doom di oggi è davvero la morte della mente. Non ci sono idee creative, a parte la dilatazione dei pensieri di Tony Iommi e c’è una grandissima confusione anche a livello di definizione. Se volete schiarirvi le idee su cosa sia essenzialmente il doom, andate a leggervi le venti illuminanti righe di Salvatore Fallucca su Classix Metal numero 15. Se pensate che doom siano essenzialmente i Cathedral, allora ne avete bisogno.
In ogni caso, ecco dieci cose che NON dovreste assolutamente fare se decidete di mettere su una doom metal band e non finire subito nello sciacquone delle recensioni impossibili.
1. Basta con l’imitare i Black Sabbath. OK, sono stati forse la prima band heavy metal al mondo, non che progenitori del doom, merito anche di pezzi come Electric Funeral, uno dei primi veri esempi di doom metal nella storia del metallo. Però basta. Siamo tutti fan della chitarra di Iommi, ma non significa che per fare doom metal bisogna risuonare all’infinito quei pezzi che furono incisi quanto… quarant’anni fa?! Una cosa è una scelta involontaria, come i figli che involontariamente emulano i gesti dei genitori, un’altra e farlo volutamente. Se amate i Sabs, li imiterete a prescindere. Copiarli come fossero la legge vi porterebbe a una reiterazione che non trasmette più nulla a nessuno. Quindi smettetela.
2. E sopratutto non evitate di inventare qualcosa di nuovo in nome di sedicenti principi ortodossisti. Sono anni che le band doom metal non inventano niente di originale. Se non hai idee, puoi sempre fare doom. Basta con questa cazzata. Inoltre il doom è uno dei sottogeneri che nel corso degli ultimi quindi anni è stato sottoposto a più contaminazioni. Peccato che l’abbiano fatto scopare con fratelli e cugini, invece di portarlo a spasso fuori, in salubri zone del rock e del pop. Sludge, Drone, Black, Death… Qualche nome rivoluzionario l’abbiamo avuto anche in questi connubi incestuosi, ma sono gocce in un oceano di banalità. Rivoluzione oggi è solo utopia? Eppure i Sunn O))) ogni tanto ve li sentite, ma quanti realmente, partendo dall’esempio del loro primo album sono stati capace di costruire un nuovo progetto drone doom, senza cadere nell’ovvio e nell’imitazione pedissequa?
3. E basta poi con mettere la parola doom ovunque. Abbiamo capito, fate doom metal. Parlate di destino e cazzi vari, però basta usare ovunque la parola doom. Doomsword, epicus doomicus metallicus, toilet of doom, in the doom we lost, mirrors of doom, last dooms day, doom. Abbiamo capito. Fate doom, vi piace il doom, siamo tutti doom… basta.
4. Quindi basta anche parlare solo di morte. Qui si tocca un nervo scoperto, secondo noi. È vero che il doom non parla solo di morte e disperazione, ma chi si avvicina al genere ha come concezione di base che il tema principale sia quello. Ammetto anche io (cavallo goloso) che nella mia adolescenza credevo che il doom fosse un genere funereo. Va beh, ascoltavo spesso i My Dying Bride, per dire, però non si può generalizzare uno stile musicale su un unico tema. Tutti quanti moriremo, ma non credo che il death metal parli solo di morte e splatter. C’è molto da odiare in questo vivo mondo, quindi invece di parlare della sua fine, perché non provate a discutere di ciò che accade in quell’istante tra il primo schiaffo del dottore e la cirrosi epatica che vi porterà via?
5. I Saint Vitus fecero la cover viola, ma questo non vuol dire che… che anche voi potete fare lo stesso. Il viola è un colore ridondante nel teatro e nel cattolicesimo. È il colore della quaresima, della morte di Gesù e dei teatri chiusi, ma questa cosa la sappiamo sopratutto noi italiani. Quindi il viola è un colore doom. È il colore della morte di Cristo. Bellissimo, davvero… però non è che la mia libreria debba diventare una bandiera viola solo perché siete creativamente dei daltonici. Peter Steel per distinguersi usava il verde. Ecco, siate come Peter Steel: morite.
6. Basta usare teschi e serpenti. All’epoca i nostri avi bevevano l’alcol dal teschio dei propri nemici mentre accarezzavano serpenti addomesticati. Ovvi che voi al massimo il teschio lo comprate su EMP, mentre il serpente ve lo photoshoppate… perché povere bestie, non possiamo rimuoverle dal loro ambiente. E volete anche essere presi sul serio? Davvero?
7. Basta foto al cimitero. E ritornando al discorso funereo, potreste smetterla di fare foto al cimitero? Forse era figo farlo trent’anni fa’ circa, non lo nego. Ricordate quando eravamo ragazzini, aprivamo la rivista e vedevamo le band death metal e doom metal in posa su una lapide dell’800? Era la cosa più assurda della nostra vita, vero? Dove hanno trovato quel cimitero? Come fanno a non temere l’olezzo di morte e sfiga che arieggia attorno a quel luogo sacro? Anche io vorrei essere figo come loro, avrete pensato da pischelli. Ecco no, non lo sarete mai. Innanzitutto perché ci vogliono una buona posa e un buon fotografo più bravo di vostro cugino, e poi perché, detto tra noi, quello era un periodo storico preciso in cui presentarsi in pose doom di fronte a una lapide aveva un significativo fresco più che freschino, ma oggi? Oggi vale ancora la pena mettersi per l’ennesima volta davanti alla lapide di proprio zio morto due anni fa? Certo, gli avevate promesso che avreste fatto qualcosa insieme a lui per il vostro progetto, ma la cirrosi se l’è portato via prima. Ecco, perché invece non gli dedicate un bel pezzo? Magari un brani che parli di come ha vissuto male, invece di come è morto peggio. Rivedete il punto quattro.
8 – Basta usare la voce in growl. Ma se proprio non potete farne a me, allora basta usare SOLO la voce in growl. Chi vi ha detto che nel doom non si può cantare anche in clean, e soprattutto chi vi ha spiegato che non si possano alternare diversi stili vocali?
9 – Basta con tutta questa depressione. Il Doom dovrebbe spaventare, non deprimere. Pensate tanto alle origini, ai Black Sabbath, e poi vi sfugge il concetto che sta alla base del Doom. Parafrasando Richard Benson: dovete spaventare! Il doom fa paura, la passeggiata al cimitero per voi dovrebbe risolversi come in un film di Romero e non come in uno di Todd Solondz. Del resto noi vi consigliamo di ispirarvi al nostrano Claudio Caligari (che tanto per cambiare è pure R.I.P.).
10 – Smettetela di pensarvi Doom. Siatelo ma non fate in modo di esserlo. Pensate che i gruppi come Trouble, Saint Vitus, Witchfinder General, Pentagram e via così, pensassero tutto il giorno a come riuscire a essere più doom di tutti? Facevano le loro cose, ispirati dall’amore e il senso di sicurezza paterna che gli davano i Black Sabbath. Ma non solo, ovviamente. Se elencare quei nomi vi produce senzazioni diverse e non l’idea di un unico blocco di granito, forse è da lì che potete partire.
10bis – Smettete di pensare al doom come una cosa lenta. Non è che più lento significa automaticamente più doom. La lunghezza dei brani e le ritmiche dilatate vanno motivati, non bisogna crogiolarcisi.
Fare doom non significa licenza di uccidere i coglioni della gente!