Di cosa parliamo quando parliamo di Doom, Proto-Metal e altre etichette!

Domenica mattina ho avuto un interessante scambio di idee con il mio stimato collega Giovanni Loria. Lui è una delle firme di punta di Classix (e Classix Metal) e un grande conoscitore della storia dell’heavy metal. E non del metal e basta, sia chiaro! “Perché bisogna fare un distinguo”, dice lui. L’heavy metal è un genere musicale nato e morto nell’arco di dieci anni circa, mentre il metal e basta è una porcheria che ancora oggi sopravvive e su cui io piscio volentieri sopra. Ecco, vai così Giovanni! Ehm… Io sono d’accordo nel fare il distinguo storico ma non sull’attività urinaria che lui pratica nei confronti di ciò che poi il metal è diventato dal 1992. Immagino che molte delle nostre divergenze siano soprattutto dovute al fatto che apparteniamo a generazioni differenti. Inutile discuterne. Per me Paradise Lost, My Dying Bride, Dream Theater, Tiamat e così via, sono grandi gruppi metal e li adoro. Lui assolutamente no. Del resto Giovanni è in fissa con roba tipo i Brocas Helm e i Granicus e io per lo più gruppi così di nicchia del vecchio hard rock e metal li ascolto con rispetto sì, ma anche una buona dose di perplessità. “Aspetta, chiarisco una cosa. Negli anni 90 sono usciti dischi heavy tradizionalisti di buon livello, ma se parliamo di heavy metal fondamentale dobbiamo rivolgerci agli anni 80, sia chiaro”

Insomma, parlando con Giovanni sono venute fuori alcune interessanti considerazioni, in gran parte sue, su alcune etichette metallare di oggi e di come sono usate con la convinzione sbagliata. Chi dice Southern o Doom, è convinto di indicare un certo tipo di metal ma sbaglia. Per moltissimi metallari, causa ignoranza, confusione etilica e cattivi maestri (e qui potrei aggiungere nomi al carnet di quelli che mi vorrebbero estinto) hanno finito per significare tutt’altro.

1 – Doom (Metal?)

southernGià nei giorni scorsi, a proposito dell’articolo sul Doom ho citato l’articolo di Salvatore Fallucca, uscito su Classix Metal numero 15. Lì si spiega cosa è davvero il Doom Metal. E Giovanni Loria ribadisce il concetto a riguardo. “C’è una premessa sbagliata di tutte queste band dei primi anni 90 che si spacciano per doom ma cantano in growl. Usano questo tipo di canto perché vengono dal death metal ma con il vero doom non hanno nulla a che spartire”.

Fallucca dice che il doom è nato per spaventare il pubblico e che non necessariamente abbia votato alla lentezza i propri ritmi. Oggi contribuisce (o più che altro rispecchia) questa concezione caotica e bastarda di cosa sia o meno il doom gente come Eduardo Vitolo, che pur molto bravo, nel suo ultimo libro Children Of Doom (Tsunami) ha infilato nel calderone del doom anche esponenti dello sludge, il death e altre realtà contaminate e mal-definite, che rispetto al vero doom (non esiste il doom rock e quindi non ha senso specificare che è metal) non c’azzeccano proprio. doomEduardo suo malgrado ha avallato teorie sbagliate su cosa è il doom dice Giovanni Loria. Nel vero doom c’era anche del freakettonismo anni 70 (vedi i Saint Vitus) che le band estreme come Paradise Lost e My Dying Bride non possiedono. I Cathedral sì, ma con quel growl pisciano comunque fuori dal vaso del doom.

Ormai chi pensa di metter su un progetto doom pensa a voci cavernose e ritmi lentissimi, aggiungo io, musica rarefatta e depressiva che più di suscitar brividi produce noia e tristezza.

2 – Power Metal

Un altro genere che per via dell’evoluzione di un gruppo ha finito per smarrire la sua iniziale accezione è il power metal. Negli anni 80, quando il power metal era esattamente quello che era, a designare band americane quali Metal Church e Armored Saint (ma persino i primi Anthrax e Metallica) anche un gruppo texano di nome Pantera iniziò da lì. Il primo album con Anselmo alla voce si chiamava proprio Power Metal.

power

Poi la band prese una strada molto diversa che la fece conoscere in tutto il mondo, ma si trascinò dietro la definizione “power” che intanto, causa mutamenti del mercato, finì praticamente di avere esponenti di riferimento. C’era già una gran confusione tra i giovani metallari degli inizi anni 90, affacciatisi sul mercato quando usciva Vulgar Display Of Power. L’uso della parola Power, ancora in un titolo di un loro disco,  peggiorò la situazione. E andò a finire che molti dicevano: i Pantera sono power metal e pensava a roba come This Love o Fucking Hostile.

power
Metal Church

A decretare la totale perdizione di questa etichetta è stato il boom ipermelodico e ultra-speed tedesco degli anni 90. Nati come fusione di Accept e Maiden, gli Helloween non venivano chiamati power negli anni 80. Lo divennero nella decade successiva, quando centinaia di band, in tutta Europa, iniziarono a tributarli con album nati e morti alle falde dei due Keepers.

L’exploit di Hammerfall, Blind Guardian e Stratovarius, più i gruppi italiani come Rhapsody e Labyrinth, hanno finito per accaparrarsi per usucapione il termine power ormai non più usato in U.S. Oggi se vi dicono power metal voi non pensate agli Helstar di Nosferatu o i primi Fates Warning di Awaken The Guardian, ma Visions degli Stratovarius e Legendary Tales dei Rhapsody. Vero o no?

Sul power e il doom ci hai preso, aggiunge Loria, che di suo avrebbe molte altre definizione da rimettere al loro posto. Gli lascio la parola. Sentite cosa ha da dire. Riguardo il power metal specificherei ancora di più. Come genere è stato definito all’inizio, quell’heavy metal fatto di solito da gruppi americani, che era più intricato rispetto all’heavy classico dei Priest e degli Accept. Aveva una scrittura un po’ più complessa, senza essere progressivo e sempre molto potente. Quindi Metal Church, Omen, Liege Lord, Jag Panzer… Non possiamo parlare di progressive metal, né di thrash metal, però un metallone non proprio squadrato della prima scuola inglese.

3 – Southern Metal

southern
Marshall Tucker Band
hellyeah
Hellyeah

Un altro genere non messo bene a fuoco è il Southern Rock. Anche perché quando un metallaro ne parla, non sa neanche cosa sia davvero. Questo termine Southern, evirato dalla prosecuzione rock, l’ho sentito usare in situazioni che mi hanno lasciato letteralmente basito. Ti dico solo questa. Una volta andai in un centro sociale a guardare i Fingernails, e ti puoi immaginare quale fentenzia di gruppi di supporto ci fossero. E tra questi, parlando con un tipo gli domandai che musica avrebbe suonato con la sua band quella sera, lui (immaginatelo con l’inflessione alla Verdone di Troppo forte) rispose: “ma guarda, noi famo sautherrrnn!
Poi ho capito che per molti il Southern è il genere alla Pantera. Il cosiddetto groove metal. Quando è ovvio che con Southern Rock (e basta, altro che metal!) parliamo di gruppi anche molto differenti tra loro, ovvero Lynyrd Skynyrd, Allmann Brothers Band, Marshall Tucker Band, compresi poi quelli dell’ala più dura che piacevano anche ai metallari d’antan, tipo i Blackfoot o i Molly Hatchet.

southern
Allman Brothers Band

zakkBeh, riprendo io, a volte chi parla di Southern pensa anche a Zakk Wylde. E Loria conferma: In quel caso non è così grave, perché in tempi non sospetti, quando Zakk era ancora solo il chitarrista di Ozzy e gli fu chiesto chi fosse il suo gruppo preferito, lui rispose gli Allman Brothers. Allora non andava di moda sbandierare una passione “sudista” e lui invece la dichiarò. Del resto nel primo album solista e nel disco Pride & Glory c’è molto di quella vena southern rock che dico io. Purtroppo Zakk Wylde è come Blackmore con il progetto insieme alla moglie o Gary Moore col blues. Nel senso che hanno fatto successo uno con i Black Label Society, l’altro con le cagatine finto folk e il terzo i dischi blues e quindi per venti anni sono in qualche modo stati costretti a tirare avanti in quel senso.

Beh, quando si parla di southern in realtà si pensa proprio a quei riff ribassati, pieni di fischioni e a cazzo duro che Zakk rivende con la Black Label, non certo la roba di Book Of Shadows.

Pomp e AOR

Esatto dice Giovanni, ma se ti dicessi che i generi non messi a fuoco fossero solo power, doom e southern sarei troppo ottimista. Pensa che una volta mi sentii definire AOR i Ratt. In un altro libro Tsunami intitolato I 100 migliori dischi AOR, gli autori, Cristiano Canali e Gennaro Dileo, inseriscono i Def Leppard di Hysteria. E non credo ci sia un solo metallaro di quelli che scribacchiano sulle webzines che abbia chiaro in testa cosa sia il Pomp. A parte che il Pomp Metal è lo stesso discorso del Southern Metal: sono generi maldefiniti che nulla hanno a che vedere con le matrici originali. Via il metal, per carità. Il Pomp però è, per come lo definisco io, il mitico luogo d’incontro tra la melodiosità dell’AOR e l’avventurosità del progressive. Il Pomp è un suono sicuramente molto “tastieroso” ma che non è leggero come l’AOR né ambizioso come il prog. L’AOR è musica fondamentalmente, ma non sempre, fondata su riff di tastiere zampillanti. Per farti un esempio perfetto, prendi la canzone Runaway dei Bon Jovi. E si può parlare di AOR muscolare quando ci sono assoli di chitarra di una certa importanza. Penso a Neil Schon dei Journey.

4 – Prog Theater

progQuando invece si parla di prog, buttarci in mezzo i Dream Theater accanto a Genesis e Gentle Giant è una bestemmia. I DT sono un gruppo metal e basta. Hanno una complessità e pretenziosità di scrittura avvicinabili al prog, ma il suono è metal. E il suono fa il genere, non solo le strutture. Uno che negli anni 70 andava al Brancaccio a vedersi gli Yes o i Jethro Tull avrebbe l’orticaria a sentire i Dream Theater, con quelle chitarrone e la produzione bombastica. Infilandoli nel prog si finisce solo per alimentare confusione.

5 – Proto Minchia

Un altro “genere” che viene usato ad minchiam, come spesso fai notare tu, è tutto quello che è “Proto”. Certo, dice Giovanni Loria, questa parola è messa davanti a rock, metal, hard rock… facendone a tutti gli effetti dei sottogeneri basati sull’ignoranza e sul nulla. Ci sono dischi del 70/71 che vengono definiti proto-hard rock senza senso.

GranicusRicordo una volta su facebook ho tirato le orecchie a un tipo che sotto la condivisione di un disco dei Granicus uno mi scrisse (sempre voce alla Verdone, ma stavolta più il personaggio dell’hippie): “questo è un grande disco de proto-hard rock!” E io gli risposi: “scusa, perché proto-hard rock? Questo è un grande disco di hard rock e basta. Non è che anticipa vagamente, fa intuire che sta per arrivare l’hard rock al galoppo, cosa che potresti dire su dischi di fine anni 60. Quello è un album di hard rock fatto e finito. E lo stesso vale per il proto-metal. Non c’è nulla di proto-metal nell’ascolto di album dei Thin Lizzy, Rainbow, Nazareth. Sono dischi di hard rock e basta.

proto
I Proto Judas

Il proto-metal è quello in cui magari le composizioni possono essere metal ma i suoni no. Esempio tipico sono i dischi anni 70 dei Priest. Dal secondo, Sad Wings Of Dastiny fino al terzo Sin After Sin, che ha grossi problemi di produzione, e Stained Class sono lavori di proto-metal perché la scrittura anticipa quello che poi sarà l’heavy metal propriamente detto ma il sound e la produzione sono ancora ancorati a standard anni 70. La produzione i Priest la trovano su Hell Bent For Leather e ancor di più British Steel. Ribadisco il ruolo importante di una produzione per definire e delimitare storicamente i generi. Io posso anche suonare un riff alla Where Eagles Dare, ma se lo faccio con una chitarretta semi-distorta alla Oasis non sto suonando heavy metal ma qualcosa di alternative.

mountain
Mountain

Altro esempio di proto usato a cazzo riguarda i Mountain. Loro pure non sono proto-hard rock. Sono hard rock e basta. Immagino che la confusione nasca per colpa di quegli ingenui che considerano la nascita di questo genere a partire dai Ratt e Motley Crue in poi, cioé quello che invece sarebbe il metallo leggero. Se gli capita di sentire una canzone tosta ma degli anni 70 allora è proto hard rock. Ma per favore! Il termine proto va usato con estrema parsimonia.

Per molti versi sono d’accordo con Giovanni. Ma soprattutto mi piace il suo stile. Spero ancora di averlo ospite a Sdangher. Intanto vorrei sapere da tutti voi cosa pensate delle sue considerazioni riguardo l’inesattezza dei generi intorno al metal di oggi (e di ieri).