Parliamo un attimo di quello che è successo ultimamente ai fan di Ozzy Osbourne. Il singer ha messo in vendita a settembre 2018, i biglietti per i concerti del 2019. Ultimo tour (l’ennesimo dal 1991 che ne promette) insieme ai Judas Priest. E ti pare, la gente ha acquistati i ticket in gran numero e quelli dei settori più importanti sono andati sold-out. Poi purtroppo le date sono state spostate di un anno, dal 2019 al 2020. E ora il tour di addio di Ozzy è stato spostato dal 2020 al 2021. La domanda che ci poniamo è questa: se nessuno ha chiesto il rimborso dei soldi spesi per i biglietti comprati nel 2018 e gli organizzatori, in questo caso Live Nation, si ritrovano a tenere in banca tutto questo gruzzolo di soldi incassati nel 2018 per un concerto del 2021, non ci guadagna una discreta cifra in interessi senza far nulla? Ovviamente non pensiamo che questa sia una tecnica per fare la cresta sui soldi delle band da parte degli organizzatori. Ozzy è ormai un uomo di una certa età, dopo una vita che avrebbe estinto un bufalo. Ci sta che rimandi i concerti per infezioni, lussazioni, ictus e quant’altro… ma chi acquista i biglietti quasi tre anni prima del concerto cosa fa? Richiede indietro i soldi o li lascia nelle mani di chi glieli ha venduti e incrocia le dita sul biglietto?
Di sicuro incassare i biglietti tre anni prima per vedere un concerto è segno dei tempi (come per Keller lo è il contratto della Napalm per i Nanowar). Anche un nuovo tour dei Black Sabbath condurrebbe a situazioni simili. Pretendere da band di una certa età, in condizioni di salute precarie, di pianificare tour un anno prima, crediamo che porterà a queste posticipazioni assurde, con gente che magari si rivede tornare indietro i soldi dopo cinque anni dall’acquisto del biglietto.
Povero Ozzy, dopo secoli che dice addio, ecco la vecchiaia a farlo per lui, con acciacchi e incidenti vari. Immaginiamo non sia facile per gli organizzatori come la Live Nation gestire il meraviglioso mondo del Gerontometal.