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Greta Thunberg una di noi – Il mondo del metal ha deciso di adottarla?!

Feel these smelter fires burn – Don’t Care, Obituary

Greta Thunberg ha fatto il famoso discorso all’ONU e il mondo si è diviso (tanto per cambiare). Si divise quando arrivò Gesù. Lo fece con Socrate, con Gandhi… cosa ci aspettiamo ora da Greta? Poi in tempi come questo, fatto di meme più che di argomenti. Oggi non sopravvivono più neanche Anna Frank e Don Bosco. Per carità, a Sdangher siamo convinti si debba scherzare su tutto, ma un conto è la battuta, uno lo smerdamento di un personaggio mediatico solo perché è mediatico, e di conseguenza pilotato dalla solita gente cattiva con degli interessi.

Non voglio entrare nel merito di chi ci sia dietro Greta e quanto il suo messaggio trasmesso alle nuove generazioni possa far bene o far niente. Di sicuro però ho maturato presto una simpatia per la ragazzina. D’accordo, non ride mai. E non è una scelta, ha la sindrome di Asperger. Ma anche non l’avesse, cosa cazzo ci starebbe da ridere quando vi dico che dobbiamo salvare il nostro pianeta o finiamo nella merda tutti quanti?

Il mio messaggio è: vi teniamo d’occhio – Subhuman Abominations, Greta Thunberg’s band

Greta è come l’erede di una grande casa. Sa che le spetta e la rileverà appena noi ce ne andremo in alto nel cielo con i fumi delle fabbriche. E ovviamente pensa a come gliela lasceremo. Uno schifo. Pretende un mondo migliore da noi adulti. Da chi può ora fare qualcosa. Anche se fa più lei che migliaia di noi grandi, che ce ne stiamo su facebook tutto il giorno a inventare battute per neutralizzare il suo messaggio. Ma è veramente il suo? Oh, va beh…

Dicevo, ho una simpatia istintiva per Greta e nonostante l’ambiente metal abbia già dato il via a una serie di parodie, prima death e poi black, non ho avvertito il desiderio di tirarle merda. Erano giochi innocui e Greta l’ha capito, infatti ha salutato il successo virale dei video con la battuta che si butterà sul death metal, male che vada.

Piero Pelù, che metal non fa ma in fondo metallaro è, si è mobilitato subito per infilarla in un suo disco.

Opportunista? Furbetto? Don’t Care.

Toxic waste, generations harvest/Carbon dioxide in the air/That we breathe/In the air that we breathe! – Global Warming – Evil Dead

E potrebbe essere il posto giusto per amplificare il suo messaggio, in futuro, chissà. Il metal combatte la sua battaglia da trent’anni. Dai tempi dei Kreator, passando per gli Evil Dead e gli Obituary. Siamo i paladini delle cause perse. Parliamo di riscaldamento globale da un pezzo e per quanto ormai certi testi sul nucleare e sull’inquinamento siano diventati maniera, stereotipi del retro-thrash metal che oggi va in giro, crediamo a ciò che urlano Mille Petrozza e John Pardy. Il mondo va salvato e solo noi uomini possiamo riuscirci. I pochi folli che hanno in mano il mondo, non possono capire che quello che stanno facendo ammalerà i loro nipoti e manderà in cancrena l’intera umanità. Queste persone hanno l’empatia di un Ted Bundy con le sue vittime. Chiedere a un Bundy formato industriale, impertatore della finanza, di aiutare le donne che ha appena assogettato, sarebbe inutile.

I grandi potenti ci guardano col cazzo in mano. La fica del mondo è aperta e noi gli diciamo, non infettatela con il vostro seme marcio. Col cazzo, ci rispondono e poi giù a eiaculare. Greta è una bimba. Affronta il mondo con forza, contro tutto e tutti. E questa è la logica dei metallari. Abbiamo eroi così. William Wallace (Signorelli dice che era meno eroe di quello che racconta il cinema, ma il punto non è questo). Voglio dire, siamo con i Cristiani che dominano il mondo ricco o con i vichinghi che muoiono di fame al nord e affrontano il mare disperati in cerca di cibo?

Controlled by violent brains/The population has to pay/Doomsday has returned/As the world burns  – Terrible Certainty – Kreator

Ecco perché Greta è una di noi. Ed ecco perché saremo pronti ad accoglierla se mai volesse trasportare i suoi comizi in un contesto più rumoroso e ritmato.

Vi lascio con il grande Pino