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Quando i miti crollano – Tutti gli errori e le scelte “troppo umane” dei super eroi del metal!

Quello che tanti metallari non riescono a capire è che in fondo il metal non è solo musica, ma anche attitudine. Siamo affascinati da certe figure del nostro genere preferito: Lemmy, Angus Young, Steve Harris, Geoff Tate… dico un po’ di nomi, i primi che mi vengono in mente.

Sono come dei modelli a cui, da adolescenti finiamo per ispirarci. Degli amici, degli zii. Creiamo una specie di relazione con loro fatta di fantasia, canzoni, sogno, abitudine. Ci sembra di conoscerli. Eppure non sappiamo chi sono realmente. Quando magari Mustaine dice qualcosa che non ci piace, tendiamo a giustificarlo o reagiamo male e finiamo per mandarci in culo non solo lui, ma in automatico anche le sue canzoni.

Mustaine non ha fatto nulla di male, ha detto ciò che pensava ma “il Mustaine” che amiamo noi, una cosa del genere sugli stupri (argomento controverso a caso) non avrebbe mai dovuto dirla!

Un po’ come avviene con un amico che ci ha deluso. Ci ha deluso perché non è come DOVREBBE essere, ovvero come NOI abbiamo bisogno che sia.

Iniziamo ad ascoltare metal da adolescenti, quando siamo malleabili, fragili, in cerca di figure di riferimento, dei padri, dei fratelli maggiori…

i personaggi del metal sono i nostri punti di riferimento. Cresciamo in loro compagnia. E quando accade qualcosa che ci fa accorgere di colpo che non sono così fichi, così infallibili… beh, una parte di noi reagisce in modo drastico, infantile.

A quel punto possiamo fare due cose: voltargli le spalle totalmente o crescere e renderci conto che quello che conta è la musica, certo, ma…

Un buon disco è già abbastanza, fanculo il resto. Ma senza “quel resto” di fascinazione, di idolatria, di immaginazione intorno a certi nostri eroi metallici, la musica da sola finisce per non essere più questo granché, purtroppo. Abbiamo bisogno di super-uomini che facciano una super-musica.

Partendo da questa riflessione nata sulla pagina facebook di Sdangher abbiamo finito per sviluppare un piccolo elenco di tutte le volte che i nostri miti hanno fatto qualcosa che non dovevano fare e ci sono crollati, scatenando in noi un senso di dolore e inevitabile crescita.

E a propisito di crescita…

Ogni metallaro si sente dire almeno una volta nella vita che è ora di smetterla con questa musica e decidersi “a crescere”. Ovviamente è una scemenza. Cosa c’entrano i gusti musicali con la maturità? Conosco uomini molto infantili che sentono Jazz o Mozart. Non significa un cazzo ciò che senti rispetto a quanto sei in gamba come persona. Anche se bisogna ammettere che il metal arriva presto per quasi tutti. A dodici, quindici anni lo scopriamo e ci fottiamo la testa (nel senso buono) per quel tipo di musica lì. E un processo di crescita, negli anni, avviene. Spesso le tappe più traumatiche sono legate proprio a qualcosa che non vorremmo sapere intorno a quelli che definiamo modelli di riferimento.

Un bel giorno ci rendiamo conto che non esistono miti di carne, che siamo tutti umani. Ed ecco, magari in quei momenti, anche il metallaro diventa un po’ più grande, nel migliore dei casi. Prego con la via crucis del calvario mitologico metallico, quando al contrario di nostro Gesù, la carne inizia a vivere e il miracoloso si sfracella in una cristalliera di speranze inossidabili.

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Peter Steele e le foto su Playgirl – Il fu bassista e cantante dei Type O Negative, durante il periodo più “roseo” della storia della band, pensò di concedere un servizio fotografico nudista su una rivista per donne adulte, Playgirl. A parte che da quel momento ottenne l’incondizionato appoggio della comunità gay e poco altro, le foto misero in difficoltà i fan dei Type O Negative e portarono il nome della band in contesti da gossip che non si addicevano proprio a Steele. La verità venne fuori dopo qualche anno. Interrogati su quel fatto, gli ex comprimari di Pete dissero che lui arrivò in sala prove dicendo che aveva ricevuto una proposta da una rivista per delle foto nudo. Domandò agli altri se non fosse il caso di accettare, così da ottenere un po’ di pubblicità per la band. Gli altri restando seri gli dissero che erano certi di sì. Pete ci pensò su un momento e poi annuendo aggiunse che allora l’avrebbe fatto… per la band. “Certo, amico”. Dopodiché salutò gli altri e uscì. Appena fuori scoppiarono tutti a ridere. “Ma lo farà sul serio?” si domandarono increduli. Eh già. Pete lo fece sul serio!

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Ted Nugent è un razzista di merda – Il Gonzo Guitaristi, il grande cacciatore bianco della sei corde è sempre stato un fottuto razzista. Le sue sparate però sono venute ben fuori alla luce negli anni recenti, quando i social e internet hanno reso ancor più frequenti le sparate e le polemiche. Se non date molto peso alle news intorno alla pochezza mentale di Big Ted, allora leggete la bio di Sebastian Bach. Lui gli ha dedicato un capitolo intero a Nugent, proprio analizzando in varie fasi, il crollo di un mito agli occhi dell’ex Skid Row, che con lui ebbe a che fare in più occasioni, per lavoro.

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Chris Barnes fonda i Six Feet Under e poi affonda – Il più ispirato e talentuoso lyrics man del gore metal non bruciò subito la reputazione uscendo da una band che stava diventando “troppo complicata”. A metà anni 90 fece una scelta coraggiosa e non senza un pizzico di furbizia: lasciò i Cannibal Corpse e tornò alla semplicità e l’immediatezza. Assieme a un altro veterano della scena, Allen West degli Obituary, fondò un gruppo nuovo, senza fronzoli e che guardava alle basi del genere. E il primo disco è stato sempre recensito con una certa generosità,praticamente da tutti gli addetti. Fu poi che Chris perse terreno. Allen uscì dalla band e anni dopo è stato arrestato per droga. Barnes va avanti con i suoi Six Feet Under, registrando dischi su dischi tutti uguali e arrotondando qualche soldo virando sulle cover degli Ac/Dc in chiave death metal. Potete dire tutto ciò che volete su Barnes, lui si fuma ettari di erba e se ne fotte.

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Marilyn Manson ha un cuore che sanguina – Il più cattivo di tutti, il reverendo maligno che mise in scacco l’America puritana peggio di Alice Cooper si ridusse a un piagnucoloso ex-mito dell’industrial metal satanico, dopo il divorzio da Dita Von Teese. L’abuso di alcol e uno stile di vita che a lei non stavano bene, più una troia che si infilò nel mezzo, portarono la star del Burlesque fuori dalla vita di Manson. Lui da allora è degenerato in una depressione artistica imbarazzante. Il suo gran desiderio di bruciare il mondo per il rinnovamente ha finito per lasciare il posto a una claudicante carriera fatta di droghe, disturbi alimentari e tanta tristezza.

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Glen Benton che non si ammazzò a 33 anni. Una croce capovolta incisa a fuoco sulla fronte, testi terrificanti che inneggiavano amore incondizionato a Satana, dare al figlio il nome Daemon, conservare la proprie tonsille e i calcoli renali del nonno in un vaso di formaldeide? Potete immaginare qualcuno di più sinistro e cattivo? Nei primi anni 90 i ragazzini in fissa col death metal stravedevano per Benton. Ancor di più dopo che disse una cosa bomba: Si sarebbe ucciso a 33 anni, come Cristo! Forte questo Benton, no? Potete immaginare qualcuno di più terribile da attaccare sul muro della cameretta e terrificare i vostri genitori? Già. Peccato Glen sia sia ancora qui, la croce è un segno sbiadito sulla testa e la cosa più atroce che abbia fatto, a parte sparar balle a ripetizione e costringere il figlio a girare con un nome del cazzo, fu l’omicidio documentato di uno scoiattolo con un fucile a piombini che mandò su tutte le furie gli animalisti. Alla base della bomba in Norvegia al concerto dei Deicide dovrebbe esserci proprio questa faccenda di Cip o Ciop.

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Joey DeMaio è un poser – Per molti fan dei Manowar lui non si discute, ma la realtà dei fatti rende sempre più difficile fidarsi dell’attitudine di un uomo di cui si dicono davvero cose inquietanti. A parte le voci sulle paranoie e i gusti sessuali, la cosa più deprimente di Joey è che “brother di qua e brother di là”, per soldi non ha esitato a strozzare la carriera dei Rhapsody. Inutile parlare della gestione della propria band, tra remake loffi di vecchi dischi e lavori inediti sempre meno convincenti. Nel 2010 è uscita la notizia di una mega denuncia ai danni della Magic Circle da parte di una fotografa, che ha accusato lo zio Joey di aver esercitato “metodi mafiosi” per estorcerle un assegno di 25’000 dollari.

 

10

Lars Ulrich e l’intervistaa Metal Shock. Era il 1996 e il pubblico metal italiano aveva già il morale a terra, scandalizzato per la svolta rock dei Metallica, sia in termini di look che musicali, ma la fine di tutto arrivarono una serie di dichiarazioni agghiaccianti di Lars Ulrich. Punto di riferimento per tanti kids, intoccabile batteraio da mettere sempre in cima alle classifiche di fine anno, si rivelò solo un bidonatore (in troppi sensi). Il danese prese tutti a sberle, prima dicendo che la delusione di tanti vecchi fan era una cosa con cui riusciva benissimo a convivere. Poi confessò una certa pena per quei ragazzi immaturi, ancora in giro con le maglie dei Running Wild e i dischi sottobraccio della NWOBHM (meglio gli Oasis e il britpop che a quel tempo ascoltava avidamente lui). La badilata che sotterrò il cuore di tanti metalhead fu però una battuta conclusiva che suonava come uno slogan apocalittico: i Metallica sono pop quanto le Spice Girl”. Purtroppo Lars e la sua band non hanno fatto la stessa fine di ciò che è davvero pop (il cassonetto e il revivalismo meteoritico) ma se la sono rischiata di brutto.

9

Quando Phil Anselmo morì per overdose e poi resuscitò. Un comunicato pubblicato su Metal Shock, scritto di proprio pugno dal cantante dei Pantera, sempre nel 1996, metteva al corrente i fans di quanto Anselmo fosse andato vicino a lasciarci le penne per colpa della sua dipendenza dalle droghe. Durante un concerto in Texas, il cantante perse i sensi a causa di una pera di ero e per poco tempo rimase in un limbo dimensionale. Ricoverato d’urgenza si salvò e scrisse un brano, I Can’t Hide, poi inserito nel Live 101.
Sia chiaro, i metallari non si scandalizzano quando si parla di droghe, ma fanno distinguo tra quelle prese per sfondarsi una notte e quelle che conducono alla tomba. Un po’ come Lemmy, sempre fatto di Speed ma pronto ad attaccare al muro chiunque si bruciasse con l’eroina: “quella roba ammazza, amico” diceva. E sapere Phil invischiato in quello schifo fino quasi a lasciarci il culo, fu più deludente della notizia che stesse finanziando dei gruppi di estrema destra.

8

Byff Byford e la compulsione sessuale – Il frontman dei Saxon e storica bandiera della NWOBHM, scrisse una biografia piuttosto interessante, qualche anno fa: Never Surrender, pubblicata in Italia dalla Tsunami. Tanti aneddoti, accuse e ripicche, cadute e riprese di una carriera lunghissima. Purtroppo Byff ci teneva a far sapere al mondo quanto avesse scopato duro e bene negli anni 80, cosa che tradisce, a leggere certe pagine, una visione del mondo femminile talmente povera da far cadere le braccia e soprattutto una mania di competizione “gallistica” di un qualsiasi cedrone, che è tipica degli uomini in crisi di mezza età. Sapete, quelli che raccontano le prodezze a letto nel tentativo di riguadagnare terreno su una gara di virilità ormai condannata alla resa minerale.

7

Max Cavalera lasciò i Sepultura per dar retta alla moglie Gloria – La storia dei Sep è una cosa molto alla Beatles. Una donna, che però non è comparsa dal nulla verso la seconda parte della loro carriera nel famigerato viaggio amazzonico in cerca delle radici, ma accompagnò la band fin dai durissimi esordi, soffrendo e gioendo con loro. A un certo punto però questa donna divenne moglie di Max e la manager dei Sepultura. Scelta pessima che probabilmente ha determinato lo scioglimento più irreversibile di una delle band più importanti del metal anni 90. Nacquero sempre più problemi a causa di Gloria, proprio negli anni del successo commerciale tra Chaos A.D. e il controverso Roots. La separazione fu inevitabile. Ai metallari deluse non tanto la scelta di mollare la band solo per creare quella iattura etno-thrash dei Soufly, ma soprattutto che Cavalera abbia finito per dar retta a una donna e voltando le spalle ai fan dei Sepultura, al fratello e gli amici più cari della propria infanzia.
Max oggi è sempre pronto a rimettere insieme il suo ex-gruppo. Andreas Kisser non è così convinto della cosa, anche se i Sepultura oggi sono pietosi e li porta avanti praticamente solo lui.

6

Dave Mustaine, per farsi una dose o per tentare il suicidio, mise a rischio non solo la vita ma anche la carriera. Un conto è morire e trasformarti nell’ennesima leggenda intoccabile del metal. Un conto invece è rovinarti la carriera come un pirla schiacciandoti il nervo radiale del braccio sinistro. Dave fu costretto a sciogliere i Megadeth. Non pagò si fece pure cristiano. E la gente non sapeva più per cosa piangere. Per fortuna Musty si riprese e ripartì con la band. Ora sta bene sia come musicista che, nei limiti del possibile, come essere umano.

5

James Hetfield torna in riabilitazione. Non agli inizi del 2000, quando si fece vedere a una delle tante manifestazioni di MTV, imbolsito e rallentato dalla disintossicazione da alcol. Il problema con il bere è la piaga di James. O almeno lo è diventato ufficialmente quando ubriacarsi non era più la brava attitudine di un vero metalhead sempre in prima linea, ma la dipendenza di un padre di famiglia con “un’azienda” da mandare avanti. La vera delusione non fu quando ne uscì ai tempi di St. Anger, che per certi versi fu il disco della ricostruzione (ehm…) ma in tempi recenti, dopo che un comunicato stampa ha fatto sapere al mondo come James sia di nuovo nella merda, e abbia deciso di tornare a riabilitarsi.

4

Bruce Dickinson che lasciò i Maiden e iniziò una controversa carriera solista. Era un intoccabile fino a quando non iniziò ad avere mal di pancia. La cosa iniziò già nel 1990-1991, ma peggiorò durante la realizzazione di Fear Of The Dark. I fan, come dei figli innocenti non sospettarono nulla fin quando, improvvisamente Bruce lasciò la band metal più amata del mondo e diede il via a un percorso in solitaria fatto di album altalenanti e strani, a cui alternò interviste livorose verso il pubblico che non lo seguiva più e i suoi ex compagni. La delusione totale arrivò quando le manie alternative di Skunkworks lasciarono il posto a un furbetto ritorno alle origini che fu l’apripista verso la reunion con Harris e gli altri.

3

Kerry King è così cattivo che una volta pisciò sangue fuori dal vasino. Dire che “Hanneman ora sta marcendo sotto terra” a poco tempo dalla sua scomparsa, magari fu solo un modo esasperato per manifestare la propria fede atea e anticristiana, ma il pubblico degli Slayer era ancora sconvolto dalla morte di uno dei pilastri della band e King, semplicemente fece una scelta di tempo clamorosamente sbagliata.

A quella seguirono altre delusioni intorno agli Slayer: prima con la guerra tra avvocati che portò fuori Lombardo dalla band per un motivo di pecunia e dopo con l’affiorare di ulteriori retroscena degli ultimi mesi di vita di Jeff, in cui il resto della band apparì per niente unito attorno alle difficoltà alcoliche e depressive del povero comprimario. Al punto che sentir dire a King “marcisce in terra” in coda a questi scoop fu sicuramente una battuta da Slayer ma forse un po’ troppo Slayer.

2

Tommy Lee va in galera dopo aver picchiato Pamela Anderson – Il ragazzaccio del glam metal ha passato gli anni novanta più sui magazine di gossip e dietro le sbarre che sui palchi del metal. Col tempo sembra che una serie di specificazioni abbiano un tantino attenuato la gravità delle dinamiche, ma resta il fatto che Lee, per un po’ di tempo, ebbe problemi a tenere a posto le mani con sua moglie Pam (la sposò tre volte in 6 anni). Esasperato dalle dispute legali per la custodia dei figli, probabilmente strafatto di robaccia, in caduta libera come musicista e forse ancora innamorato della Anderson, Lee finì per picchiarla. Arrestato e tenuto dentro per dei mesi, il batterista dei Motley Crue sprofondò in una risacca di amarezza e di squallore. L’esibizione al Gods con i Methods Of Mayehm però probabilmente per molti metallari fu assai più grave.

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I gusti sessuali di Rob Halford e di Gaahl. Brutto da dire, ma molti metallari hanno problemi con i gay. E scoprire che uno dei loro paladini più intoccabili abbia gusti diversi da quelli che “si dovrebbero avere” (ma figuratevi!) è stato un lutto che tanta gente ha preferito vivere senza far parola mai con nessuno. L’equivoco Halford, che non ha mai ammesso e nemmeno negato il proprio orientamento, fu per molti anni una delle più grandi evidenze non viste della terra. Il pubblico metal ignorò, forse per non soffrire, le pose e le scelte estetiche del grande Rob, che convinse gli altri Priest a vestirsi come dei gay di Soho, in pelle e catene.

Il look d’ordinanza del mondo metal, nacque da quella sottocultura e inutile dire che ogni testo dei Judas che si rivolgesse a qualcuno, va convertito da lei a lui. Almeno se lo canta Rob. Love Bites secondo voi aveva una vampira per soggetto? Io direi proprio di no. Il rispetto verso il cantante dei Priest era troppo alto per disconoscerlo e accusarlo di tradimento, ma l’indifferenza dei metalheads per lui si trasformò in pubblico sdegno nei confronti di un altro “intoccabile” della scena, stavolta nordica: Gaahl.

L’ex Gorgoroth è stato praticamente rimosso da buona parte dell’audience blackster europea, solo perché tutte le sue manfrine sataniche nascondevano un disagio sessuale e non un nichilismo assoluto. Lui assicura, e Halford gli fa il controcanto in falsetto, che nel mondo del metal ci sono tanti gay, ma si guardano bene dal dirlo in giro, causa perdita emorragica di fan. Questo siete, cari metallari, con le dovute eccezioni, tipo me.

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Il batterista dei Priest Dave Holland era un mostro. Ma non solo lui: ci sono anche Nick Catanese dei Black Label Society, Karl Logan dei Manowar e molti altri pedofili abominevoli sotto mentite borchie del metal. Lo so, argomento delicatissimo e che prima o poi affronteremo con un approfondimento degno. Inutile sceglierne uno solo ma se dobbiamo farlo, allora l’ex Judas è davvero il più imbarazzante: molestò un ragazzino disabile. Vedete, oltre la minore età e il “sesso sbagliato” della vittima, c’era anche l’handicap. Capisco che dire “sesso sbagliato” è brutale e inaccettabile. Non c’è il sesso giusto nella pedofilia, ma molti metallari devono essersi soffermati a notare che oltretutto quel pischello era pure un maschio!

Avremmo potuto metterne ancora tante. Dani Filth che si fece mettere al tappeto dalla sua guardia del corpo, le voci sull’impotenza di King Diamond, i sospetti intorno alla morte di Scott Columbus, ma non ci teniamo a beccare delle denunce per la vostra bella faccia. Indagate da soli.

Oh, bisogna ammettere che in tutto questo terremoto di miti crollati, i soli che restano in piedi sono i Tool. Stronzi mitologici erano e stronzi mitologici rimangono.