Probabilmente non ci si rende conto dell’enorme importanza che hanno The Raff nel panorama metal italico e non solo. Qualche tempo fa scrissi un libro biografico sulla storia della mia band (i Fingernails) che intitolai Il successo di un insuccesso. Ecco, se oggi dovessi scrivere qualcosa riguardo i Raff non troverei un titolo migliore di Il trionfale successo di un insuccesso perché la loro storia è caratterizzata dalla miserabile sfortuna di una band nata nel posto sbagliato, come del resto è capitato a molte altre realtà metalliche dell’epoca.
Quando negli anni 70 l’Italia rock vedeva crescere band come PFM, Banco e Le Orme (e in genere il movimento Progressive) ci fu l’avvento del punk rock ma anche del rock alternativo con i suoi cantautori di tutto rispetto. A Milano l’etichetta Cramps produceva artisti come AREA, Finardi, Camerini… tutta gente che il rock lo masticava con grinta, per non parlare della scuola napoletana di stampo blues e jazz rock (Edoardo Bennato, Napoli Centrale).
Sul finire di quella decade l’underground spingeva inesorabilmente sull’acceleratore e il rock diventò virale. Milano con i Decibel (il loro album d’esordio Punk del 1978 uscì per la Spaghetti Rc e distribuito dalla RCA) e il punk dei Kaos Rock ma soprattutto va ricordata la nascita del Centro Leoncavallo mentre a Roma nasce il Johann Sebastian Bar dove si esibiranno gli Elettroshock, i quali avevano un cantante che “schizzava” il pubblico col proprio sangue attraverso una siringa, parafrasando il modus operandi di un certo Lou Reed.
C’erano una volta due fratellini…
Sto andando velocissimo perché la storia è molto più lunga ma è in questo periodo (1978) che nasce la leggenda dei fratelli Bianco. Chris e Fabiano (Master) sono cresciuti in una famiglia che viaggiava spesso per il mondo, il padre lavorava nella moda e per otto anni i due ragazzi si ritrovarono a New York, dove frequentarono le scuole primarie, cominciando ad appassionarsi molto alla musica rock, un interesse favorito dalla facilità con cui riuscivano a reperire materiale su vinile rock e punk, gruppi che in Italia ancora non venivano adeguatamente distribuiti.
Rientrati a Milano i fratelli Bianco si misero subito alla ricerca di ragazzi disposti a dar vita a un progetto rock’n’roll punk. E così nacquero i Trancefusion.
Dai Trancefusion ai Raff
Tra il 79 e l’ 80 la famiglia si trasferì a Roma per motivi di lavoro, per cui anche l’attività musicale dei Trancefusion ne risentì, con un drastico cambio di line-up. I fratelli Bianco, arrivati nella Capitale, rimisero in piedi la band, reclutando nuovi innesti romani e cambiando però anche nome. Nacque il monicker THE RAFF.
Le cose sembrarono andare subito alla grande. La EMI tramite un giornalista amico dei Bianco, dichiarò di volerli mettere sotto contratto. Nella formazione di quel momento, oltre ai fratelli Chris al basso e Master alla batteria, c’erano: alle chitarre Lu Cillis e Fausto Roddo Donato e alla voce solista Vittorio Zammarano.
THE RAFF registrarono un singolo che nelle speranze del gruppo avrebbe dovuto imporne il nome sulla scena punk. La sfortuna però cominciò a ricamar sodo sopra la band. Malgrado i concerti super affollati al Sebastian, al Tube e il Titan, e la popolarità dei RAFF che cresce velocemente, come per i Sex Pistols, il rapporto con la EMI non andò molto bene e finì per interrompersi. Dissidi interni e discografici innervorono il gruppo fino alla rottura. Il singolo rimase nel cassetto (non ricordo se poi è uscito ufficialmente).
La crescente scena metal colpì in pieno volto anche i Raff che decisero di cambiare pelle. Chris passa alla voce solista (oltre che a suonare il basso) e si parlò di un chitarrista inglese che avrebbe sostituito il punker Cillis. Si vociferò addirittura che sarebbe stato Clive Wisbey fondatore della prima incarnazione dei Tygers Of Pan Tang e… in effetti così fu. Si trasferì in Italia e poco dopo militò nei Raff per un periodo!
I Raff e Bruce Dickinson
Nell’estate del 1980 i Raff aprirono il concerto romano dei Ramones a Castel S.Angelo. Nell’82 seguirono il tour italiano degli Iron Maiden che erano freschi di cantante nuovo. Lo stesso Bruce Dickinson appare nelle foto ufficiali degli Irons con una spilletta dei Raff infilata nel bavero del suo giubbotto di pelle.
L’anno seguente (1983) suonarono di supporto alla Gillan Band. Ormai i Raff venivano considerati la miglior band metal italiana soffiando il titolo persino ai milanesi Vanadium di Pino Scotto. Ne è conferma la classifica del magazine Rockerilla che li piazzò al terzo posto tra i più lanciati gruppi rock, dietro a Litfiba e Denovo e precedendo appunto i Vanadium, che erano usciti con l’album d’esordio.
Il 1983 fu un anno importantissimo per la band, segnato dal solito cambio di formazione (ora erano un trio con Gianni Russo alla chitarra) e la firma con King Steve Records che li chiuse in studio per registrare quello che avrebbe dovuto finalmente essere il lancio definitivo dei Raff nel gotha della musica metal internazionale non La band si presentò al Festival di Certaldo. con la convinzione che presto avrebbe assaporato location ancora più suggestive in giro per l’Europa.
Problems!?
Purtroppo, in un momento così delicato, le cose cominciarono ad andare storte. A parte il nuovo cambio di line-up, con il bassista Brian Vagnarelli entrato a sostituire Chris al basso (mentre lui si sarebbe solo occupato delle voci) ci fu lo split con il chitarrista Gianni Russo, che decise di abbandonare la band, a registrazioni in corso, subito dopo la partecipazione al concerto estivo di Ostia Antica con Vanadium e i Crossbones.
La ricerca del sostituto di Gianni non era certo facile e come se non bastasse, la King Steve commise una serie di grossi errori a livello di organizzazione. Impose ai ragazzi il chitarrista Dave Sumner, già con i Primitives di Mal. Sicuramente un grande strumentista, per carità, ma lontano dalle rasoiate metal di Gianni.
Iniziò così un lungo braccio di ferro tra i Raff e l’etichetta, che non digeriva le rimostranze dei ragazzi per la scelta obbligata e fuori luogo. Ricordo un bellissimo show al Teatro Colosseo del settembre 1983 che è rimasto impresso nella mente della nostra generazione metallica. 750 paganti con i Fingernails di supporto. Lo show dei Raff seppur di ottima fattura, regredì nell’impatto sonoro. Dave era assolutamente inadeguato e non dava la spinta necessaria al metal aggressivo dei ragazzi.
L’inizio del peggio
Dopo quel concerto, Lo stesso discografico si impossessò del cospicuo incasso della serata e annunciò ai ragazzi che aveva subìto una rapina. Nessuno venne pagato tranne che una cena pagata al ristorante di Rione Monti con tanto di caos ai tavoli, ubriachezza molesta, bicchieri rotti e proprietario che ci cacciò tutti via.
Si arrivò alla rottura totale anche perché l’album era finito e con la copertina già pronta, ma la King Steve non dava più segni di vita. Pare che di mezzo a questa improvvisa mancanza di entusiasmo per i Raff ci fosse un contratto firmato dalla band con l’etichetta svedese che aveva lanciato gli Heavy Load.
Lo ricordo perché lo stesso manager del gruppo mi fece vedere il contratto. Ora non capisco cosa sia successo, se fossero gli stessi ragazzi a non voler far uscire il vinile per la King Steve o se fosse il discografico a chiedere denaro per il trasferimento, fatto sta che dagli uffici dell’etichetta sparì il master premixato del disco. Si racconta che sia stato proprio Master Bianco a scavalcare la finestra dello studio dove si trovavano i master e di averli trafugati.
Rimane ancora oggi tutto avvolto nel mistero, comunque. L’episodio indispettì il manager dell’etichetta e la notte di quel capodanno, durante lo show organizzato dai discografici (suonammo noi dei Fingernails) i Raff rifiutarono di esibirsi con la scusa di non aver ricevuto il budget accordato. Tant’è che la serata ebbe degli incresciosi episodi di teppismo, con metallari che rubarono birre e alcolici dal bar del locale e un energumeno che quasi venne alle mani con noi.
A quel punto i rapporti tra la band e la King Steve si interruppero e Sumner ovviamente fu fatto fuori dai Raff. Da quel punto, la carriera del gruppo subì un imprevisto stop. Il gruppo cercò di rimediare al difficile momento con il ritorno di Fausto Donato alle chitarre.
Nel 1985 parteciparono alle registrazioni della compilation Metallo Italia curata da Al Festa che riunì una folta rappresentanza delle migliori band metal italiane tra cui Steel Crown, Crossbones, TIR, Vanexa, Elektradrive e altri.
Ne venne fuori un prodotto probabilmente non all’altezza delle produzioni internazionali ma il film documentario che ne seguì l’uscita ebbe un buon ritorno d’immagine soprattutto grazie alle visioni TV della Rai.
I Raff eseguirono il brano I Trust con la novità della batteria elettronica Simmons suonata da Master. Fu in apparenza il segno di una svolta per la band, che presto si registrò il primo Ep su vinile con quattro tracce.
Purtroppo l’album non risultò all’altezza del potenziale dei Raff. Chris febbricitante terminò il lavoro con grande fatica. Il pubblico ebbe difficoltà a seguire il nuovo corso dei Raff e la nascente scena thrash metal rese tutto molto più difficile.
In quel periodo Master partì per gli States assieme agli emiliani Raw Power che avrebbero girato per tre mesi in tour nel 1985 (aprile/giugno e in settembre). A causa di un’indisponibilità del cantante originale, la Toxic Records contattò Chris Bianco per partecipare al tour di circa quattro mesi come cantante solista degli stessi Raw Power.
A quel punto anche Fausto Donato dei Raff si unì al gruppo reggiano. La variazione della formazione non venne accolta con favore dai membri originali dei Raw Power che ripresero in mano la gestione della band mettendo alla porta i membri dei Raff.
Ritornati in Italia i fratelli Bianco decisero di provare con un ultimo assalto. Donato uscì dal gruppo per far posto a due chitarristi: Dani Macchi e Max Annibaldi che riportano il sound della band su binari meno commerciali. Purtroppo la carriera dei Raff non decollò e nel 1988, dopo un ultimo spettacolo al Piper di Roma, decisero di sciogliersi.
2001 – Il ritorno
Nel 2001, dopo tredici anni di silenzio la band inaspettatamente torna in pista. Oltre i fratelli Bianco e Gianni Russo alla chitarra, troviamo la collaborazione di Angus Bidoli (me stesso) e alla voce Anthony Drago. Con questa formazione i Raff fanno diversi concerti nella Capitale. Sono anche invitata al festival metal di Chicago, evento che verrà però rifiutato a causa dei mancati accordi economici.
Nel 2002 il gruppo apre allo show romano degli Uriah Heep e compaiono nella compilation Fuoricentro prodotta dalla Gridalo Forte Rc. I Raff partecipano con un brano live registrato nell’estate del 2001 al Foro Italico. A questo punto si decide di suonare il concerto evento del 2003 con la presenza dei chitarristi Dani Macchi e Fausto Roddo Donato e del bassista Brian Vagnarelli, show che sancirà un nuovo scioglimento.
Un paio di anni dopo però si torna ancora in sella con la partecipazione a un paio di concerti nella provincia laziale, senza la collaborazionme di Drago e mia, ma con Donato e Vagnarelli. Sono solo uscite estemporanee perchè i Raff si fermano di nuovo per qualche anno, tornando nuovamente nel 2012 con la formazione a trio (Chris, Master e Gianni Russo) e partecipano ai festival Heavy Night di Villa Rosa e il Roman Hard’n’Heavy Festival all’Atlantico.
Dopodichè al posto di Gianni Russo subentra Tony Arcuri con il quale il gruppo registra l’album d’esordio (!) con tutti i vecchi brani anni ’80 che sarebbero dovuti uscire nell’83 per la King Steve. Inoltre suonano live in giro per l’Italia. E nel 2015 i Raff decidono di ritirarsi di nuovo e questa volta sembra definitivamente.
Alcuni aneddoti e curiosità
Alcuni aneddoti curiosi rimasti nel mistero.
- Sembra che l’album del 1983 (Gates Of Fortune) sia stato mixato da Paul DiAnno ma queste voci sono rimaste tali. Da quello che ricordo i fratelli Bianco in trasferta a Londra hanno incontrato Paul in un pub e lui si è ricordato di loro per aver notato la spilla sul giubbotto di Bruce Dickinson nella foto del retro dell’album Number Of The Beast e che parlando del nuovo album dei Raff si sia offerto di mixarlo. Come sia andata a finire non lo si sa con precisione.
- La copertina di Gates Of Fortune l’ha disegnata Rocco Fortunato dei Miss Daisy.
- L’etichetta tedesca High Roller si è offerta di pubblicare lo stesso album 30 anni dopo ma il master in possesso della band pare non sia di qualità eccellente anche se le registrazioni originali rimangono in Germania.
- Il brano I Trust della compilation Metallo Italia venne registrato da Dave Sumner mentre Fausto Donato apparve nella versione video del brano.
- Il fonico dello spettacolo al Teatro Colosseo del 1983 era il fratello di Little Tony che usò il service dello stesso.
- Il ristorante a Rione Monti che ci ospitò dopo il concerto era Il Tettarello che probabilmente ci avrà denunciato per danni ahahahahahahahahah.
Conclusione
Vi ho raccontato una piccola storia di una grande band metal che attualmente risulterà troppo antica per il pubblico moderno ma che ha rappresentato quanto di più grande il metal italiano degli anni ’80 potesse estrarre dal proprio cilindro tricolore. Purtroppo la fortuna non è stata dalla loro parte a dispetto delle “porte della fortuna” che avevano previsto un po’ meno sprangate, per il loro album di debutto.