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Dream Company – Qualità e spessore!

Amo cominciare la giornata ascoltando della buona musica, lo faccio da sempre e mi mette di buon umore. Raramente il primo disco che faccio girare al mattino è qualcosa che non conosco, ma ogni tanto sperimentare fa bene, si sa.
Stamattina era una di quelle volte che, complice un meteo avverso, mi è venuta voglia passare un paio d’ore a casa e di provare un disco diverso dai soliti in rotazione nella mia tana-officina, quindi ho azzardato e cercato un nome che non conoscevo, pronto a sentire ciò che usciva dalle casse, qualunque cosa fosse. Che sono un centauro fortunato non mi stancherò mai di dirlo, ma oggi ragazzi ho battuto tutti i record. Immaginate una copertina americana D.O.C. che sembra uscita dal 1987/88 e un gruppo che io conoscevo solo come tribute band di Bon Jovi che si cimenta con un disco di inediti: azzardo totale.

E vittoria su tutti i fronti! Questo The Wildest Season è un lavoro che si fa ascoltare da subito, ben prodotto, a tal punto che al primo impatto ho creduto di trovarmi di fronte a una band americana e non a un lavoro nostrano.
I Dream Company sono bravi, ma davvero bravi, fanno un hard rock piacevole, immediato, che spazia in momenti melodici ma sa dire la sua anche nelle parti più movimentate.

Per capirci, se fossero una motocicletta questi ragazzi sarebbero una bella Harley Davidson dalle linee classiche e dalle cromature luccicanti. Una voce evocativa che lavora sulla melodia ma con un’energia invidiabile, quella di Giulio Garghentini, rende unico il prodotto di questo gruppo e calza come un guanto sul lavoro preciso ed impeccabile di Enrico Modini alla chitarra. Anche nella sezione ritmica del gruppo si nota una cura notevole sia in fase di scrittura dei pezzi che di esecuzione, il duo Stefano Scola al basso e Davide Colombi alla batteria riesce a essere perfettamente all’altezza delle aspettative.

Canzoni come The Ghost, Days In Blue o Revolution dimostrano la caratura di un gruppo che conosce bene il proprio lavoro, con un’esperienza e un’attitudine al rock che trasuda da ogni nota. La loro attenzione a un equilibrio costante e preciso li qualifica come raffinati professionisti e il tutto riesce ad essere comunque fresco e piacevole da ascoltare.

The Wildest Season strizza l’occhio agli anni ottanta, senza però dimenticare tutta una serie di influenze più recenti che lo rendono attuale e godibile da chiunque. Anche nei momenti più “tranquilli”, come la ballad Scared To Be Loved, il livello resta altissimo, dimostrando che i Dream Company sono davvero molto di più di una semplice tribute band.
Un disco da non perdere, dunque, realizzato da musicisti che mi dicono validissimi anche dal vivo (e che non vedo l’ora di ammirare sul palco!).