Sto per fare arrabbiare i fans dei Vision Divine, lo so. Chiedo scusa anticipatamente, oggi mi sono avvicinato ad un disco che Padrecavallo mi ha inviato con le migliori intenzioni, inciso da una band che non posso che definire ottima per livello tecnico e conoscenza del mestiere, eppure…
Curato in ogni particolare, con una copertina che è anche piacevole da guardare, una produzione attenta e molta, ma molta tecnica. Questo When The Heroes Are Dead avrebbe dovuto essere una specie di album col botto, contando anche l’apporto “speed” della batteria di Mike Terrana, un vero terremoto controllato. Purtroppo però io non riesco a percepire quel qualcosa in più che avrebbe potuto far scattare la scintilla tra me e l’album.
Sarà la voce di Ivan Giannini che non riesco proprio a digerire (sono gusti personali, non me ne voglia il cantante, bravo ma non adatto alla mia sensibilità rustica e birraiola) o il fatto che il power metal mi annoi mortalmente. Eppure questo ennesimo lavoro di Thorsen e & co. non mi fa venire voglia di tornarci per un riascolto, ma nemmeno un po’.
Si nota immediatamente la ricerca compositiva, ma è altrettanto evidente il risultato troppo “pesante” e per i miei canoni, prevedibile. Vien fuori l’effetto “powaaaa” che mi porta a dire bravi, grazie, bello, ma basta per favore.
L’interminabile inseguirsi delle chitarre non è sufficiente a promuovere un lavoro che non riesce a emozionarmi in nessuna maniera. Altri gruppi mi risultano odiosi, i Vision Divine no, come potrebbero? Sono bravi ma mi annoiano davvero oltremodo (e me ne dispiaccio, credetemi).
Il mio compito è ascoltare e dare un parere schietto. Non me ne vogliano gli estimatori della band (che sono tanti e certo hanno i loro motivi) ma non posso consigliare un disco che mi porta inevitabilmente ad aver voglia di uscire velocemente di casa, pur di non sentirlo più.
Già dall’inizio pomposo non mi ispirava. Cosa vi ho detto degli album con troppe fanfare in apertura, non molto tempo fa? Sono i Therion? No? E allora, se continuo, lo faccio a mio rischio.
Oddio, i Vision Divine non mi hanno convinto neppure ai tempi migliori. Non mi rimane che ammettere la mia incompatibilità con loro e passare oltre.
Cosa ne penso delle canzoni? Se prese singolarmente e al prinicipio non sono male. Poi però diventano troppo cariche. Inoltre non sento la vena prog che distanziava un po’ (solo un po’) il sound dei Vision Divine dal resto del powa tutto uguale. Pezzi come la title track, 300 o The 26th Machine sono perfetti esercizi di stile, tanto perfetti che diventano asettici e distanti, perdendo buona parte del loro impatto.
Non posso fare altro che sperare che a molti di voi piaccia il genere e augurare ogni bene a Thorsen e a questa nuova formazione dei Vision Divine. Per me, però, basta così, grazie.