Sapete quando ci vuole una botta di energico thrash-death metal per raddrizzare una giornata così così? Bene, oggi, causa pioggia e vento, necessitavo decisamente di una dose di adrenalina, di qualcosa di bello cattivo, che mi tirasse su il morale.
Già per chi non va in moto il diluvio che da giorni affligge la mia zona è un tedio, immaginate per chi se ne sta sulla porta del garage a guardare se “ha smesso” ogni tre minuti, senza la soddisfazione di uno spiraglio di sole, con lo stereo a palla e la moto lavata e pronta. Uno strazio.
A farmi tornare il sorriso e la voglia di fregarmene del tempo, del freddo e di un sacco di altre cazzate ci ha pensato la cricca di Sdangher, rifilandomi un po’ di dischi dei quali fare le recensioni.
Io sono un centauro piuttosto eclettico, ascolto di tutto, ma vado matto per il vecchio thrash degli anni novanta e sonorità simili. Beh, tra i dischi in attesa di un parere, ne ho trovato uno di una band di Torino (sono a mia volta originario del capoluogo piemontese, permettetemi una sana curiosità) e me lo sono ascoltato immediatamente.
Gli Extinction sono un gruppo thrash/death che sa il fatto suo, composto di musicisti che padroneggiano i propri strumenti e hanno un’idea ben precisa di ciò che vogliono trasmettere al proprio pubblico. Non li conoscevo, ammetto che non avevo mai sentito i loro lavori precedenti, ma devo dire che questo The Apocalypse Mark è stata una bella sorpresa.
Il genere proposto rientra appieno nella definizione, con il cantato del nuovo singer Filippo Collaro che pratica un growl quanto basta e piuttosto deciso, una voce molto interessante e adattissima al sound del gruppo (mi dicono che ha sostituito una ragazza, non so come fosse il risultato di una voce femminile in questo contesto ma ammetto una gran curiosità).
Certo che il lavoro di fino delle chitarre di Danilo Bonuso e Marco Campanati riesce a rendere l’insieme piacevolmente forte e aggressivo come un’iniezione di nitrogas in un motore compresso. Basta ascoltare pezzi decisi come la title track o El Diablo Del Norte per notare la forte personalità di questi ragazzi, che riescono a mantenere un tiro invidiabile senza rinunciare a intrecci melodici veloci e complessi, che vanno ad innestarsi sul lavoro micidiale del duo Catolla/Scrivano, rispettivamente basso e batteria, che pare infaticabile e non cede mai terreno.
Questo The Apocalypse Mark (a dispetto di una copertina che non mi ha fatto impazzire, devo dirlo) è un gran bel disco. Canzoni come Mad Jack o Hell Behind A Screen hanno stile da vendere e riescono a suonare attuali pur senza perdere un’impronta rivolta ai grandi classici del passato.
Aspettando di vederli dal vivo quanto prima, non mi resta che fare i miei complimenti agli Extinction e sperare che la loro carriera continui a portare con sé dischi interessanti come questo.