Milano

I locali metal della Milano di una volta, dai ricordi di uno che c’era (e non ci faceva)

C’è stato un momento in cui in Italia – nel nord Italia per quanto mi riguarda  – a livello di intrattenimento musicale metallico si stava più che bene.
Vengo da un paese della Bassa Lodigiana e tipo 20 anni fa se volevo uscire e bermi delle birre ascoltando l’unica musica che le mie orecchie riuscivano a sostenere, l’offerta era alta.
Incredibile pensando a come siamo ridotti ora.
Ma come tutti sanno, si stava meglio quando di stava peggio, e infatti nel 1999 i locali che proponevano un modo alternativo in cui trovarsi, ascoltare metal, e assolutamente, no dico ASSOLUTAMENTE non scopare, ce ne stavano in abbondanza.

All’epoca non guidavo, avevo 17 anni, quindi si sfoggiavano gli occhioni alle mamme di turno e ci si faceva portare e venire a prendere. Il posto incaricato di farci diventare grandi era l’Excalibur di Maleo, paesino vicino a Codogno, che più bassa padana di cosi non si può. Ex camiceria, posizionato nei pressi di una rotonda alle porte del pese, era visto come noi neofiti il Valhalla per eccellenza.

L’Excalibur di Maleo come lo vedevo a 17 anni

Frequentavamo talmente tanto quel locale che c’era un tavolo apposta per noi: minchia quanto eravamo fichi. Effettivamente sì, eravamo fichi, almeno in quell’ambiente, infatti il locale era sempre pieno e gli avventori si facevano anche dei gran km per farsi una serata all’insegna del metal più becero.

Ho mille ricordi di quel posto, ricordi che potrebbero rendere veramente l’idea di come si vivevano una volta queste realtà. Prima di tutto era consuetudine andare dal dj a richiedere i pezzi. Bellissimo. No veramente, eri mezzo sbronzo e volevi sentire “quella canzone”? Beh lui te la metteva.

All’epoca ero invasato con i Savatage e facevo sempre mettere The Wake Of Magellan, e il tipo la metteva tutta, no dico: tutta!!! La cosa bella è che ti ritrovavi in fila ai cessi abbracciato a uno mai visto prima a cantare, perchè oltre alla piscia ti accomunava il Metal.

Velare nei cessi dell’Excalibur con il Magellan

E poi il look, ma vogliamo parlare del look? A qualche km da lì ci stava un locale fighetto dove ragazzini della mia età, incamiciati per bene, stavano per avere il primo approccio con la lingua umidiccia femminia. A noi, veri eroi del metal, tutto questo non interessava (balla) e il sabato sera sfoggiavamo le nostre migliori T-shirt dei gruppi più beceri e sconosciuti.

Sappiate che se in un ambiante metal tu sfoggi maglie di gruppi beceri e sconosciuti hai, dal cazzo, quel qualcosa in più. Beh mentre i miei amici nel locale fighetto abbordavano tipe, io abbordavo maschi enormi e pelosi che mi offrivano da bere perché avevo la maglia dei Testament.

Ora che scrivo queste righe mi viene un pochino da pensare… ma babbee. Comunque ora l’Excalibur dopo anni di onoratissima carriera è diventato un ristorante messicano, dove si mangia discretamente bene, ma mettono la musica latinoamericana quindi andrebbe per legge raso al suolo.

Prima di passare oltre, eccovi però la top 3 dei momenti memorabili che ho vissuto in quel locale.

1- Concerto dei Drakkar periodo mi pare secondo album. Un brano lo suonano da schifo e alla fine della canzone c’era il gelo: nessun rumore da parte del pubblico, ma veramente nulla. Ero imbarazzato io, ma ci godevo per il chitarrista leader del gruppo che mi pare scrivesse per Flash o Metal Hammer e mi stava sul cazzo

2- Arriva un gruppo di motociclisti stile Sons Of Anarchy, mi prendono in simpatia e mi obbligano a bere shottini di jack daniels tutta sera con loro… con la forza.

3- Le 3 di mattina erano l’orario prestabilito di un mio amico per vomitare tutto e far spazio a un altro litro di birra. Pretendeva sotto i Manowar. La mattina poi doveva farsi trovare alle 8 per andare a giocare a calcio con la squadra del suo paese, lui era il portiere: passava il tempo appoggiato al palo a sboccare. Han vinto il campionato, sa il cazzo!

Passano gli anni e la patente sta finalmente nel mio povero portafoglio. Per chi è della Bassa sa bene che Milano il “the place to be” ed infatti ce la facciamo tutta, da cima a fondo, il venerdì, il sabato e pure il giovedì che in alcuni locali è serata Gothic e ci stanno certe fighe…

alcuni esemplari di fighe del gothic meneghino

Il locale top è l’Alcatraz, non ci stanno cazzi. La serata inizia all’una di notte, si spengono le luci, ci stanno ragazze bellissime nelle gabbie, la musica pompa, i cocktail fanno schifo al cazzo ma ti spezzano il sistema simpatico, quindi già alle 2 sei uno zombie con vari handicap in mezzo alla gente che conta, quella milanese, che sa come divertirsi, mica come te che ti fai offrire da bere da dei pelosi ciccioni all’Excalibur.

Con gli anni che passano dico senza problemi che quello è stato il LOCALE per eccellenza del puro divertimento a base di musica seria.

Top 3 dei momenti memorabili vissuti all’Alcatraz? Vai.

1- mia prima volta, 18 anni, mai entrato in una disco rock. All’una in punto si spegne la luce, parte un pippone esaltante che introduce la serata. Poi Last Resort dei Papa Roach inizia, si accendono le luci e scopriamo di essere tra delle gabbie con dentro delle fighe assurde che ballano… penso di aver eiaculato.

2- Sala metal, mettono Paranoid, un tizio inizia a pogare un pochino fuori dalle righe, arriva un buttafuori simile a Brock Lesnar che correndogli incontro lo appende al muro alzandolo di peso prendendolo per il collo, credo uccidendolo

3- A una certa, durante il momento ska, delle figone si mettevano su un parapetto e ti versavano vodka liscia e tequila in bocca: mai bevuto un goccio, tequila sono negli occhi, capelli ecc. mai in bocca.

Ce ne sono stati altri di locali e in vent’anni ne ho girati parecchi: il Rolling Stone, secondo me sopravvalutato, ma tanto ora è un supermercato. Lo Zoe, piccolo, pieno di pazzi e base dei Lacuna Coil dei tempi che furono. Il Rainbow, altro locale scomparso in cui girava della gente Goth tutta matta che non si divertiva, cioè partiva la serata e di loro spontanea volontà se ne stavano in un angolo presi male perché a quanto pare si doveva fare cosi.

Un pò li capisco dato che il Rainbow aveva un soffitto fatto di specchi e dopo un pò che ballavi il sudore iniziava a colare dall’alto.

C’era pure il Transilvania Live, della nota catena, ora pure esso morto e sepolto, ma all’epoca andava tantissimo, ci vedevi un sacco di gruppi, ma pure lì facevano bere da schifo.
Adesso non ci sta più un cazzo, ma tanto io ormai nel week end spendo 200euro per degli aperitivi e mi vesto con la camicia da fighetto quindi, cristo, han vinto loro.