Leif Edling! E potrei anche fermarmi qui… Quando si nomina il bassista e uno dei membri fondatori dei Candlemass, band seminale per tutti quelli che si vantano di ascoltare Doom Metal, si è già praticamente detto tutto. Il vate però non è più della partita. Ha lasciato il gruppo nel 2017, quindi il nuovo album non era certo fondato su una personalità così grande.
Gli Avatarium sono svedesi, nascono nel 2012 e hanno già ben 4 album all’attivo. Hanno ora un bassista e batterista di un’altra band molto importante della scena (Tiamat) e una cantante detta la “Annie Lennox del Doom” (per una lontana somiglianza con la cantante britannica. Si sa che i critici musicali non hanno nulla da fare) e il suo nome è Jennie Ann-Smith.
Gli Avatarium quindi propongono un efficace e assolutamente onesto Doom melodico (o Post Doom melodico) una versione più metal e mainstream dei Windhand diciamo, che magari non farà gridare al miracolo ma che si ascolta sempre molto volentieri e che spesso ti ritrovi a canticchiare e/o battere il tempo con il piede e più spesso far sì con la testa.
Suoni assolutamenti potenti ed efficaci, una voce davvero molto ispirata e gradevole da sentire, chitarre “sul pezzo”,ritmica che spacca, tastiere sempre presenti ma mai invadenti.
Il bello è che per un gruppo giunto al quarto lavoro era lecito aspettarsi un calo e invece bisogna ammettere che si nota un’attitudine a volersi migliorare molto marcata, una voglia di lasciare una traccia importante nel panorama musicale, iper-saturo di voci femminili con urla discendenti e ascendenti sempre e comunque, e in generale, in questo The Fire I Long For, mostra dalla prima all’ultima traccia livelli di scrittura davvero ispirati e maturi.
Menzione particolare quindi per la bravissima front-girl, capace di far venire più di un brivido durante la stupenda Lay Me Down. Questo pezzo è una vera e propria ballata Doom (spero vi piaccia come definizione) e per la già citata sezione ritmica di Tiamatiana memoria: solida come una roccia.
Altri brani consigliati per l’assaggio, l’opener Voices, con un gran ritornello e un incedere epico irresistibile e Shake that Demon dove i nostri tirano fuori la loro anima più ROCK!