Un esercito di cinquantamila aspiranti boscaioli si propaga da youtube verso il Natale in avvento, in attesa che una neve spietata cada intorno alle proprie capanne, così da uscire con il vestito della festa, ma senza la giacca, a urlare qualcosa in norvegese. Il nuovo single-clip di Ihsahn mantiene quell’aria nebulosa e rognosetta che si conviene alla sua reputazione. Insomma, di che si tratta? Perché un brano che si intitola Stridig (che secondo google traduttore significherebbe anticostituzionale) dovrebbe avere qualcosa a che fare con il taglio della legna? Ihsahn ci lascia con la sensazione di gelo nella bocca, il bruciore in gola e le mani così intirizzite e guaste che neanche abbiamo il coraggio di strofinarle l’una contro l’altra.
L’austero Emperor piace, questo è innegabile e l’assaggio di Stridig mantiene viva la fiducia: fiati indifendibili a far da cuscinetto ad alcuni dei passaggi più svelti del pezzo e un riff in croce che impalca il brano su dei suoni di chitarra che solo Ihsahn poteva permettersi di propinare senza che qualcuno gli venisse a togliere la licenza di metallo. La parte centrale da cui affiora il sipario barocco un po’ melenso è gestita in modo magitrale. Poteva essere una pacchianata alla Stratovarius messa a far da figa in mezzo a due gambe nerborute e villose, mentre è uno squarcio sul cuore grondante del taglialegna in pessimi rapporti con l’irrefrenabile neoliberismo che sta mandando il mondo verso temperature ben più ostili di quelle che la canzone Stridig finisce per farci sentire.