dipendenze

DOPAMETAL – Quali sono le principali dipendenze dei metallari?

I metallari hanno delle dipendenze come qualsiasi categoria umana. Siamo tutti preda di bisogni indotti dalla società e ci illudiamo, nei casi più disperati, di essere noi a sceglierli. Il bisogno di fumare o quello di drogarsi, il bisogno di guardare la TV o quello di postare cose di alcun interesse per la collettività su facebook nella speranza di ricevere dei like. Anche il bisogno di metal. Negli anni 80 i grandi governi occidentali credevano utile diffondere il metal nella gioventù, per creare nuovi condottieri fissati con la scissione del bene e del male. Al tempo della crociata di Bush Jr. contro Saddam la cosa tornò utile ma dopo, la progenie metal è stata rimessa al suo posto. E così i dipendenti dal metal sonnecchiano in attesa di una nuova guerra santa e intanto ammazzano il tempo leggendo roba tipo queste cazzate.

Noi tutti siamo vittime del bisogno di dopamina. La dopamina circola nel nostro corpo quando siamo eccitati e ci fa sentire bene. I ricercatori hanno provato che

-quando inizia un nuovo episodio del nostro telefilm preferito

-quando riceviamo dei like per qualcosa che abbiamo condiviso o scritto sul nostro profilo social

-e quando decidiamo di farci una pippa

a livello fisiologico subiamo la stessa scarica di eccitazione. E purtroppo quell’eccitazione ci produce una dipendenza. Di conseguenza, per avere ancora una dose di dopamina, eseguiamo in modo compulsivo, al di là dell’effettivo bisogno e di ogni ragione razionalmente accettabile, qualsiasi cosa ci permetta di averne.

Dopo questo pippotto scientifico passiamo all’elenco di tutto ciò che i metallari preferiscono fare pur di avere DOPAMINA. Chiamatela pure DOPAMETAL se vi fa sentire meno tossici!

La Figa. Non è il motivo principale che conduce il metallaro ai concerti, dove se ne trova sempre meno, ma di sicuro anche lui ne ha bisogno. Altrimenti non si spiegherebbe il mercato perennemente in ascesa delle female band sinfoniche. Non è possibile che siano così disprezzate dal pubblico metal e qualcuno poi non le ascolti davvero, altrimenti non se ne creerebbero più a tavolino. “Figa” ovviamente è un bisogno madre che conduce ad altri bisogni figli, uno dei quali si chiama…

Masturbazione. Il metallaro si fa molte seghe. Questo è statisticamente provato. L’Università della California, la stessa che ha capito come mai l’Asino infila solo i primi tre centimetri del suo prodigioso membro nella fessa della compagna, non ha dubbi: i metallari sono degli enormi onanisti. Talvolta si lasciano prendere da una specie di fuoco puritano e smettono di farsene. Costoro li si riconosce per l’assidua frequenza sui forum e sui social, sovente rimarcata da una tendenza polemica ininterrotta verso la trap.

Il momento ineffabile (e incerto ma perfettamente riconoscibile) in cui in un disco nuovo il metallaro scoper un pezzo che sa, lo ossessionerá per mesi. Tale bisogno lo spinge a sessioni estenuanti di zapping sul tubo e su (dite piano quella parola) Spotify!

Stiversi che probabilmente cavalca sul mi e si gode il pubblico che fa ooooh oooooh

I luoghi comuni. Non tanto quelli intorno alla figura del metallaro, a cui egli stesso si presta, specie su you tube o condividendo meme di borchiaggine autocompiaciuta su facebook, ci riferiamo più a quelli musicali. Le canzoni metal devono avere determinate consuetudini creative. La chitarra che parte prima del basso, l’acuto del cantante che sopraggiunge dopo l’attacco degli strumenti, l’arpeggio messo al centro della canzone e soprattutto gli ooooooh verso il finale di un lungo pezzo epico. Il metallaro è magari il primo a sbuffare quando una band opta per delle soluzioni così scontate ma siamo certi, che se poniamo gli Iron Maiden, smettessero di infilare ooooh e arpeggi lunghi dentro le loro canzoni, qui finiremmo tutti in analisi, nessuno escluso.

Il bisogno di vestirsi in modo consapevolmente pessimo. Inutile negarlo, tra pantaloni stretti e talvolta elasticizzati infilati negli anfibi, maglie sdrucite e lontane dal sapone per decenni, giacche di pelle rumorosissime e ultraconsumate, il metallaro non può fare a meno di scegliere tutto ciò che lo renderà sempre inviso a un pubblico borghese.

Nero. Anche il vestiario è un bisogno madre che produce figli. Il primogenito di questa nidiata estetica è il colore nero. I metallari hanno bisogno di mettere cose nere addosso. Tollerano il blue dei jeans e talvolta il rosso delle copertine dei Cannibal Corpse riprodotte sulle t-shirt, ma non amano altri colori se non quello di una notte senza stelle e dell’oscurità di una tomba. Tuttavia nutrono un controverso rapporto con il Black Album dei Metallica.

Alcool. Principalmente si tratta di birra o superalcolici più duri. Difficilmente c’è di mezzo il vino. Quello è più roba da centro-sociale. E i metallari non amano i freakettoni e le zecche e si tengono lontani da qualsiasi cosa sia patroginata da esponenti delle giunte comunali.

I vinili e i social. Nonostante sia nemico del tecnologico e votato al preistorico vinile, il metallaro è caduto nelle grinfie della rete e usa i social. E lo fa sposando il suo amore con l’orrore della modernità. Non si capisce più se compri vinili per farcisi le foto e metterle su facebook o se apra facebook per postare le sue foto con i vinili appena comprati alla fiera dell’usato di Pinerolo. Riguardo i social, va da sé che conducano a una dipendenza da cellulare. Ci sono molti metallari che invece preferiscono postare foto (con vinile) solo al PC, così da disciplinarsi un po’. Peccato che trascorrano gran parte del loro tempo davanti alla tastiera, con i vinili scaffalati dietro.

La ferretina alta nel sangue. No, questa è una cazzata, ma non potevamo resistere a condividerla con voi! Al terzo posto in realtà c’è Netflix. E tutti gli altri servizi in streaming che assediano l’impero di Sky. Tra documentari sui serial killer e le nefandezze di Hitler, i telefilm sui Vichinghi e altre cose squisitamente nerd, il metallaro si dopa da mane a sera di serie infinite, in compagnia del proprio gatto o iguana o ragazza goth di tipo domestico.

La moto e i club motociclistici. I metallari sono centauri per cultura, la loro musica li conduce verso le due ruote e le due ruote li portano nei negozi di dischi. Almeno quelli ancora esistenti.

Fare dischi ed esibirsi dal vivo. Anche se questo comporta una spesa di soldi non indifferente, è raro che il metallaro non abbia una band e con questa band non finisca per combianare delle cose. Le enormi possibilità offerte da una scheda audio di cinquanta euro spiegano l’enorme proposta di album che arrivano da internet. Per quanto riguarda i concerti, al metallaro basta anche la sagra dello gnocco di Roccaspanata dove, nella suggestiva cornice del centro storico medievale, su un palco pericolante e povero di casse spia, si esibisce davanti a un pubblico composto nell’ordine da:

-gli amici non metallari che non sanno come altro trascorrere la serata

-i gatti

-inorridite vecchiette appoggiate alle finestre delle proprie case

-famiglie annoiate risucchiate dai propri telefonini

-bambini delle famigliole che si inseguono lungo la piazza e ignorano il casino suonato sul palco da quei brutti ceffi che urlano e sbraitano di diavoli e draghi.

Ma attenzione… non è finita!

Scontata ma inevitabile, la principale dipendenza del metallaro è e rimarrà sempre ASCOLTARE IL METAL! Ah, e a pari merito IL BALSAMO PER CAPELLI!