presepe

Sdangher’s Christmas – Un presepe davvero True!

Anche i satanisti più impenitenti nati e cresciuti in un paese occidentale hanno avuto un’infanzia cristiana. E il Natale, persino per uno come Varg Vikernes, doveva essere un momento magico e meraviglioso. In Italia abbiamo questa stupenda tradizione del presepe. Lasciate che vi ammorbi con i miei ricordi infantili. Ne rammento con un piccolo guizzo di malinconia la preparazione. Io e le mie nonne ce ne andavamo nel bosco con un coltello da cucina a testa e delle grosse buste di plastica. Sembravamo una piccola congrega di streghe in procinto di raggiungere il tempio di qualche divinità in saldo. E invece no. Cercavamo il muschio. Lo tagliavamo via con grande attenzione dalla base degli alberi e dalle rocce. Portavamo a casa tutta quella poltiglia e la disponevamo sotto l’albero o su una superficie apposita – magari un tavolo da campeggio riciclato come pangea per il bambinello. E poi disponevamo della carta da pacchi rovesciata dalla parte senza illustrazioni e appendevamo sul muro vicino un poster di stelline luminose. Poi tiravamo fuori dagli scatoloni i pupazzi e la casetta, gli animaletti e la cometa.

Ogni anno mia madre mi concedeva di acquistare qualche altro soggetto: un pastorello in una posa plastica diversa dagli altri o magari un fabbro, un cacciatore… tremeranno gli animalisti, ma ricordo benissimo che tra tutti i pupazzetti che avevo, c’era pure questo tipo col fucile spianato che puntava verso la direzione che volevi tu.

A volte, per gioco indirizzavo l’arma verso la capanna! Che volete, per me il presepe era solo un gioco. Un bel gioco. So che tanti ex ragazzi del mio tempo oggi si dilettano di modellismo natalizio e realizzano dei presepi meravigliosi, con l’acqua corrente, le casine, l’intera città intorno alla stalla… Sono ammirevoli. Io però ormai non riesco più a dedicarmi a questo genere di cose. Anche svuotate di tutte le implicazioni religiose si tratta di un ennesimo gioco costoso (come il soft-air o il cosplaying) per adulti e non me lo posso permettere. Per fortuna che hanno inventato photoshop e questo permette a me e alla redazione di Sdangher di giocare al presepe con i miti e i santi della nostra unica vera fede: IL METAL.

E così abbiamo creato un presepe metal. Anzi, due. Il primo, che vedrete in questo articolo è True, il prossimo invece è Extreme. Qui useremo i protagonisti del metal classico, quelli che hanno fatto la storia del cosiddetto heavy metal duro e puro. Nell’altro i signori del male veri e propri. Sotto con la disposizione:

Iniziamo con la parte centrale. San Giuseppe, Maria e gli angioletti a far da sfondo. Per il papà interposto di Gesù abbiamo pensato a qualcuno con una bella barbona e ci è venuto in mente Zakk Wylde. Come Maria c’erano una sfilza di female metal girl che però sono un po’ tutte intercambiabili e difficili da riconoscere. L’unica che davvero siamo certi che il pubblico abbia presente anche per ragioni extra-canore è Cristina Scabbia, quindi il posto della Madonna è il suo. Gli angioletti: inevitabile scherzarci su e mettere le alette e l’aureola a tre demonietti, no? Che poi tra diavoli e angeli, anche i diavoli sarebbero degli angeli, quindi nun ce rompete. La scelta è andata a Tom Gabriel Fisher, Dave Vincent e Steve Sylvester, cherubini adatti a sfogare la nostra discutibile ironia sacrilega.
E per quanto riguarda il bambinello… beh, aspettate. Non è mica il momento di mostrarvelo, no?

La cosa descritta sopra dovrebbe avere più o meno queste sembianze.

Lo so, Dave Vincent poteva starci con il presepe Extreme, ma che volete? Di là c’era l’imbarazzo della scelta. E poi ormai i Morbid Angel li rispettano pure i sessantenni borchiati. Magari non li apprezzano ma li riconoscono come classici. Non a caso il Fuzz ha permesso un articolo monografico (1986-1996) sul gruppo di Trey Azagtoth nel numero 10 di Classix Metal.

Passiamo agli animali. Il bue e l’asinello. Per il primo ci voleva un metallaro bello massiccio e da sfondamento. Chi meglio di Chuck Billy? L’asinello invece non poteva che essere Ozzy.

E quindi…

Roba da incubi, lo so. Ma aspettate a scappare, ci sono ancora i re Magi e soprattutto il bambin Gesù, no?

I tre ricconi del deserto sono stati facili da scegliere: Malmsteen, Steve Vai e Satriani. I trettré della sei corde. E per quanto riguarda il bambino, beh… se vi chiedessi di pensare a un pelato che urla, chi suggerireste? Esatto, Rob Halford. Immaginate che bello mettere un gay a fare il bambinello. Ma come, siete sconvolti per così poco? Aspettate di conoscere il presepe Extreme.

In ogni caso, ecco come sarebbe la fase conclusiva del presepe.

Allora, dite un po’, accussì ve piace o presebbio?