sputtana

Quali sono le band metal più sputtanate di sempre?!

Avere decenni di attività su groppone non è facile. Ci sono fasi in cui per tenere a galla la barca bisogna inventarsene di ogni. E poi capitano i litigi, le rotture, i proclama e i mai (dire mai) che inevitabilmente si trasformano in boomerang. Può capitare a ogni grande gruppo di slittare, fare passi falsi, prendere una strada sbagliata, ma ce ne sono alcuni che secondo noi hanno esagerato un po’ troppo, “smagliando” definitivamente la compresione e la pazienza del pubblico, al punto che oggi è davvero dura prenderli sul serio. Ecco un elenco delle band e gli artisti che si sono sputtanati in modo irrevocabile.

METALLICA: Sono praticamente quelli che hanno cominciato prima di tutti, ripudiando il metal, definendosi pop quanto le spice girl, elogiando gli Oasis, sbertucciando i fan dei Running Wild. Dopo Load e Reload, di cui oggi la band ha in parte ridimensionato gli allora “indiscutibili” pregi, i Metallica hanno cercato di recuperare il loro ruolo imperiale nell’ambito del rock più duro con una serie di prove che, ahivoglia a farcele piacere, non riescono proprio a levarci dalla testa il passato…

MOTLEY CRUE: Hanno fatto 4 dischi in 30, di cui uno, New Tattoo, praticamente inascoltato. Sono riusciti a far parlare per tutto tranne la musica. Scandali, gossip, libri, cronaca nera, sex-tape, tour di addio e tour re-union. Non che prima, negli anni 80, per i Crue esistesse solo la musica, però diciamo che dall’addio di Vince Neil al ritorno annunciato in questo fine 2019, la band si è retta quasi sempre sulla fuffa più assoluta. E onestamente è dura dargli ancora retta.

GUNS N ROSES:  A proposito di prolificità. Come per i Motley, anche i Guns sono esistiti senza fare dischi. A parte i primi cinque lavori, di cui un EP e un album di cover, la band ha praticamente tirato gli ormeggi nel 1993, ma non si è mai sciolta. Ad Axl Rose è bastato infatti procrastinare un solo disco e mettere in piedi qualche tour insieme a dei turnisti per illudere il mondo che i Guns fossero ancora con noi. L’album, Chinese Democracy, uscito dopo quindici anni circa dall’annuncio di… un nuovo album, è una patacca. La montagna che partorisce il classico topolino. Prima però che Axl si rimettesse al lavoro per altri 15 anni, qualcuno ha avuto la pensata di sborsare i soldi necessari a unire almeno i 3/5 della formazione originale e farli partire per il globo. Da lì un nuovo tour che ha avuto un successo enorme, ma che può essere paragonato agli ultimi concerti di Elvis per livello tecnico e dabbenaggine del pubblico.

AC/DC: la band australiana in questi ultimi anni ha perso i pezzi ma non si è mai fermata. Qualcuno potrebbe elogiarla per la tenacia, ma quando si è finito per vedere Axl Rose sul palco a cantare le canzoni di Bon Scott e Brian Johnson, lì è diventato chiaro che sì, c’è un momento per insistere ma anche un momento per arrendersi al fine di non peggiorare irrimediabilmente le cose. Dopo la malattia e la morte di Malcolm Young, l’addio di Brian Johnson per problemi di udito, l’arresto di Phil Rudd, sembrava davvero che per gli AC/DC fosse ora di fermarsi. E invece no. Il ritorno di Rudd e Johnson sembrerebbe aver rimesso un po’ le cose a posto, ma è difficile aspettarsi ancora qualcosa da Angus, senza Malcolm. Forse qualche maxischermo tour, quello sì.

SCORPIONS: Una delle band più longeve del rock pesante, i tedeschi Scorpions non realizzano un disco all’altezza del loro passato da secoli (Humanity: Hour 1 era fico, però) e dicono addio da troppo tempo per dargli ancora retta. Il mondo piange il loro ritiro dalle scene ma ridendo e scherzando sono ancora lì.

KISS: Difficile credere ancora ai Kiss. Negli anni 80 avevano davvero toccato il fondo (Asylum) e ci erano andati ancora vicino con un disco alternative che praticamente non conosce nessuno (Carnival Of Souls). Il 1996 è l’anno del ritorno della formazione storica, con le maschere, i fuoci e le esplosioni varie. Ci fu anche un disco niente male e poi… beh, non è molto chiaro cosa ci sia stato poi. Tour, un disco che nessuno ricorda e un altro tour e poi ancora un tour. L’album con l’orchestra, se non sbaglio e… Ah, la fusione dei gadget Kiss-Hallo Kitty, un reality? Boh… e per finire un altro tour. La formazione è da tempo ridotta a Simmons-Stanley + gente varia ma al cerone non si sono più sentiti di rinunciare. Ormai Paul non riesce a cantare. La difficoltà è dovuta a un intervento chirurgico da cui non si è più ripreso. Le sue esibizioni canore sono in parte truccate dal vivo. Annate a casa!

GHOST: B.C., esatto, loro. La band che più fa discutere il popolo metal, il quale neanche le riconosce il diritto di cittadinare. Eppure i Ghost sono una delle poche cose davvero grandi capitate negli ultimi dieci anni di piccinerie vintage e old schooler in ambito heavy. Secondo noi è la sola band che potrebbe ambire agli stadi degli Iron Maiden, quando questi li molleranno. Peccato che il mistero intorno ai Ghost si sia sbriciolato. Sappiamo che c’è solo un uomo dietro e pure davanti, Tobias Forge. Ai tempi di internet le boiate alla J.T. Leroy hanno i minuti contati. Le pantomime dei vari papi e tutte le altre trovate hanno però un po’ ridotto il gruppo a una pagliacciata in cui la musica, via via indirizzata in contesti quasi AOR, pare essere solo uno degli elementi dello spettacolo e neanche il più importante. I nuovi Kiss?

BLIND GUARDIAN: La band tedesca alla metà degli anni 90 era stimata e rispettata praticamente da tutto il popolo metal. Poi, la separazione da Tomen The Omen Stauch, l’uscita di album sempre meno convincenti e questa fissa per dare alle composizioni una veste grande, sempre più grande, granderrrrrrrimaaaaaa che hanno finito per stufare, annichilire il pubblico, il quale ha atteso l’arrivo del “disco con l’orchestra” come un cataclisma di noia.

BLACKMORE’S RAINBOW: Va bene, in fondo sono sempre stati proprietà di Ritchie, ma i Rainbow hanno avuto momenti davvero esaltanti e intramontabili anche grazie a gente come Ronnie Dio, Russ Ballard, Graham Bonnet, Roger Glover, John Lynn Turner. Blackmore negli anni ha rispolverato la sua creatura a intermittenza, realizzando un vero e proprio ritorno in studio solo nel 1995. Ora ha deciso di riportarli in giro ma c’è lui e intorno un pugno di professionisti validi ma anonimi. Chi ha visto il gruppo, a parte Raffaldini che gli piace tutto, dal vivo ha riferito che il commendator Blackmore sembra aver perso la motivazione.

QUEEN: Di cosa stiamo parlando? A parte la scelta di tornare in giro dopo la morte di Mercury, che ormai non vale neanche più la pena discutere, e l’unione con Rodgers che era già una cosa… proprio strana, oggi la cosa chiamata Queen si esibisce senza Deacon (ritiratosi) con Roger Taylor che si “appoggia” sul contributo di un altro batterista, Brian May e un tipo che è il clone di Freddy Mercury. Ideali per i bimbi, ormai. E i biglietti costano troppo!

Non abbiamo parlato di tutti. Chi ha detto Manowar? E certo che ce ne sono ancora parecchi, ma abbiamo una vita e non possiamo star qui a scrivere dalla mattina alla sera per voi, quindi piantatela di lamentarvi e dite la vostra nei commenti, piuttosto!