Sono orgoglioso di poter ospitare Alfredo Accatino, un folle critico, uno scrittore difficile da inquadrare e soprattutto uno studioso e appassionato d’arte. Quest’uomo sta dando un contributo culturale davvero importante. I suoi due volumi, Outisiders e il recentissimo Outsiders 2 (entrambi pubblicati da Giunti) trattano di quegli artisti che pur manifestando grande genio non sono mai diventati celebri e rischiano di finire in un buco nero. Per fortuna Accatino ha scritto pagine meravigliose su di loro, oserei dire accattinanti (ehm, volevo dire accattivanti), insomma, scritti con uno stile che intriga e suggestiona il lettore curioso e pronto ad appassionarsi all’opera e alla vita di questi “losers” dell’espressione creativa. Ma non perdiamo tempo, leggete, equinidi, leggete!
1 – Alfredo Accatino, gli artisti dei due volumi di Outsiders in fondo sono geni sfortunati, dei perdenti in senso romantico e quindi dei vincitori morali, i quali non hanno avuto la fortuna (leggasi CULO) di trovare una dimensione commerciale per ciò che sapevano fare (o magari neanche gli fregava averla). Ma quanti saranno, perduti negli abissi del tempo, questi “incompresi”? Abbiamo davvero bisogno di recuperarli? Non ci bastano i “giganti” dell’arte che ci permettiamo già di ignorare?
Non voler scoprire o vedere il passato con occhi nuovi, per accettare passivamente quello che ci ha preceduto, mi sembra un grosso errore. Caravaggio venne riscoperto all’inizio del ‘900 da un critico chiamato Roberto Longhi, dopo essere stato considerato uno come tanti. Ora è un mito globale.
E ora dimmi: ascolti mai a RadioRai o nei network Demetrio Stratos, Frank Zappa, Metallica, un mito metal o chi ami tu? Impossibile, così, se non c’è qualcuno che si guarda indietro, curioso, tutto svanirebbe come lacrime nella pioggia.
2 – L’arte e il commercio sono sempre andati a braccetto, ma non sta bene parlar troppo di questa relazione, anche se è fondamentale e imprescindibile. L’arte che vende è sempre vista con sufficienza e sospetto dagli “intenditori” e i “veri amanti” della “vera arte”. Eppure l’arte, se non produce pecunia finisce nell’oblio, come i suoi volumi ci raccontano.
Vero. Però è sempre bello andare contro il sistema, e ragionare con la propria testa. Così scopri che Picasso è un vero genio, senza se e senza ma, e che altri iper-pagati sono, a volte, solo dei tromboni. O invece, che sono geniali anche loro. Mai dare nulla per scontato. Ci sono anche artisti (come a volte cantanti e gruppi) che hanno fatto una sola opera straordinaria, per poi spengersi nel nulla.
3 – Sono molto sorpreso che Alfredo Accatino, Creativo e Creatore (di Eventi) e uno degli autori più brillanti e inclassificabili che ci siano in Italia, abbia accettato di rispondere alle domande di un blog dove certe persone poco raccomandabili, dedite al satanismo e l’onanismo con indosso maschere da cavallo, scrivono di metal e pornografia. Sicuro di quello che sta facendo?
Sicuro da morire. Primo, perché mi piace la curiosità di chi come te/voi, scavalca una barriera per puro piacere intellettuale. Secondo, perché adoro la controcultura in tutte le sue forme, che perde quasi sempre, ma che ha humus e vita, e una spinta ideale spesso svanita in altri ambiti. In ogni caso nell’ultimo volume ho parlato anche di satanismo citando il percorso di Austin Spare e della Strega di King Cross.
4 – Non so molto di lei. Faccio finta, come tutti (cit. Ecce Bombo). Eppure scorgendo la sua bibliografia mi appare un modello a cui auspicare. Un autore temerario che sceglie di trattare argomenti che solitamente non finirebbero mai in un libro in modo così sistematico e centrale: titoli come Giuro che dico il falso, Imbecilli – Le ultime parole famose o Sarò Greve, gli insulti che hanno fatto la storia, la potrebbero far apparire come un autore umorista. Ma lei poi se ne esce con Outisders – Storie di artisti geniali che non troverete nei manuali di storia dell’arte. E allora bisogna stare attenti con le classificazioni, anche se lei in fondo, con i suoi libri non fa che classificare. Mette ordine. Per esempio da uno come Accatino mi aspetterei Una enciclopedia degli scrittori suicidi o magari Le più belle colonne sonore dei fumetti di tutti i tempi. Le confesso che sono due miei progetti segreti. Mi raccomando, non ne parli con nessuno. Quindi Accatino è uno “corto” come dicono a Roma… Corto ner senso de curtura. Come se un autore umorista non possa essere anche un intenditore di opere figurative.
La vera “curtura” è non avere paura della cultura, usarla come utilizzi un apribottiglie o le catene per la neve. La cultura usata in un altro modo diventa una trappola. Hai ragione però sulla mia bibliografia, sembra quella di un pazzo. Ma è solo quella di chi ha provato a cercare tutta la vita qualcosa. Che forse oggi ho trovato.
In fondo lo stai facendo anche tu, sognando libri e uscendo dai sentieri più abituali da quelli nei quali un blog metal potrebbe confinarti. Il futuro è nella contaminazione.
5 – E ora soffermiamoci su Outsiders 2. Di solito i sequel non bissano mai il successo del primo capitolo. Eppure se il primo va bene, è lecito provare il bis. Chi ha avuto la pensata del secondo volume, la Giunti o lei? E che cosa si aspetta a livello economico da questo nuovo libro?
È stata una mia proposta, e oggi il primo volume è alla terza edizione, questo sta andando veramente bene. Miracolo per un libro d’arte che costa 24,90 su amazon, e l’editore è molto soddisfatto. Per quanto riguarda i soldi, ho scelto una retribuzione garantita, per cui le vendite non incidono. Ma è solo l’inizio, voglio andare all’estero con una edizione inglese, creare una mostra, e sto sviluppando un progetto televisivo.
E in ogni caso non credere alle balle, di letteratura in Italia, vivono solo 37 persone. Al massimo.
6 – Parliamo di progetti editoriali. Le andrebbe di dirmi le idee più audaci che non è riuscito a realizzare?
Sinceramente sono riuscito a fare quasi tutto, e ora mi cimenterò anche con un “grande romanzo di formazione”. Avevo scritto anche un raccolta di 125 racconti lunghi quanto un twitt (125 battute) SEXY ZOO TALES su storie di vita sessuali tra animali, ma me lo hanno tirato in testa. I racconti non si vendono! Peccato. Eccone un paio:
“Ma come faccio a fare all’amore se non fai che accendere e spengere la luce?!” La lucciola, ci rimase malissimo.
Anch’io penso che “…tra elefanti adulti consenzienti ogni cosa è permessa”. Ma non sono un elefante e mi fa veramente male. Disse l’anatra.
7 – Ahahahaha. Grandioso! Ma andiamo avanti con le domande. Se ci riflettiamo, la maggior parte della gente vive pensando che Picasso sia una parolaccia in qualche lingua sud-americana, che Van Gogh era quello dell’orecchio attaccato con il nastro adesivo su una tela e che Giotto è il pittore della barzelletta su cunnilingus. In fondo quanti geni continuano a essere sconosciuti per un numero considerevole di individui, quindi il problema umano è che in fondo anche gente come Goya o Dalì sono il Cagnaccio di San Pietro o la Anita Clara Rée di qualcuno.
Siamo diversi e non possiamo sapere tutto di tutto. Dovremmo però capire cosa è il bello e cosa è il brutto. E perché il brutto a volte ha un suo fascino. Invece, come diceva Impastato nel film a lui dedicato, non ci accorgiamo più dei brutti palazzi, delle finestre di alluminio anodizzato, e finiamo per perdere coscienza di noi stessi.
8 – Lei che lettore è? Pigro, lento, minuzioso, pedante, compulsivo? E mi dica qualche “Outsiders” letterario di cui le piacerebbe che il mondo si accorgesse.
Io da ragazzo ho speso quasi tutti i miei soldi in libri (ne ho letti anche uno al giorno). Ora ne leggo 10 l’anno e basta, perché sono nella fase “output”. Ma se volessi suggerire qualche autore direi di cercare nel realismo magico italiano, dove autori all’epoca amati come Bontempelli e Buzzati sono troppo dimenticati. Troppo soft? Perfetto. Allora, andate a Porta Portese e rileggetevi tutto Frigidaire + Cannibale + Il male per ritrovare un po’ di
Adrenalina…
Coraggio…
Sangue e merda…
9 – Alfredo Accatino che musica ascolta? Sa che in ambito rock e metal è pieno di piccoli Accatini che urlano al genio ignorato di qua e al gruppo precursore di là. E poi c’è chi dice che in realtà sono solo chiacchiere, un feticismo livoroso e snob per i losers, un’invidia sociale per gli artisti “ricchi e famosi”, mentre c’è chi sostiene sicuro che “i veri grandi “arrivano” sempre e non ci sono illustri dimenticati”. Vedi i Black Sabbath, Led Zeppelin, Iron Maiden, Metallica, Guns N Roses… Per ognuno di questi nomi ce n’è almeno uno speculare, un antagonista che secondo i puristi meritava tanto quando la band che ce l’ha fatta e ha ottenuto invece poco per cause ingiuste.
Io sono uno di quelli odiati dai puristi, perché ascolto di tutto, e quindi per molti non capisco un cazzo. Però è vero il concetto della doppia faccia, così una delle mie canzoni preferite è More Than Words degli Extreme che erano andati da tutta un’altra parte. Non ho una cultura musicale paragonabile alla vostra. Però vorrei segnalare di riascoltare J.J. Cale, totalmente dimenticato (album 5) da cui sono discesi i Dire Straits e un intero genere musicale.
10 – Adesso le faccio una domanda su suo padre. Si prepari. Mi lasci dire subito che sono rimasto colpito da quanto il suo papà fosse bello fisicamente. C’è una foto su Wikipedia che levati.
L’ultimo capitolo del primo Outsiders è dedicato a lui e la cosa sinceramente non mi ha sorpreso. Io non credo che lei si sia riscoperto appassionato cultore di artisti geniali ma ignorati dalla massa due mesi prima di scrivere il libro. La sua è una cultura costruita negli anni. E in questa ricerca c’è proprio il bisogno di “riscattare” suo padre. Un artista che lei descrive come un uomo irrequieto, più interessato a fare arte che essere riconosciuto come artista e divenire famoso. Un uomo così dedito all’arte da metterla innanzi persino ai figli. Ecco, io ho un papà che ha sempre posto la caccia e il cavallo davanti a tutto, incluso me. E so come mi sono sentito da ragazzino a vedere che lui preferiva una giornata dietro a una lepre, rispetto al mio compleanno, per dire. Mio padre è anche pittore. Pittore di cavalli. Non dipinge altro. Forse non ne è capace o magari in questa sua ossessione è nata anche la mia per le maschere da cavallo. Accatino, lei poteva sviluppare un rigetto, un odio per l’arte figurativa, per gelosia. Avrebbe potuto scrivere “Ballers – Storie di artisti senza genio che trovate da secoli nei manuali di Storia dell’Arte”. E invece no, lei è qui che scrive libri su artisti come suo padre e sembra saperne davvero moltissimo. Per dire, lei ha collaborato con suo padre nella realizzazione di alcuni testi di educazione artistica, il primo Outsiders è un tributo a lui. Un libro sul lieto fine di un conflitto con un genitore, una ricongiunzione, sbaglio?
Hai detto tutto. Si fa sempre i conti con il passato, e te lo chiederai anche tu quando fra vent’anni ti fermerai, mentre stai cacciando a cavallo. È vero anche quello che dici sulla sedimentazione del tempo delle conoscenze, ma è anche vero che per anni, tra i 30 e i 40, rigettai in blocco l’arte per poi riscoprirla e rimanerne prigioniero. Ho iniziato con mio padre e mia madre, Ornella Angeloni, co-autori a dargli una mano, e poi a firmare con loro il primo corso di Educazione all’Immagine in Italia e un volume, Edart, che vendette 110,000 copie. Di fatto rinunciai a un contratto in essere con Mondadori per fare il creativo. Ed è un libro, come dici tu, sulla ricongiunzione. E complimenti per averlo espresso così.
P.S. forse non lo sai ma anche io da anni indosso una maschera di cavallo, che mi ha reso noto tra i creativi, e che ho portato in giro nel mondo. Ci sarà un significato.
11 – Non ne sapevo nulla e questa cosa mi sbalordisce! Ma non sarà lei il misterioso uomo che infesta Google Maps da qualche tempo? E a proposito di internet, cosa ne pensa di Instagram, può aiutare pittori geniali a trovare un pubblico? Ha conosciuto qualche Outsiders sui social?
Io sono molto social e ognuno può trovare la sua strada e il suo mezzo. Il problema è credere che si incida in qualcosa, mentre siamo tutti scie lasciate da una nave. Anche il libro è nato su un blog anonimo Il museo immaginario che ora sfiora il milione di visite e si alimenta surfando in rete.
Ho conosciuto un grandissimo Outsiders sui social, Mario Pischedda, che ogni giorno su FB e Instagram pubblica immagini folli e straordinarie in maniera bulimica (seguitelo). Ha 65 anni, vive a Tempo Pausania nel cuore della Sardegna ed è più contemporaneo di quasi tutti quelli che conosco.
Poi vorrei segnalare due nomi che rifuggono i social, ma sembrano fatti apposta per i social, Mauro Gottardo (il profeta della Bic) che vive a Torino, più dark di ogni metallaro e Fausto delle Chiaie, che espone le sue follie sotto l’Ara Pacis.
12 – A proposito di artisti poco noti che meriterebbero una grande fama, che ne pensa del pittore Buono Legnani? Conosce il Martirio di San Sebastiano affrescato da lui in una Chiesa a Ferrara?
Assolutamente no, ed è meraviglioso. Ogni giorno studio cose nuove. Come la traccia che mi hai fatto annusare.
13 – Ma abbiamo bisogno di un canone artistico? E che senso ha, visto che si deve aggiornare di continuo? Sembra un’arca di Noè che non si decide a salpare. Persino Dante e Shakespeare, parlando di letteratura in cui sono più ferrato, hanno avuto i loro guai certi secoli, per farne parte.
I canoni servono per essere superati. Quello che serve è il coraggio, l’umiltà e il lavoro duro. Senza questi tre elementi secondo me non si emerge, unitamente al famoso “culo” che citavi all’inizio dell’intervista.
14 – Questa è la domanda numero quattordici. Di solito la faccio per sicurezza, magari l’intervistato è superstizioso e gli dispiacerebbe finire con 13 domande. Ne approfitto per parlare con lei degli artisti provocatori che ce l’hanno fatta e i provocatori che sono stati banditi da ogni canone o comunque respinti. Prendiamo Cattelan e Roland Topor o Banksy o King Robbo… La provocazione che diventa famosa e commerciale è da guardare con sospetto?
No, ha solo avuto più fortuna. E anche la capacità di intercettare il successo in fondo è un talento. Io non sono contro nessuno. Sono per ridare luce su chi è finito nell’ombra, per scuotere l’albero e togliere la polvere dal tappeto. E questa intervista dà la certezza che le idee sono contagiose. Guardate… iniziano già a comparire i sintomi…