Conosco poco sia i Power Theory che gli Human Fortress ma grazie sempre al solerte Padre Cavallo, che mi delizia di continuo con band semisconosciute, posso dire dell’esistenza di queste due.
Di Human Fortress avevo già orecchiato qualcosa, attratto dal logo rococò e quindi, come stereotipo vuole, che cosa ci propongono? Il solito minestrone di pawà-dopametal con l’orchestra che poi sono i tastieroni pompati a più non posso. Che sì: è bello-bellissimo eh?! Peccato che gli Human Fortress, al netto di un singer- tutte le volte che scrivo codesta parola mi viene in mente la macchina da cucire – dicevo: al netto di un cantante carismatico e capace, questa volta abbiano inanellato una serie di canzoncine loffie che più loffie non si può. E comunque era molto meglio il cantante con il cognome greco. Monsanto mi sa di gombloddo!!11! Vuoi vedere che gli Human Fortress sono testimonial dei semi di mais OGM?!
Ma bando alle ciance che poco tempo fa è morto Vannoni-quello del metodo stamina ricordate? – e certe cose è meglio metterle nel cassettino delle robe turpi.
Comunque: gli Human Fortress sono in giro da un sacco di tempo ( primi anni 2000) e hanno una discografia di tutto rispetto. Fanno Epic Pawa con l’orchestrina in base e i tastieroni settati sulla patch + “Trombe e trombette di Camelot” e non mi hanno entusiasmato un granché.
Non lo so: sembra manchi quella marcia in più che potrebbe portare in alto l’asticella della cattiveria, invece di collocarli in quella zona dove vivacchiano i Narnia e i Freedom Call. Mi danno la sensazione di voler essere i primi della classe con quel suono un po’ “gnè gnè gnè” e quella coroncina da Barbie Princess messa la sopra la “H” del logo.
Bho… Non ci avrò capito nulla io ma nonostante mi sia ascoltato gli “official video” del tubo sul Tubo non mi hanno detto un granché.
Altra storia, invece, per i buzzurri provenienti dalla Pennsylvania! I Power theory rischiano di diventare, con il loro album Force Of Will una band da tenere d’occhio.
Anche loro con una discografia di tutto rispetto, ma più “giovani”, avendo iniziato nel 2009 con Metal Forever.
Le foto dei brutti ceffi mostrano bestioni tatuati, bandane, catene alla Zakk Wilde. Insomma: la solita paccottiglia che a noi “metal dick-head” piace tanto. Il fatto è che l’album “La forza del desiderio”, con una copertina stereotipata che più stereotipata di così si muore, è una cannonata! Non c’è un brano debole. La macchina dei Power Theory tira al pari di quei Monster truck e non si arresta davanti a nulla. Suoni ben bilanciati tra la tradizione e la modernità; strumentisti capaci e una voce maschia che non si sentiva dai tempi di John West quando cantava negli Artension!
Non ho molto altro da aggiungere su questa band di ceffi dalla mise meccanico/motociclistica.
Probabilmente starebbero simpatici anche a Chef Rubio.
Io non me li lascerei sfuggire fossi in voi.
E poi non andate a dire in giro che a Sdangher si fanno solo articoli di merda sulla Chiara Ferraglia eh?!