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Metal Youtubers ?! Ma quando ma… ah no!

Sento che questo articoletto sarà duro. Duro durissimo come il braccio implacabile di Swarzenegger nel ruolo di Terminator. Duro come una testata data sul bancone di un bar alle 7 di mattina dopo una notte di bagordi. Duro come una defecazione dopo una settimana di protratta e implacabile stitichezza. Duro come i canali degli youtubers fighini e modaioli che ci sono, appunto, su Youtube. Per fortuna che non tutti gli youtubers vengono per nuocere. E se da un lato abbiamo le sosia di… – mettete il nome di una cantante procace o di una maiala che canta, e non solo, a vostro piacimento – o il sosia di… – mettete il nome di un imbambito qualunque – dall’altra parte abbiamo tutta una serie di personaggi che si dedicano al mondo metal.

Si va da chi usa il canale come veicolo promozionale per le sue lezioni di chitarra; voce; batteria; tastiere; basso… poco o niente che tanto non serve; a chi invece si prodiga con improbabili stick-bass/guitar a 10000 corde.

Altri la prendono meno seriamente e uniscono il funambolismo sullo strumento a tutta una serie di facce alla Jim Carrey (o Jerry Lee Lewis se preferite) e una parlantina che logora anche le palle di Cristo.

Ma che ne dite se andiamo a incominciare la nostra specie di carrellata/elenco di questi loschi figuri? Ok!!!

Prima di tutto devo riconoscere che molti sono americani o comunque stranieri. In Italia possiamo vantare Mark the Hammer (vedi foto sopra) e Danny Metal (foto sotto). Il primo, che si mormora abbia suonato la chitarra anche per J-Ax,ha un canale che tiene piuttosto vitale. È un tipo divertente e irriverente, cosa che io apprezzo molto. Riesce a non prendersi troppo sul serio e ha la faccia giusta per fare questo genere di cose. “Insegna” come fare canzoni senza il minimo talento. Alla fine mi riduco sempre a cercare i video di brani famosi in versione “shittyfluted”. Il secondo, Danny metal, propone canzoni di generi diversi dal rock-metal e le risuona/ricanta in chiave metal… o meglio: spesso in chiave nu/modern metal o una roba simile. E lui, beh, mi rompe un po’ le palle sinceramente. Poi la leggenda (leggenda?) vuole che abbia iniziato a girare i locali proponendo quella roba e vabbè… abbiamo già detto tutto.

Passiamo ad altro e, recandoci all’estero, chi abbiamo oltre alla solita miriade di asiatici di cinque anni iper-virtuosi dello strumento (di solito chitarra) impegnati a snocciolare 7000 note al secondo? Abbiamo costui:

Jared Dines. Una palla inumana con il suo stick guitar/bass che starebbe bene montato come timone su un transatlantico! I soliti brani con sonorità Djent (sic!), i soliti video dove dice cose, vede gente… Uff.

C’è anche…

Steve Terreberry. Una faccia di gomma come raramente se ne vedono in giro e una capacità di suonare come già si è visto spesso. Endorser Kiesel? Boh… può essere. Comunque costui fa del “virtuoso-guitar-cabaret” dove, con le sue movenze e smorfie alla Jim Carrey, percula un po’ tutti. Pare molto seguito e a me fa ridere… per poco, poi mi rompo le balle e vado a vedermi…

Domenico Bini. Ueeeeeeeeeeeee!!!

Al banjo abbiamo nientemeno che il redneck Rob Scallon (foto sotto con sitar). Forse è solo una finta e magari è uno sporco Yankee e quel cognomi lì, facilmente storpiabile in qualcosa di più triviale – Scalogn o Scoglion ecc ecc – mi fa propendere per questa ipotesi. Sulla base di Raining Blood risuona tutte le parti di chitarra con il banjo. Lui è sicuramente bravo ma il banjo è uno strumento di merda con quel suono del cazzo che non ho mai sopportato.

Ma prima dicevo che nessuno suona il basso e invece no! Abbiamo il metalmeccanico della situazione che si fa chiamare…

Davie504!! Lui ci mette il basso mentre “la mano” della Famiglia Addams ci mette gli arrangiamenti con gli strumenti che userebbe normalmente un idraulico o, appunto, un metalmeccanico. Potrei a questo punto affrontare la sfilza di tutti gli opinionisti o anche i “reacters”, quelli che reagiscono alla canzone di questo o quell’artista.

Gli opinionisti mi stanno tutti sul cazzo. Primo perché l’inglese lo capisco il giusto e allora metto i sottotitoli. Ma i sottotitoli a volte sono fatti con il culo e allora mi spacco le balle.

I “reacters”, invece, mi stanno ancor più sulle balle. Cioè, voglio dire, che mi frega di vedere un tizio o una tizia che fanno le faccine, ridono, aprono la bocca a dismisura per lo stupore – ‘sti americano hanno sempre queste fauci spalancate gigantesche che paiono debbano ingoiare un Big Mac da un momento all’altro – oppure piangono? Che poi sono patetici dai! Non sanno fare un cazzo eppure sembrano abbastanza seguiti. Almeno le reacters belle tope che ogni tanto si mettono in mostra.

A proposito: è l’era, per fortuna, dei chitarristi donna. Tra le tante, molte iper-virtuose e che coverizzano brani di Jason Becker; Steve Vai; Randy Rhodes; Malmsteen e compagnia balza agli onori della mia lista personale…

Elena Verrier che, come moltissime russe hanno ormai da tempo capito, mette in mostra tutte le sue ehm… doti. Brava ma una palla anche lei. Brani sentiti e risentiti. Se non fosse per quel pentacolo gigante sulle tette non avrebbe tutte ‘ste visualizzazioni.

Abbiamo anche cantanti come Anthony Vincent (foto sopra), che canta in stili vocali diversi spezzoni di canzoni di stili diversi. Il solito minestrone irritante condensato in 10 minuti di video.

La carrellata potrebbe proseguire quasi all’infinito ma lascio a voi, come sempre, il divertimento di scoprirne altri. Io intanto vado a rivedermi il video di Richard Benson. Quello con il pollo, avete presente? Potrei provare a mandarlo a Elena Verrier e chiederle se mi fa la cover del brano suonato dal “Sommo maestro”. Magari esce una figata!