Chi è il più grande truffatore metal del mondo ? Christian Felipe Paucar Toledo!

C’era una volta, specie nell’affollato sottobosco del metal estremo, magari quello più sconosciuto e dei paesi più poveri del mondo, una fitta rete di scambi di cassette, demo tapes e poi cd, perlopiù di black, death e grind. Le fanzine, fotocopiate alla meno peggio, veicolavano una serie interminabile di indirizzi e di contatti, di band, distro ed etichette, i cui nomi assurdi e bestiali, oggi sono quasi scomparsi del tutto. Tra gli anni 80 e fino alla metà dei 90, il tape trading era la spina dorsale dell’underground, il “social network” primitivo che permetteva la circolazione di registrazioni ultra amatoriali nel mondo, di band indonesiane, brasiliane, thailandesi, colombiane. Spesso le distro e le label (una stanzina lurida in una favela o in una bidonville asiatica), mandavano e ricevevano una “master tape” (copia di una cassetta col demo di turno) e una pila di copertine in bianco e nero, la cui qualità era prossima allo zero.

In cambio l’altra ricambiava con la stessa modalità, cosi che ognuno tentava di rivendere le proprie copie, duplicando a spese proprie le cassette vuote, con la copertina inclusa.

Lui!

In questo modo la Sukaminkia Distro di Bangkok si smazzava 100 copie del demo dei cileni Bestial Diahrroea, mentre la Kulorotto Records di Santiago a sua volta piazzava il demo dei thailandesi Ruttor Extreme Pisciator.

Tutto era sancito da un “tacito accordo” d’onore, ovvero che ognuna delle due parti rispettava i patti, concordati, con lettere imbottite di flyer, senza fare la furba e non spedire la propria merce. Questo accadeva nel 90% dei casi, ma, si sa che la disonestà è insita in molte persone, e talvolta una distro / label inculava l’altra, ricevendo i demo, senza spedire un cazzo, cambiando nome e rivendendosi tutto allegramente.

Nasceva così il concetto di “rip – off”, ovvero truffatore, i cui nomi erano condivisi e divulgati attraverso le fanzines, in modo da mettere in allerta i lettori, le band e le distro, per evitare l’inchiappettata.

Tra tutti i rip – off un nome è leggenda da decenni nel marcio sottobosco metal, ed è quello di Christian Felipe Paucar Toledo, peruviano, sposato con un altra truffatrice, ovvero Verónica Arnao Valencia.

che foto di merda

Questo pelato, ha praticamente truffato migliaia di band, distro, etichette, attraverso una intricata rete di complici, indirizzi secondari, false identità, un vero e proprio Al Capone del metal. A oggi è ricercato da un numero incredibile di persone, che si sono fatte irretire attraverso false riviste, false label, false distro, che hanno spedito a Christian un numero incalcolabile di merce, tra cd, vinili, cassette, t shirt, e altre cose ancora.

Le tecniche di manipolazione e di convincimento di Christian contavano sulla creazione di “prime pagine” di false riviste metal, nonché di false label, create così bene che ci sono cascati in tantissimi. Sicuramente il tizio si è arricchito, la cosa strana è che sia ancora vivo, poiché a promettergli un “cappotto di legno” prematuro sono stati in tanti.

C’è chi dice che sia in qualche modo collegato a qualche “cartello” sudamericano criminale, chi dice che agisce da solo, chi asserisce sia una “testa di legno” agli ordini di altri, il mistero su questo individuo è ancora irrisolto.

Sul web ci sono tantissimi siti e pagine dedicati a lui, che descrivono minuziosamente tutta la fitta rete di falsi nomi, una cosa talmente incredibile, da girarci una serie TV su Netflix. In confronto Escobar pare un seminarista timido ed impacciato. Con l’avvento dello streaming e della musica liquida, l’attività di Toledo è diminuita, ma comunque non cessata, forse indirizzata anche su altre categorie merceologiche.

Ogni metallaro che si definisce tale dovrebbe studiare Christian Toledo come una materia scolastica, magari con un pellegrinaggio in Perù. A quale indirizzo ? Indovinala Grillo !!!