Dave Mustaine – Quando i miti nascono!

Di Mustaine si è sempre detto tutto e il contrario di tutto. Dalla sua estromissione da quella band che sarebbe poi diventata la più grande e imponente Metal band mai esistita, il chitarrista ha fatto parlare di sé in maniera costante e non sempre le parole usate nei suoi confronti sono state lusinghiere. Di sicuro è un personaggio particolare, più unico che raro, una mente geniale e un musicista eccellente.
Dave nasce da una famiglia benestante, papà impiegato in banca e mamma donna delle pulizie, famiglia che però si distrusse a causa dei problemi del padre legati all’alcool, così il piccolo Mustaine, per fuggire da una realtà incolore e da cui a quei tempi ha già guadagnato una certa indipendenza, decide di avvicinarsi alla musica. Come molti degli adolescenti dell’epoca inizia ad appassionarsi al Rock più spigoloso, quindi Sabbath, Diamond Head, Maiden, Alice Cooper e Scorpions sono ascolti abituali, e, anche grazie a queste band, nel 1981 succede il fattaccio. Lars Ulrich (sempre lui) fa pubblicare un annuncio per reclutare un chitarrista solista per una banducola che ha preso in prestito il nome di una fanzine: i Metallica. Il resto, la sua cacciata dal gruppo, i problemi con la droga e l’alcool sono storia conosciuta da tutti.

DAVE MUSTAINE: il mito e i Megadeth

Dopo aver composto alcuni dei riff più belli dell’inizio di carriera dei Metallica, Mustaine decide di formare i Megadeth e provare a fare le scarpe ai suoi ex colleghi. Ovviamente la storia ci dirà che il divario tra le due band, a livello economico soprattutto, è e resterà sempre incolmabile, ma nel corso degli anni Dave qualche rivincita nei confronti dei suoi ex comprimari se ne è presa eccome. I Megadeth erano e sono una band infinitamente superiore ai Metallica sia sotto il profilo tecnico che compositivo, e già dall’acerbo esordio iniziano a trasparire delle caratteristiche che quei quattro possono solamente sognarsi.

Ovvio, dischi come Ride the Lighting e Master of Puppets, seppur meno complessi e tecnicamente meno “estremi”, restano oggi ineguagliati ma Peace Sells e Rust in Peace, soprattutto sotto il punto di vista tecnico ecompositivo, possono vantare il fatto di aver influenzato paurosamente tutto il Metal dal 1986 in poi e di essere, a ragione, considerati tra i capisaldi del Thrash metal e del Metal in generale.

Ma cosa sono i Megadeth? I Megadeth, per certi versi, sono stati la band Metal per eccellenza. Il loro connubbio di tecnica, potenza, gusto melodico, groove, e velocità è da sempre un marchio di fabbrica praticamente irraggiungibile. Sia chiaro, di band geniali nel genere ce ne sono tantissime, basti pensare ai Voivod o ai più moderni Vektor e Meshuggah, ma i Megadeth, a parere di chi scrive e non solo, hanno sempre avuto qualcosa in più.

 

La formazione storica della band, quella formata da Mustaine, Ellefson, Friedman e Menza è stata praticamente la formazione perfetta (anche se io ho sempre sognato una line-up con Mustaine e Waters, che stava anche per realizzarsi ma che probabilmente sarebbe durata due giorni) e ha dato vita ai due capolavori chiamati Rust in Peace e Countdown to Exctinction. Per molti invece il picco dei Megadeth è stato Peace sells…but who’s Buying, per altri So Far, So Good, So What…, cosa che, al di là delle opinioni, fa capire il valore che la band ha rivestito nella scena Metal mondiale praticamente da subito.

Prendiamo ad esempio Holy Wars…the Punishment Due: stiamo parlando di un lungo brano privo di ritornello, con svariati cambi di tempo e partiture strumentali ad alto livello di complessità tecnica, con pattern di batteria travolgenti, assoli velocissimi e una voce fuori dalla norma. Eppure è riconosciuto come uno dei più grandi brani mai partoriti da una band metallara. Ed è proprio qui che sta la grandezza dei Megadeth: riescono a coinvolgere e ad appassionare il pubblico pur suonando un genere particolare e di non facile assimilazione. E questo succede fin dagli esordi.

Dave Mustaine: la voce dei Megadeth

L’ugola di Mustaine è quanto di più particolare si possa trovare nel panorama Metal e, ciò che ha caratterizzato maggiormente la carriera dei suoi Megadeth. Dotato di un timbro nasale esasperante, una pronuncia marcata e un’estensione notevole, Dave risulta praticamente irriproducibile per il tipo di dinamica che ha saputo, negli anni, dare alla sua voce. La sua principale caratteristica è quella di imprimere alle metriche vocali un’andatura biascicata, quasi parlata, prememdo la lingua contro il palato e imprimendo alle parole accenti e armonici che risultano difficilissimi da riprodurre. Non usa quasi mai il diaframma, canta con la gola quasi strozzata e riesce a creare un graffiato armonico da brividi.

Un chiaro esempio di quanto ho appena scritto è la metrica usata per il brano Peace Sells in cui sembra quasi parlare ma riesce a imprimere alle linee di voce un incedere marziale e ritmato. Ha un senso della melodia particolarissimo, il ritornello di Symphony of Destruction ne è un chiarissimo esempio e riesce ad imprimere a ogni singola parorla un’enfasi trascinante pur non alzando mai di tonalità la voce. Purtroppo in tempi recenti Mustaine ha subìto un’operazione al collo, cosa che ha di molto inficiato la sua capacità di cantare.

Oltre ad essere un cantante di assoluto valore, Mustaine è semplicemente divino alla chitarra. Probabilmente è la ritmica più perfetta di sempre, anche superiore ai mostruosi Hetfield, Darrel e Waters, e si piazza tra i primi 10 di sempre anche per quanto riguarda la parte solista.

L’ossessione per i Metallica, la morte dei Megadeth, la rinascita.

Come tutti sanno, Dave Mustaine, soprattutto negli anni ’90, sviluppò una vera ossessione verso la sua ex band, cosa che lo spinse nel tentativo di eguagliare ciò che i Metallica stavano facendo. Il Black Album è stato per lui il colpo di grazia, tanto che lo portò ad ammorbidire il suono dei Megadeth e a produrre musica sulla scia di quanto fatto dai Metallica per provare a raggiungere le vette toccate da questi ultimi. Da lì inizia il periodo più buio per i Megadeth, al punto di spingere Dave di nuovo sul sentiero della droga, alla rottura con Menza e Friedman e alla pubblicazione di dischi non all’altezza del nome, come il pur buon Youthanasia, il decente Criptic Writings e il pessimo Risk.

Per molti Youthanasia rimane un grande album, ma chi, come il sottoscritto, lo considera la brutta copia del Black Album e l’inizio del tentativo di portare i Megadeth su lidi più commerciali, non può che essere un mezzo fallimento.

Seguiranno vari cambi di line-up, l’abbandono di Dave Ellefson e il ritorno a livelli notevoli grazie alla pubblicazione di System has Failed e United Abominations. Grazie a questi due album Dave Mustaine riprende a comporre in modo degno della sua storia con il grandissimo Endgame, intervallato poi dal piacevole 13 e dall’insulso Supercollider, fino alla pubblicazione del capolavoro Dystopia.

Mustaine sta ora combattendo contro un male alla gola, ma è ancora più recente la splendida notizia che i Megadeth torneranno in a breve in tour e che la salute di Dave sia notevolemente migliorata rispetto alle settimane dopo l’intervento. Inoltre, tra poco avremo l’opportunità di ascoltare qualcosa del nuovo disco.

In conclusione.
La figura di Dave Mustaine rimane probabilmente una delle più emblematiche dell’intera scena Metal mondiale, un artista completo e di una imprevedibilità disarmante. Stronzo, antipatico, pieno di sé, autoritario e cagacazzi ma assolutamente unico e geniale. Chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscerlo, non potrà che riconoscerne il grandissimo carisma e la forte personalità, chi non ama i Megadeth ma lo riconosce come un grande musicista è sulla buona strada, chi lo critica per partito preso o non lo apprezza come uno dei migliori musicisti e compositori del panorama Metal mondiale, beh, semplicemente non capisce un cazzo.