Cari equinidi dalle indomite chiome, cercatori di thrash e divoratori di furenti cavalcate, eccovi serviti. A sconvolgere i miei giorni d’inverno, passati a saldare e rettificare strane motociclette, che presto avranno briglia sciolta sull’asfalto nazionale, è arrivato Nanotech degli Euphoria, un album scarno e violento, tecnicamente ineccepibile e che non mancherà di estasiare parecchi di voi.
Sei pezzi senza compromessi, un thrash futuristico di assimilazione immediata in grado di dare dipendenza; uno di quei dischi che minacciano di piazzarsi per lungo tempo nella mia playlist. Mezz’ora o poco più di metallo che lascia dietro di sé un sorriso soddisfatto, come una bella cavalcata a centocinquanta dove proprio non si dovrebbe.
A partire dalla tecnicissima Electro Hypnosis, col suo inizio da colonna sonora shi-fi che evolve in un’aggressione senza pietà, fino alla conclusiva Brainstorm che chiude l’album con un ritmo forsennato, Nanotech risulta essere un disco di rara bellezza nel quale tutti i particolari sono curati all’inverosimile. Nessuna zona riempitiva per gli Euphoria, solo thrash puro liberato da tutta la zavorra stilistica o velleitaria che che non serve per poter arrivare più veloce e distruttivo al cervello di chi ascolta!
Tra i pezzi si fa notare la bellissima Machanical Carnivore, con una ritmica che cambia svariate volte e un assolo dissonante che lascia spiazzati al primo ascolto, ma non può che conquistare e rimanere in mente. Anche Labirinth Online, con i suoi assoli particolari, la voce più violenta e con parti veloci alternate a momenti meno sincopati è da sentire di corsa.
Dopo il precedente Operation : Genesis dagli Euphoria non sapevo cosa aspettarmi e devo dire che questo meraviglioso scrigno di sonorità, calibrate con attenzione, non può che confermare il giudizio positivo sulla band del Michigan: gruppi così mi fanno capire che il thrash e le sue varie derivazioni sono ben lungi dall’aver detto tutto!