L’ho atteso per mesi, un po’ per il desiderio di tornare a Roma e riabbracciare molti amici che per ovvie ragioni geografiche vedo di rado, un po’ perchè negli ultimi tempi, in Italia, i festival dedicati all’heavy metal tradizionale e rivolti all’underground, stavano pericolosamente scarseggiando. Il Metal Conquest era un’occasione davvero imperdibile e così ho affrontato la lunga trasferta, tornando a casa pienamente soddisfatto e con la speranza di non dover attendere troppo per rivivere una simile esperienza. Nella Capitale ho goduto dell’immancabile visita da Ace Records, negozio di dischi che ogni vero appassionato di hard’n’heavy ha l’obbligo morale di visitare prima o poi, gestito da Stefano, uno degli organizzatori dell’evento. Poi ho vissuto una serata di festa in una piazza romana, in compagnia di metallari provenienti da tutta Italia e non solo, respirando un’atmosfera davvero speciale, unica, come non mi capitava da molto tempo.
Il Metal Conquest è stato un festival orgogliosamente rivolto ai difensori della Fede, presentando un bill omogeneo, comprendente gruppi aderenti all’epic metal e all’heavy doom, con la chiusura affidata ai veterani della new wave of british heavy metal Witchfynde.
In una location davvero molto bella e ampia, dotata di un’ottima acustica, sul palco si sono alternate nuove leve e vecchie conoscenze, proponendo l’esordio assoluto degli emiliani Canticle – che a breve pubblicheranno un mini-album – e rivelando una bella sorpresa come i finlandesi Chevalier, alle prese con un convincente epic metal tra lo stile sferragliante dei Brocas Helm e i grandi Omen, infine rafforzando ulteriormente il ruolo di grande promessa dei nostrani Vultures Vengeance, autori di una prestazione tutta fuoco e fiamme, il cui show, senza dubbio, è stato il migliore del festival: roba da esaltazione pura!
I The Black di Mario Di Donato hanno spostato le sonorità verso l’heavy doom dai risvolti epici e mistici; poi è stata la volta dei Solstice, autori di una prestazione solida, penalizzata solo dalla poco convincente prova dietro al microfono della nuova cantante Hagthorn. A chiudere l’evento ci hanno pensato i sopraccitati Witchfynde, ancora in bella forma e in grado di esaltare il pubblico con i loro classici tra i quali Give ‘Em Hell, Moon Magic, Cloak and Dagger e Conspiracy.
Il Metal Conquest è stato possibile soprattutto grazie alla passione sincera di poche persone, che credono nell’heavy metal e che si sono sbattute per renderlo realtà: persone la cui energia positiva è oggi indispensabile per mantenere vivo l’interesse degli appassionati. Per questo ho voluto realizzare una breve intervista alla madrina dell’evento: Alicia Ratti, che ringrazio personalmente per avermi dato in qualche modo l’opportunità di vivere un breve e piacevolissimo soggiorno romano, ma soprattutto perchè noi, che amiamo l’heavy metal tradizionale e che abbiamo voglia di andare oltre ai soliti nomi noti, abbiamo ogni tanto il dovere di rendere omaggio, oltre che ai musicisti, anche a chi si impegna in prima persona per darci l’opportunità di vivere questi eventi.
Ciao Alicia, dopo aver partecipato al Metal Conquest, durante il viaggio di ritorno ho voluto inviarti un messaggio di ringraziamento per la buona riuscita dell’evento, perchè ritengo doveroso far sentire la mia gratitudine nei confronti di chi, come te, si sbatte per organizzare un evento heavy metal interamente dedicato all’underground in Italia. Vorrei cominciare l’intervista chiedendoti quali sono state le principali difficoltà che avete incontrato da un punto di vista organizzativo.
Ciao Pietro e grazie mille! Le difficoltà principali sono state iniziali, per strutturare l’evento come si deve avevamo bisogno di trovare una location adatta, che non è arrivata subito, infatti, come saprai, c’è stato un cambiamento in corso d’opera. Fortunatamente la scelta finale è stata ottima! Non ci sono state altre grosse difficoltà in particolare!
A evento concluso, quali sono stati i gruppi che avete contattato prima di definire il bill e che sono saltati? C’è stata una trattativa con una band in particolare andata in fumo e che giustamente ti ha fatto incazzare?
I gruppi che abbiamo contattato sono stati quelli del bill definitivo! Siamo stati fortunati perchè l’idea iniziale non è stata differente da quella finale!
Quando ti ho scritto sono rimasto piacevolmente sorpreso dal tuo entusiasmo. Naturalmente è normale essere felici dopo un evento ben riuscito, ma nel tuo caso c’era un’energia positiva, quasi contaggiosa, rivolta anche al futuro della nostra musica preferita, e ti confesso che in un primo momento tutto ciò mi ha spiazzato. Che cosa ti porta ad essere così fiduciosa sul futuro dell’heavy metal alla luce delle molteplici lacune e dell’ostracismo generale che da sempre lo circondano in Italia?
Sono fiduciosa perchè sabato le persone ci hanno dimostrato che la passione e l’impegno in ciò che si fa ripagano sempre. Diverse persone in fase organizzativa e in serata si sono fatte avanti per dare una mano, coinvolte dalla grande energia che ha portato avanti questa iniziativa, e con il loro contributo è stato possibile mandare avanti la serata ancora meglio del previsto!
E’ stata una bella situazione dove l’organizzazione, le band e il pubblico sono stati bene e questo non può che spingerci a continuare ad impegnarci per far sì che le cose vadano avanti e che vengano coinvolte sempre più persone, che ci permetteranno di offire una proposta musicale sempre più ampia. Siamo convinti che sia importante creare un clima positivo e collaborativo per riuscire a trasmettere agli altri quello che questa musica regala a noi.
Ci saranno sempre persone che si lamenteranno della scena italiana, e persone che invece nel loro piccolo cercano di darsi da fare; sono convinta che l’atteggiamento giusto sia guardare di più verso queste ultime.
Sappiamo bene che tra una decina d’anni o poco più spariranno -per ovvie ragioni di anzianità- molti gruppi storici dediti all’heavy metal tradizionale. Nomi che da decenni appassionano i metallari di tutto il mondo e la cui presenza, purtroppo, è da sempre necessaria per richiamare l’attenzione degli appassionati ad ogni evento dedicato all’underground, eventi che altrimenti finirebbero per essere snobbati se presentassero un bill interamente composto da nuove leve. Quali sono le tue considerazioni a riguardo?
Io per prima sono fan di molte band storiche e amo avere la possibilità di chiamarle a suonare ad una serata che organizzo personalmente, allo stesso tempo mi piace seguire le nuove proposte e soprattutto vedere i loro live. E’ molto importante per me dedicare spazio ad entrambe le “categorie”, soprattutto perchè spesso il pubblico italiano non segue molto queste nuove realtà. Secondo me molte nuove band, che suonano regolarmente nel resto d’Europa, non sono conosciute in Italia, spesso per una questione di pura pigrizia, ma nel momento in cui diamo la possibilità a queste band di farsi conoscere un pò di più il pubblico reagisce eccome, perchè si parla di validissime realtà e penso che sia doveroso cercare di dare visibilità a quelle band che saranno appunto il futuro del metal “tradizionale” tra qualche anno!
Qual è secondo te la strada giusta da percorrere per riaffermare l’heavy metal tradizionale anche tra i più giovani in un momento musicalmente così confuso?
Penso che le nuove generazioni vadano incoraggiate nelle loro iniziative e dare modo di vedere i lati migliori della musica e di ciò che ci gira intorno. Ormai è una vecchia storia: le generazioni prima della nostra criticano quella successiva e la nostra critica quella dopo di noi. Fatto sta che non siamo eterni e indubbiamente sarebbe bello sapere che si riuscirà a mandare avanti una scena musicale nel tempo anche infondendo la nostra passione e la nostra competenza in materia a persone più giovani di noi e dargli il giusto spazio.
Tornando al Metal Conquest, c’è stato un momento particolarmente divertente o curioso accaduto nel backstage?
Purtroppo a causa delle mille cose da fare sono stata poco nel backstage, e solo di passaggio frettolosamente. Forse una cosa particolarmente divertente sono stati i Vultures Vengeance che insegnavano il gesticolare tipico di stampo italiano agli Chevalier che si sono impegnati molto ad imparare.
Ci sarà una seconda edizione? Nel caso, cosa miglioreresti?
Sicuramente è nostra intenzione organizzarla e per quanto ci riteniamo soddisfatti della serata, per fortuna c’è sempre qualcosa da migliorare, dagli spazi dedicati agli stand, al numero di persone coinvolte nello staff e tante altre piccole cose che ci permetteranno di gestire tutto al meglio! Dopo questa prima edizione ci aspettavamo di tirare il fiato e di sentirci sollevati da una fatica, invece ci sentiamo come se il lavoro non sia stato ancora portato a termine: in altre parole siamo pronti a continuare!
Hai dormito la notte che ha preceduto l’evento? C’è stato qualche momento di preoccupazione durante il suo svolgimento?
La notte che ha preceduto l’evento dormire è stata sicuramente un’imposizione per arrivare riposata alla mattina successiva! Per quanto riguarda le preoccupazioni, sono molto più ansiosa nella fasi di preparazione all’evento perchè pochi giorni prima e durante l’evento stesso tutto è già stato fatto e da gestire ci sono magari intoppi dell’ultimo minuto per i quali nessuno può permettersi di preoccuparsi, ma semplicemente bisogna risolvere tempestivamente!
Sicuramente un momento di panico è stato quando il volo dei solstice ha avuto qualche problema ed è dovuto tornare a Francoforte, ma alla fine tutto è andato per il meglio: il volo è stato riprogrammato e sono riusciti ad arrivare a Roma in tempo per il festival, e nonostante la grande stanchezza data dal lungo viaggio ci hanno regalato uno splendido show!
Organizzare eventi come il Metal Conquest è un atto di eroismo al giorno d’oggi e nel nostro Paese, in passato hai organizzato altri eventi, giusto? Ci presenti gli altri organizzatori?
Sì, ho organizzato altri eventi in passato ma ovviamente questo è quello di cui ad oggi sono più soddisfatta! Gli altri organizzatori soono Lorenzone e Stefano! Lorenzo è proprietario del Full Moon Club a Roma, e ci siamo conosciuti proprio lì quasi tre anni fa. Parlando venne fuori che anche lui avrebbe voluto organizzare un festival in tempi futuri! Stefano è invece il proprietario di Ace Records a Roma, il mio negozio di dischi preferito, ci siamo conosciuti qualche anno fa, quando aveva messo lo stand al Run To The Hills Festival; allora il negozio non era ancora aperto, e io non abitavo ancora a Roma. In seguito al mio trasferimento e dopo una delle cento chiacchierate in negozio è venuta fuori anche questa iniziativa. Sono molto contenta della nostra collaborazione perchè con me condividono gli ideali su cui si basa l’organizzazione del festival e sono persone entusiaste e appassionate che hanno sempre una carica positiva di fronte alle situazioni!
Come ti ho già detto in apertura di intervista, sono rimasto piacevolmente colpito dalla tua energia positiva e dalla tua passione genuina. Ti ringrazio infinitamente per aver messo in piedi un evento simile e per la tua disponibilità. Sono onorato di aver partecipato al Metal Conquest, e spero con tutto il cuore che la nostra musica preferita possa continuare a godere del coraggio e della passione che tu e i tuoi compagni d’avventura avete messo al suo servizio. In conclusione, hai un messaggio da rivolgere agli appassionati italiani?
Grazie mille per le belle parole, significa molto per gente che ci mette il cuore. Quello che posso dire è che in Italia vorrei che la gente fosse più unita e che tutti dessero una mano a migliorare la situazione. Molti eventi sono finiti perchè molta gente purtroppo smette di andarci per chissà quale motivo. Il problema è che nonostante tutti noi abbiamo gusti diversi, diverse priorità e soprattutto diverse disponibilità economiche, dobbiamo venire a patti che il metal è un genere che si regge sulle teste di pochi veri appasionati e tutti dovrebbero aiutare tutti al massimo delle proprie possibilità, senza giudicarsi l’un l’altro, senza stupide invidie da prime donne, il metal è qualcosa che dovrebbe unire e non dividere, e se si contribuisce ad alimentare un evento, questo fa bene a tutti, perchè tutti nel nostro piccolo possiamo contribuire a creare qualcosa di grande e bello. Negli altri paesi ci riescono senza problemi, sarebbe bello riuscirci anche qui.