Da troppe parti il popolo del metal invoca a spada tratta una sorta di “moralissima crociata” contro i presunti nemici, contro le cose “che sono intollerabili”, contro “lo streaming ha ucciso l’acquisto dei cd”, contro “nessuno partecipa ai concerti” e contro chi “non sostiene la scena”. Tutte cazzate, o almeno molte di esse. Parliamoci chiaro, tanti di questi Savonarola del purismo a tutti i costi sono chiaramente degli ipocriti, e più o meno velatamente, hanno dei tornaconti personali. Vediamo di analizzare una tipologia di questi soggetti, anche se ce ne sarebbero molte altre.
1) LE COLLEZIONI DI CD: Tutti si vantano di “comprare cd e vinili”. Hanno tutti questi soggetti in casa collezioni ciclopiche? No, sbagliato. C’è qualcuno che ha migliaia di cd e vinili, ma ci sono tantissimi metallari che di cd e vinili a casa ne hanno 150, a dire tanto ne comprano uno al mese, ogni due mesi, ma fanno la morale a chi “ascolta Spotify” e non ne compra. Si sentono a posto con la coscienza e si scagliano contro chi preferisce non avere mensole di roba a fare polvere. Si mettano l’anima in pace, quando moriranno, i loro cd verranno venduti da figli e nipoti (se ne hanno) perché non sapranno cosa farsene, o verranno buttati via nel 2079 come chincaglierie senza utilizzo pratico. Fatevene una ragione. Inoltre tanti di questi soggetti si fanno gli mp3 per il cellulare o la chiavetta per l’auto e il cd non lo toccano più. Plastica inutile su una mensola.
2) I CONCERTI LIVE: Tanti di questi metallari che si scagliano contro chi “non sostiene la scena live”, ai concerti ci va perché li ha a 10 minuti da casa, entra gratis in quanto amico /amante / groupie / membro della band, amico della band, amico del proprietario e compagnia cantante. Non spende un centesimo, grazie al cazzo, comodo così, una meraviglia. Altri, per carità, si sbattono per muoversi e presenziare a millemila concerti, ma hanno SOLO quello come hobby, quindi facile destinare il denaro su una cosa sola. Se una persona ha molti interessi, difficile che debba non pensare come dividere le somme da investire sulle varie passioni. Poi non tutti hanno disponibilità economica tale da “sperperare” i soldi in live. C’è chi ha moglie, figli, mutui, lavori precari. A questi di “sostenere la scena” giustamente non frega una minchia, devono cercare di arrivare a fine mese senza affanno.
3) I TACCAGNI DELL’AFFARE: Chi bazzica il mercato dell’usato, sia reale che virtuale, ha avuto a che fare con buona parte di questi “defenders of the faith”, i quali, da buoni, anzi ottimi taccagni, sono quelli che setacciano ossessivamente la rete e i mercatini del disco, in caccia dell’affare. Benissimo, nulla di male, fino a quando, non mostrano la loro bieca e reale faccia, dietro la maschera dell’ipocrisia. Sono quelli che, su Subito, su Kijiji e sui vari gruppi Facebook di compravendita, contattano chi vende cd e vinili, sfiancandoli con proposte assurde, manipolazioni mentali da mercato del pesce, diktat spietati e cattiveria chirurgica. Se Tizio vende vari cd a 5 euro, loro IMPONGONO “no, io li pago 3 e ti sto facendo un favore”, criticando la presunta speculazione, o che loro tanto li trovano a 2, o che “se non li vendi a me non te li compra nessuno”.
Ci sono gli stockisti, quelli da “100 cd a 1 euro, li prendo a questa condizione, oppure nulla”, gli stalker che per un pezzo raro che è in vendita al (giusto) prezzo, mandano 9 mila mail tentando di accaparrarselo a 7 euro, tentando ogni mezzo, anche quelli sleali. Gli scambisti, che propongono “il tuo Megadeth prima stampa in vinile rosa contro 4 cd dei Bamba Boys di Vimercate, roba figa eh, ci guadagni tu”, e infine, i meravigliosi, quelli del “compro usato, vendo antico”, che vogliono comprare a te per 1 euro a pezzo, ma loro poi rivendono a 9 euro lo stesso cd e si incazzano se qualcuno gli dice “eh, ma è tanto, tu sei quello che compra a 1, so chi sei”. Questi soggetti, biechi affaristi, sono quelli che si scagliano contro chi “fate morire il cd, le band e la scena”. Non hanno MAI speso più di 3 euro per un cd e vogliono che tu ne spenda 20 per quello di una misconosciuta band, per dimostrare che “sostieni il metal”. Caproni.
4) LA BAND LOCALE: Spesso a scagliarsi come puristi contro “non venite ai live, sostenete la scena”, sono tutti quei musicisti di band semi amatoriali, che non si incula nessuno, che vorrebbero essere super pagati per suonare, arene piene di folla ai loro concerti, MA loro stessi NON si presentano MAI ai concerti delle altre band. Puristi della minchia a doppia faccia, “da me venite e sostenete, io dagli altri non vado”. Piena l’Italia di gente così.
5) METAL UNICA RAGIONE DI VITA: Sono i peggiori puristi, quelli che a 40, 50 anni girano ancora con il chiodo e lo smanicato con 100 toppe, pelati davanti con il capello lungo di dietro, jeans strappato elasticizzato e scarpette bianche con la riga blu, stile thrasher bay Area alla Homer Simpson, parlano di metal 24 /24 per 7 giorni su 7, e non hanno null’altro nella vita. Qualcuno è un disperato incel, altri rifiutano la modernità e l’evolversi della società. Accusano i loro coetanei di non “sostenere la scena”, quando a 40, 50 anni giustamente la loro vita ha preso altre direzioni, un bel lavoro magari, una famiglia a cui dedicarsi, altri interessi e hobby, pur amando ascoltarsi qualche album di tanto in tanto. Non è l’oltranzismo che fa un metallaro più o meno puro.
6) I MONO PURISTI: Accusano che “il metal è una fede, nessuno la sostiene più”, ma oltre a 2, 3 band non vanno. Per loro sostenere la scena è adorare alla follia gli Iron, i Judas e i Metallica, stop. Però accusano gli altri che non comprano cd e non vanno ai live. Loro comprano i cd e vanno ai live TRE VOLTE L’ANNO, e solo per quei pochi nomi. Vorrebbero che gli altri presenziassero a tutti i live da 20 persone e comprassero i cd della band italiana di nicchia, ma SONO I PRIMI a non farlo. Ipocriti.
Considerazione finale: Non è meno “metal” uno che ha smesso di comprare cd o ad andare ai concerti, di uno che ci va tutte le sere, non esiste un “tabellino segnapunti”, una tessera fedeltà metal coi bollini, non esiste una classifica del “perfetto metallaro” tipo tennis… ognuno fa quello che vuole ok ? Se uno vuole sentirsi i dischi su Youtube o su Spotify va benissimo, se invece di andare ai concerti non ci va, o se li guarda sul web, va bene uguale. La parola libertà, per i soggetti sopracitati ha doppio significato, libertà per loro di agire e criticare, libertà per l’accusato di essere un reietto. NO !!! Ognuno col tempo e i soldi propri fa quello che vuole. Punto. E non scassa la minchia agli altri.