harsh noise wall

Oggi a loro e domani a voi – Bandcamp e il genocidio dell’Harsh Noise Wall!

E se una mattina vi alzaste, apriste la vostra libreria digitale e scopriste che metà dei vostri acquisti, pagati con vero denaro, sono andati persi per sempre? Non parlo di assenza di connessione internet, non parlo di un hard disk esterno bruciato o il mobile dei cd masterizzati per terra. Parlo proprio che la vostra libreria online, che sia Itunes o altro servizio, è stata cancellata senza il vostro consenso.

A musicisti o anche produttori musicali e graphic designer (amatorialmente cerco di essere un po’ di tutto per hobby) piace eccedere nel proprio immaginario. Vissuti i più con tra le mani il primo indimenticabile disco dei Brujeria, o palesemente disturbati dai primi album dei Carcass e Dead Infetion, è chiaro che quell’immaginario grottesco che portò il metal a un nuovo livello ha segnato molti di noi fruitori di musica estrema.

Qualcuno è andato oltre, sviluppando sottogeneri (vedi gorenoise e affini) associandoli a cover più che di dubbio gusto, una vera e propria gara degli eccessi che al confronto cover come quelle dei Cannibal Coprse, per citare i più sputtanati, sembrano disegni usciti dalla scuola materna.

Roba tipo questa:

Nel substrato musicale poi si sono formati sempre nuovi generi, che non solo col metal non centrano un cazzo, ma certe volte non centrano un cazzo proprio con la musica.

Prendete il filone industrial e new wave, ok? Bene ora dimenticatelo, perché dobbiamo proprio andare oltre con il rumore (conosciuto anche come noise).

Vuoi che sia senza un tema specifico, o con temi politicamente estremi, o anche incentrato in un immaginario gore, il noise è quel genere a cui molti si avvicinano, ma pochi ne rimangono folgorati.

Negli anni gli strumenti di distribuzione digitale, fra tutti Bandcamp, hanno permesso non solo alle label, ma anche ai singoli artisti di promuoversi. Immaginate uno spazio libero, senza limiti di caricamento di album, giusto 300 mega wav o flac a file per gli utenti che non usano il servizio premium.

Immaginate la possibilità di crearsi il proprio orticello, un piccolo store; dall’artista al pubblico senza troppi passaggi intermediari; dallo streaming gratuito all’acquisto diretto del digitale, o anche di oggetti fisici come cd, maglie o che cavolo vi pare, a patto di dare una percentuale degli introiti al sito.

Raga il paradiso.

Ho sentito gente lamentarsi di dover pagare questa tassa, ma ehi… se vi da fastidio pagatevi da soli il server, l’host, il dominio e pure il webmaster che vi faccia un lavoro decente col sito!

Tra le varie opzioni vi sono anche i tag, per meglio identificare le vostre uscite, il vostro progetto, la vostra label per il pubblico su google, con la funzione ricerca, ma anche con la semplice funzione discovery. Vi piace il funeral doom jazz rock? Benissimo, cercate quel tag e scoprite le più recenti uscite sotto quel genere, o gli album più venduti.

Cosa cazzo volete di più? DAVVERO COSA CAZZO VOLETE?

Ma niente è perfetto. Dai al pubblico della rete la possibilità di segnalare qualcosa che non gli piace e semplicemente sarà come posizionarti a pecora dopo esserti lubrificato l’ano con vasellina al feromone di toro durante una corrida.

Ora, per chi non lo sapesse io odio i Social Justice Warrior. Sono democratico e credo che censurare e boicottare il prossimo sia quanto di più infimo tu gli possa fare. Non iniziamo una retorica sul bene e sul male, cosa puoi dire e cosa no, che non è questo l’argomento.

Un genere che però apprezzo molto è l’Harsh Noise Wall; per gli amici HNW. Probabilmente voi neanche sapete di che parlo e la cosa mi rende orgoglioso a dire il vero.

Una mattina un tipo ha scoperto che esistono album di questo genere con cover… estreme?! Titoli… scomodi?! Temi… non apprezzati dalla società?! Vorrei ricordare che esistono l’NSBM e il pornogore anche. No, così giusto per dire.

E allora cosa fa una società che guadagna grossi introiti dalla percentuale delle singole vendite di label e artisti che in alcuni casi pagano anche un servizio premium? Niente, le cancella senza dire nulla.

Molti miei amici si sono ritrovati con giga, se non tera di album cancellati per sempre. Gente che ha comprato discografie, ripeto COMPRATO, si è ritrovato la libreria letteralmente dimezzata.

Qualcuno dirà “non è un mio problema, io ascolto metal!”.

E che cazzo vuol dire?!

Oggi loro, domani voi. No?

È una ruota che gira, che ha colpito una piccola nicchia, ma vedetelo come una prova.

È bastata una qualche segnalazione per cancellare il lavoro di migliaia di artisti, alcuni nascenti, altri che hanno deciso di abbracciare la causa del solo digitale. Semplicemente tutto a puttane.

Io nel mio piccolo sto aiutando un mio amico a ricaricare parte della sua label, ma parliamo di 390 dischi circa usciti dal ’94 a oggi. 390!!! Venticinque anni di lavoro spazzati via come la vostra pazienza a leggere le mie puttanate.

E se domani qualcuno scoprisse che esistono album metal misogini, antisemiti o che istigano al suicidio? Magari qualcuno politicamente esposto, ma che abusa di un genere senza specificare di essere una mosca bianca in un caleidoscopio musicale?

E se domani apriste bandcamp o spotify e scopriste che il metal, senza sfumature, sia stato cancellato da uno di questi servizi perché qualcuno ha iniziato a segnalarlo in quanto offensivo e sgradevole?

Meditate signori. Meditate.