agglutination

Se perfino il Gods Of Metal è morto, chi è l’Agglutination per sopravvivere? Ve lo spiego io!”

Il mio primo Agglutination è datato 2007. Arrivavano i Gamma Ray e fui chiamata “per dare una mano”. Mi davano del voi e mi presentavano come “una brava” e questo faceva ridere perfino me stessa.
La mia prima edizione si svolgeva a Senise, ci misi 12 ore ad arrivare perché sbagliai strada decine di volte e a un certo punto anche il navigatore si rifiutò di rispondere.
Quando andammo a prendere la band in aeroporto Gerardo nazionale (l’uomo dell’Agglutination) volle a tutti i costi che Kai Hansen salisse in auto con lui e dunque anche io mi avventurai.
Ci perdemmo. Per dire.

Eppure rimasi “appiccicata” a questo festival. Mi piace molto l’Into the Grave, mi piace ovviamente il Rockoff, mi piace abbastanza il Summerbreeze ma l’Agglu ce l’ho qui. Nel cuore. Proprio dentro.
Non c’è stato anno che non abbia pensato “basta non ci vengo più”. Un pensiero che si creava nella mia testa verso le 18 del pomeriggio quando inizivo a diventare verde di stanchezza, di polvere e di fame.
E tutti gli anni con Gerardo ci siamo ritrovati a fare conti che non tornavano mai.

Perché il bacino di utenza non ha quasi mai superato i 1000 paganti, poi qualche volta 1200, qualche volta 800, ma mediamente 1000. E quando l’unico modo che hai di lavorare è quello di avere un palco buono, il personale adatto, le backlines dedicate e una produzione che comunque funziona, ovviamente con i conti non ci stai.

E ogni anno le disponibilità economiche si assottigliano fino a puff… scomparire. Quindi quest’anno le possibilità erano nulle.
Ma fortunatamente l’Agglu è anche una famiglia, e quindi molta gente si è mobilitata per “salvarlo”. C’è stato un calore inaspettato e profondo ed è partita una raccolta fondi, cosa che non solo mi ha commosso molto ma che in questo modo rimette in piedi l’idea di portare avanti il festival, magari in forma più semplice ma sicuramente allo stesso modo bella e accogliente, visto che si tratta del festival più longevo d’Italia.

Se perfino il Gods Of Metal è morto, chi è l’Agglu per sopravvivere? Ve lo dico. Si tratta di un festival famigliare ma non una festa di piazza, è un festival piccolo ma non per il cartellone sempre di tutto rispetto, è un festival irraggiungibile ma molti grandi festival lo sono. Rinasce ogni anno dalle sue stessi ceneri. E sarà così anche questa volta.

Ci sono dei disastri che non puoi prevedere. Non importa l’accuratezza dei tuoi programmi… una piccola sorpresa che cambia tutto. E fortunatamente cambia tutto anche in positivo.
Long live Agglutination!