Allora, noi tutti sappiamo da quel dì, che Six Feet Under era un progetto nato dalla volontà di Allen West degli Obituary e Chris Barnes dei Cannibal Corpse, durante un periodo in cui i due si sentirono in qualche modo vogliosi di riportare il death metal alle origini marce e grezze, dato che tra produzioni sempre più sofisticate e furbe (World Demise) e l’esasperazione tecnica (The Bleeding) i due iniziavano a non vedere più la via di casa. Partiamo dalle parole di uno che era coinvolto in modo limitato nella faccenda, Paul Mazurkievicz dei Cannibal Corpse. Quando gli domandarono cosa ne pensasse dei Six Feet Under lui alzò le spalle e disse quello che sapeva: “è un progetto di Allen e Chris. So che usciranno per la Metal Blade e che Allen si occuperà di basso e chitarre, Chris dei testi e la voce. Probabilmente useranno una batteria elettronica”.
Ok, quindi Allen e Chris, nessun altro. Poi nel 2005, West tornò sulla sua uscita dai Six Feet Under dicendo qualcosa di davvero sorprendente a Grind Zone: “Quella era la mia band, nata per unire la volontà di sperimentazione mia, di Terry Butler e Greg Gall. Ci riunimmo e registrammo il nostro primo album su un quattro tracce e chiamammo successivamente Chris Barnes per raggiungerci e cantare sull’album. Lui era appena uscito dai Cannibal Corpse ed era un grandissimo cantante, peccato che le cose fra noi non andarono certo nel migliore dei modi. Divenne quasi immediatamente un dittatore, svogliato e isterico. Figurati che l’ho rivisto ultimamente e si è addirittura rifiutato di stringermi la mano, anzi mi ha letteralmente detto: ‘tu che cazzo ci fai qui? Non voglio più rivederti, hai capito?’. Io sono un ragazzo tranquillo, ma il bello è che non avevo la minima intenzione di incontrarlo. Ero andato a casa di Terry per una birra insieme e l’ho trovato lì. Se non fosse a causa sua i Six Feet Under ci sarebbero ancora. Lui è attaccato solo ai soldi e non gli interessa della musica che propone ai fan. L’importante è l’incasso. Inoltre è una fighetta che teme il confronto diretto, tanto che si è rifiutato più volte di condividere il palco con noi Obituary. Sa che spazzeremmo via la sua musica e allora evita”.
Ora, qualcosa non torna nel discorso di Allen. Alcune delle uscite dei Six Feet Under calzano a pennello con il carattere di Barnes come ce lo descrive Chris, ma bisogna ammettere che c’è anche una mia pregressa riserva nei confronti della produzione del gruppo nel periodo successivo a Maximum Violence, quindi sarei tentato di dare credito allo sfogo di West a pelle. Senonché tutta una serie di fatti negherebbero alcune delle cose che lui dice. Chris Barnes era già nei Six Feet Under prima della sua cacciata dai Cannibal e non è vero che fu coinvolto solo dopo. Era andato in tour con quella band, causando ritardi fatali alle registrazioni di Vile. E quella fu la goccia che fece precipitare le cose tra il singer e il suo gruppo.
Inoltre, se la band era di Allen, come mai fu proprio lui a mollarla a Chris? Poteva cacciarlo e sostituirlo con un altro frontman. E invece la lasciò Barnes, dopo aver scritto tutte le musiche dei primi due dischi.
Al tempo di Maximus Violence, quando sempre i tipi di Grind Zone domandarono a Chris Barnes come mai tra lui e Allen fosse finito il sodalizio, il frontman fu piuttosto evasivo a riguardo. Disse che tra lui e West le cose non andavano da tempo e che per questo motivo avevano deciso di separarsi, ribadendo che i Six Feet Under era stato dall’inizio un progetto concepito insieme da entrambi. Di sicuro se West fosse stato il detentore del monicker avrebbe potuto decretare la fine della band sul serio e non fingere nel 2005 che la band fosse morta e sepolta dopo che lui ne uscì. C’è un motivo per Barnes di sostenere la sua paternità anche se non è così, posso arrivarci, ma non riesco a spiegare come mai da subito Allen non specificò che Chris era stato coinvolto a cose fatte e che non fosse lui una delle due menti del progetto.