copertine

A proposito di alcune copertine dei dischi degli Obituary…

Non so bene come gestire questo box. Non si tratta di una gallery di tutti gli artwork degli Obituary, commentati uno per uno. Non mi interessa farlo. Durante le mie ricerche ho scoperto diverse cose interessanti e sorprendenti, come mi capita ogni volta che decido di approfondire su una band di cui mi illudo di conoscere già praticamente tutto quello che c’è da conoscere. Nel caso degli Obituary ne avrei per venti box. Ce ne sarebbe da fare uno su Don Tardy e i suoi gatti, uno sugli ultimi anni di Frank Watkins nei Gorgoroth e tanti altri ancora. Purtroppo non mi tira di farli ma un articoletto sulle copertine mi sembra necessario.

Ci sono tre cose interessanti a riguardo. La prima è che l’artwork di Slowly We Rot si ispira alla copertina di noto romanzo horror. Ecco cosa dice Peres a riguardo: “Il disegno è di Rob Mayworth, un ragazzo di Tampa, lo stesso che ha realizzato le Hot Tuna T-shirts, così popolari in Florida. Gli ho fatto vedere il nostro vecchio logo e lui ci ha lavorato sopra ispirandosi a una copertina di IT di Stephen King.

La seconda cosa interessante riguarda il pasticcio diplomatico nato intorno alla copertina di Cause Of Death, che per Don Tardy è la più bella e rappresentativa del sound degli Obituary.

Allora, per cominciare si tratta di un pezzo di un quadro più grande. La Roadrunner lo propose al gruppo appena terminato l’album dimenticando che già i Sepultura l’avevano scelta per Beneath The Remains.

Gli Obies se ne innamorarono subito e diedero l’ok per farne la copertina di Cause Of Death e la cosa non piacque molto ai fratelli Cavalera. In particolare Igor.

Gli Obituary chiesero scusa alla band brasiliana. C’era un gran bel rapporto di amicizia tra i due gruppi e i Tardy non si sognavano certo di rovinarlo per una copertina, ma quando i Sep vennero a sapere la cosa, era praticamente tutto fatto. Fu un errore di Monte Conner e pare che ancora oggi Igor non glielo abbia perdonato.

Ma vi ho detto che l’occhio terrorizzato che vi guarda dal 1990 vi implora di acquistare il disco dal 1990, è solo un pezzo del quadro di Michael Whelan, autore di molte altre copertine della Roadrunner di quegli anni. La parte esclusa dalla copertina di Cause Of Death se lo presero i Demolition Hammer per usarla come artwork del loro Epidemic Of Violence, uscito con la Century Media. (Vedi qui sopra).

Per finire una considerazione sull’artwork di The End Complete (vedi qui sopra) che oltre all’album è anche la t-shirt degli Obituary più venduta di sempre. Al tempo, da fan ricordo che la trovai davvero suggestiva e anche originale, perché non c’era un personaggio, solo uno scenario di desolazione estrema, allora infatti almeno uno scheletro, un mostriciattolo, uno spettro decomposto, le band death lo facevano sempre piazzare davanti a un paesaggio brullo e minaccioso. In The End Complete no, c’erano solo i sassi. Il titolo associato a quel disegno poi ha suggerito a tutti un pronostico sull’estinzione umana, diffondendo l’idea che la parentesi ecologista del gruppo nascesse prima del 1994.

E invece è sbagliato. In pratica il gruppo scelse il quadro dopo aver composto il pezzo e solo il pubblico interpretò titolo e immagine come un monito per la razza umana e la sua attitudine distruttiva e irriguardosa verso il pianeta che lo ospita. Con la successiva copertina di World Demise anche il gruppo palesò il concetto suggerito con quella di The End Complete. Il secondo paesaggio senza attori è giudicato però dalla band stessa, ormai a posteriori, troppo debole. In particolare Allen West ha sempre pensato che non fosse brutale a sufficienza per un disco death metal.

La tradizione del paesaggio come protagonista assoluto trova la sua ipotetica conclusione trilogica nell’artwork di Frozen In Time, che sembra una versione natalizia di quello di The End Complete, non vi pare?