La libertà non esiste, ed è un dato di fatto incontrovertibile. Per ottenere la libertà dovremmo essere onniscienti e disgiunti dal limite del corpo e dei suoi sensi fisici. Ancora di più la mente, che è condizionata da tanti fattori che restringono i campi di scelta: ceto sociale, luogo geografico, epoca storica, condizione economica, livello culturale, ambiente sociale, ambiente familiare, ecc ecc. Questo non toglie che ogni persona può acquisire, con vari mezzi, più consapevolezza di sé e di ciò che lo circonda.
Ma un uomo “libero” e consapevole non piace a chi comanda, a chi deve vendere prodotti, a chi deve trarre vantaggi per sé sfruttando gli altri. Ecco che, nel corso dei secoli, chi ha certe conoscenze, ha saputo “imbrigliare” la maggior parte dell’umanità, per fargli fare quello che voleva, convincendolo che la scelta sia libera e completamente presa in autonomia dalla “vittima”. Sono tante le strategie messe in atto, provando a spiegarne qualcuna, forse si potrà rendere più “presente a sé stesso” chi leggerà.
Problema – Reazione – Soluzione
Questa tecnica consiste nel testare la reazione della popolazione mediante la divulgazione di dicerie e idee per valutare come verrebbero accolte. L’analogo mediatico è rappresentato dal creare un problema per poi, in base alla risposta del pubblico, risolverlo ed ergersi a salvatori sociali. Un esempio concreto è applicato nelle pubblicità (televisive sopratutto), dove nel presentare un prodotto, prima si calca la mano su di un problema, lo si ingigantisce e poi si offre la soluzione.
Differire
Consiste nel presentare le decisioni impopolari come “necessarie”, “per un futuro migliore”, o “per il vostro bene”. Porta il pubblico a credere ingenuamente che i sacrifici possano dare come risultato un miglioramento nell’immediato futuro. Così, tutti si abituano a vivere in modo insoddisfacente. E per effetto dell’abitudine, finiscono col normalizzare le circostanze marginali. In un futuro, la popolazione sarà già rassegnata e incapace di pretendere ciò per cui lottava prima.
Promuovere la mediocrità
Questa è una delle strategie di manipolazione mediatica che passano inosservate. I programmi che ci vengono offerti raramente rispondono ai gusti del pubblico, quanto vengono imposti dai mezzi di comunicazione. Da tempo viviamo ipnotizzati dal consumismo e dalla banalità. Non ci curiamo di conoscere quello che ci circonda perché siamo intrappolati in una realtà compiacente.
Autocolpevolezza
Nel momento in cui siamo educati all’ignoranza, i mezzi di comunicazione ci fanno credere di essere i soli colpevoli delle nostre disgrazie e che la nostra scarsa capacità ci trasforma in sfortunati e falliti. Ricercano la autocolpevolezza mediante la propria discolpa. Così annientano la mobilitazione sociale.
Conoscenza del pubblico e delle sue abitudini
Per poter controllare, è necessario conoscere. E le oligarchie attuali si sono incaricate perfettamente di questo. Il progresso psicologico, sociale e tecnologico permette alle grandi imprese di conoscere ogni intimo attimo dell’individuo. Il “sistema” ci conosce e grazie al suo potere può esercitare la manipolazione che più conviene in un determinato momento.
Produci, Consuma, Crepa
Uno degli scopi, oltre al controllo sociale, per mantenere una popolazione “mite e sottomessa”, è quello di vendere merci, servizi e oggetti, per trarre profitto e “nutrire” le elites di benefit e permettergli di accumulare ricchezza. Ecco come si manipola una persona a livello psicologico per indurlo ad acquistare una cosa che, al 90%, non gli servirà a nulla.
Valore
Ognuno attribuisce una diversa importanza a fatti, cose e situazioni. I valori sono soggettivi e sono alla base delle priorità e delle scelte. Perché sia motivato all’acquisto, il cliente deve pensare che sta facendo un affare, deve percepire un valore. Alcuni negozi online promettono di rimborsare la differenza di prezzo nel caso in cui il cliente trovi in un altro store lo stesso prodotto a un prezzo inferiore. Anche il classico “Prendi due e paghi uno” fa leva sulla percezione del valore, facendo percepire che si “sta facendo un affare”, quando in realtà viene solo venduto un surplus non utile all’acquirente.
Senso di appartenenza
Voler appartenere a un gruppo è tipico della natura umana e spesso chi compra qualcosa lo fa proprio per sentirsi parte di una comunità. Le aziende coltivano il senso di appartenenza dei clienti, facendoli sentire membri di una grande famiglia oppure di una cerchia esclusiva. I social media sono lo strumento più usato a questo scopo perché riescono a rafforzare la relazione tra cliente e brand; perché rendono l’azienda più umana, permettono interazioni dirette e danno la possibilità di costruire comunità. Lo scopo finale è ovviamente quello di vendere merce al consumatore finale.
Competizione
Per decidere di comprare, i clienti devono avere la sensazione che quello che si vende loro li renderà migliori dei propri pari. Fare leva sul senso di competizione è tipico del marketing dei prodotti di lusso (auto, orologi, abiti firmati, ecc) ma si può adattare a qualsiasi oggetto. L’importante è sottolineare quanta invidia il nostro cliente potrà suscitare nel prossimo, che sia un vicino, un collega o un familiare.
Gratificazione immediata
Ottenere tutto e subito è un automatismo recente, ma ha subito abituato le persone a non volere aspettare o a “sudarsi” un bene: possiamo farci consegnare qualcosa a casa in un paio di giorni e invece di noleggiare un film in negozio possiamo guardarlo subito in streaming. Questo innesco emotivo fa emergere la velocità o l’immediatezza del beneficio che deriva dall’acquisto del prodotto. In genere si usano parole e locuzioni in grado di trasmettere questa sensazione, per esempio “subito”, “in 24 ore”, “oggi”, “clicca e ottieni subito”, ecc.
Desiderio di essere leader
Aspirazione tipica di quei consumatori che amano provare dei prodotti per primi per poi parlarne a familiari e amici. Persone di questo tipo saranno motivate all’acquisto se avranno la sensazione di essere fra i primi ad aver adocchiato il prodotto.
Desiderio di fare tendenza
È molto comune nelle persone la voglia di sentirsi alla moda e di fare tendenza. In genere si usano le celebrità come testimonial per “solleticare” la voglia di acquistare di chi vuole fare tendenza. La competizione, il desiderio di essere leader e quello di fare tendenza sono leve che scardinano la volontà e la lucidità razionale di molti.
Mancanza di tempo
Giocare sul “non avere tempo”, manipola la percezione che il prodotto “è pronto per l’uso”, e che se acquistato permetterà di usare il tempo risparmiato per altre attività piacevoli. Ovviamente spesso non è così, ma la mente di chi è manipolabile lo percepirà come tale.
Ovviamente la strategia è quella di “attivare” le percezioni del cervello, con suoni, immagini, colori, elementi grafici e parole “chiave”, elementi che combinati tutti insieme manipolano la volontà e nelle persone più “deboli” ipnotizzano, inducendoli all’acquisto. La tecnica degli elementi combinati è usata anche per la manipolazione sociale e comportamentale di cui sopra, poiché inibisce le resistenze mentali.
Essere consapevoli magari non ci salverà totalmente, ma limiterà i danni, che è già un buon risultato.