La fatica di essere un Corpsegrinder!

“Nel 1988 la mia prima band si chiamava Corpsegrinder. Venivamo da fuori Baltimora, nel Maryland. Facevamo death metal. Avevamo un sacco di contatti nell’underground e tra questi c’era Lee Harrison. Lui ci venne a trovare e da come lo sentivo parlare capivo che aveva le idee molto più chiare su come mettere in piedi una band. Non sapevo sei i Corpsegrinder fossero intenzionati a occuparsi di una band a tempo pieno ma io volevo che divenisse la mia cazzo di vita. Io e Lee rimanemmo in contatto e lui mi mandò i demo dei Monstruosity dalla Florida. Finì che andai laggiù per unirmi a loro. Da quando arrivai, Lee iniziò a chiamarmi Corpsegrinder. Non mi sono mai trasferito a Tampa fino a quando non sono entrato nei Cannibal.”

Quando George Fisher diventa il nuovo cantante dei Cannibal Corpse, qualcuno chiede a Barnes cosa ne pensi del suo sostituto. Lui ammette di vedercelo bene, ma lo mette in guardia dal peso fisico e soprattutto psicologico di dover eseguire tutte le sere quei brani. La cosa colpisce perché in qualche modo ammette di aver sofferto uno stress notevole a dover salire sul palco e urlare davanti a centinaia di persone diverse ogni volta, di scoparsi donne morte e infilare oggetti nel culo di poveri bambini. Il suo allontanamento dai Cannibal in fondo non è stato così tragico. Chris ricorda, subito dopo la telefonata di addio di Alex, di aver riattaccato e poi tirato un lungo sospiro. E non sorprende che nei Six Feet Under non abbia più recuperato la pesantezza lirica di Tomb o Butchered, anche se è tornato eccome a occuparsi di serial killer.

C’è una cosa che Barnes però non considera, e cioé la difficoltà di dover prendere il posto di colui che per i fan è e probabilmente rimarrà IL cantante dei Cannibal Corpse.

A tal proposito George ricorda che… Ero in studio nel 1996 a incidere Vile e i Monstruosity avevano un impegno preso in precedenza per un concerto a Montreal. Mi presi un fine settimana di pausa dalle registrazioni e andai lì per cantare con loro. Ero in bagno a prepararmi per la serata ed entrò un ragazzino. Sembrava così triste. Mi disse: “ho saputo che Chris Barnes è fuori dai Cannibal. Cazzo, lui è il mio cantante preferito. Tu prenderai il suo posto…” –   “Esatto” gli risposi, “abbiamo già inciso sei pezzi”. Ma lui sembrò deprimersi ancora di più. Pensai, fanculo stronzetto, ma gli dissi: “prova almeno a sentire il disco, no?

Nel 1996 però, Corpsegrinder Fisher è incredibilmente concentrato e pronto a tutto. Il solo pensiero che lo spaventi davvero non è di dover urlare “I Cum Bloooood!” ogni sera a degli sconosciuti, ma di fottersi le corde vocali a vita nel farlo. E questa paura gliela mise un amico. Leggete qui:

Incontrai King Fowley, il batterista dei Deceased. Era un tipo schietto e onesto. Bisognava prenderlo così. Mi disse che secondo lui non sarei durato perché i Cannibal suonavano tutte le sere e con la mia voce non avrei mai retto. Non me lo scordai. Un anno dopo venne a chiedermi scusa per essersi sbagliato.

Giorgione non lo ricorda volentieri e a volte lo nega ma finì per rimanere senza voce proprio alla prima esibizione ufficiale con il gruppo, al punto che per cantare dovette usare l’effetto octaver per tutta la sera. Poi però si riprese e da quel momento non si è fermato più.

Una volta su Metal Shock lo sottoposero a un terzo grado. Era una ragazza a fargli le domande, non ricordo chi fosse. La cosa divertente è che Corpsegrinder risponde a monosillabi, arrossendo come un bimbo, a ogni domanda sul sesso. Eppure sul palco non ha mai avuto problemi a urlare le sciarade patologiche di Barnes.