Caro Biffi, ma voi chi? Sullo scrivere gratis per amore del metal e vantarsene pure!

Voi che? Voi chi? Mi viene da ridere a leggere quello che scrive l'”esimio collega” Alberto Biffi a proposito di qualcuno che chiede dei soldi per computare recensioni mentre lui e molti altri ne fanno a dozzine per purissima passione. E devono sopportare la jattura di prendere accrediti per andare a concerti di cui non gli frega nulla (e chi ve lo prescrive?) e accolgono con grande disdetta l’ennesimo promo del gruppo black-stoner-doom (magari dove canta proprio uno dei collaboratori della sua stessa webzine) invece di potersi sentire l’ennesima volta The Number Of The Beast, e magari devono imbastire un salamelecco sul gruppo del cugino del caporedattore (esempio a caso) invece di scrivere un bello e corroborante speciale da leccarsi i biffi sull’album degli Airon Maiden del 1982, perché la gente vuol sapere cosa ne pensano gli amici di Loud And Proud o gli amicissimi di TrueHeavyDoometal.it, magari con una bella live, degli anni in cui Steve Harris andava sugli scudi in sella alla batteria terremotante mentre le chitarre al fulmicotone cozzavano ferrigne sull’uditorio bangante, mentre l’ugola impeccabile di Bruce Dickinson, cantava oltre le orbite plausibili, “anche per via delle sue due lauree”. Insomma, lo fate per passione. Lo facciamo per passione e qualcuno invece vorrebbe chiedere dei soldi. Soldi per un lavoro. Ma è inaudito. Chi scrive di metal lo deve fare gratis. Come del resto dovrebbe farlo gratis chi suona e chi organizza concerti e si lamenta che nessuno paga più la musica e tutti scaricano e nessuno esce di casa, tutti davanti a facebook o al concertone dei Metallica. La Tsunami deve pubblicare gratis e ci mancherebbe che i Rhapsody si permettano di domandare una misera colletta, venduti, spacciatori di sogni, traditori della causa.

Cari amici, voi che siete paranoici e non vi azzardate a scrivere una riga di libero pensiero che possa nuocere all’umore di una label o un’agenzia per paura che vi taglino gli “omaggi”, rivendicate una purezza che ha lo stesso colore delle mutande sporche di quanto tornate dal Wacken, magari senza pagare il biglietto, sentendovi professionali.

E se uno si inventa un format al servizio delle band e chiede soldi in cambio, tenta di ribadire una professionalità che si è guadagnato in campi mediatici che voi scribacchini delle webzine vi sognate la notte e cascate dal letto mentre vi succede, cosa fa di sbagliato? Ci prova, se qualcuno lo paga, fessi voi tutti che lo fate gratis. E sono sicuro che se questo succedesse, i puristi della penna metallara diminuirebbero di colpo.

Scrivere gratis perché nessuno ci paga per farlo. Ecco la verità. Scrivere che tanto nessuno ci legge. Perché quella marea di recensione che fate a oltranza non le legge più nessuno e perché siete, care webzine piene di gente pura e idealista, l’ultimo avamposto di un sistema economico che non produce praticamente più un soldo. La passione non è una scelta, non ve ne fate un vanto e non vi lamentate di quanto le label vi fanno sgobbare. Anche loro del resto dovrebbero fare ciò che fanno gratis.