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Le conversioni nel metal – Dall’inferno al paradiso transitando sopra un palco

La nomea di “musica infernale e diabolica” che l’heavy metal ha sempre avuto, fatta di croci rovesciate, demoni, torture, sadismo e cattiveria iconografica (roba da film horror o manualetto di occultismo da bancarella) in realtà spesso è una farsa da operetta.

Al netto della fascinazione e dell’uso di simboli e testi “neri”, in realtà di Diavoli alla Ken Russell ce ne sono davvero pochi. Anche nel black metal la “pars diabolicum” è spesso un pretesto, così come nei generi più estremisti, mentre sempre di più tanti musicisti si stanno, o si sono convertiti, al cristianesimo, passando, come qualche oltranzista e ottuso capellone dice, “al nemico”.

Tralasciando tutto il filone del cosiddetto Christian Metal, i cui esponenti suonano già in partenza coi santini in tasca, nel corso degli anni, i molti che partirono da ben altri lidi, sono infine rimasti fulminati sulla via di Damasco, abbracciando la fede, declinata in svariati modi.

Impossibile racchiudere l’elenco di tutti, comunque una carrellata sui principali idoli della musica metal, conta un buon numero di “pecorelle” tornate all’ovile.

Tom Araya

Partiamo con uno che non si è mai davvero convertito ma che i metallari davano per scontato come sfegatato satanista. Pur militando in una band che utilizza simboli, immaginario e testi estremi e malvagi, infatti Tom Araya è sempre stato cattolico. Sempre.

Nato in Cile e poi trasferitosi in California, ha avuto un’educazione religiosa e ha sempre ritenuto che le canzoni degli Slayer non avessero un messaggio, ma fossero parte di una scelta artistica, come una trama di un film dell’orrore.

“Posso separare le due cose perchè la nostra band è veramente brava in quello che fa. Gran parte delle tematiche anti-religiose sono sviluppate da Kerry King, e mi dispiace dirlo, ma quando le leggo penso che è roba veramente buona, perché riesce a scandalizzare le persone e farle eccitare. Non mi piace giudicare. Non giudico e non voglio essere il primo a scagliare la pietra. La mia fede, mi permette di fare questo. Non sono per chi pensa che la fede sia solo divieti ed imposizioni, e no, Dio non odia nessuno”.

Alice Cooper

Originario di Detroit, Vincent Furnier, figlio di un pastore evangelico, scelse di chiamare la sua band Alice Cooper, pare in onore di una strega di Salem palesatasi durante una seduta spiritica. Dagli anni Settanta in poi ha proposto un hard rock infarcito di immaginario sessuale e horror, diretto e interpretato dal suo alter ego Alice.

Vincent Furnier divenne ostaggio del suo “passeggero oscuro”. che prese il sopravvento. La rockstar iniziò così a confondere vita reale ed eccessi da palcoscenico, diventando schiavo dell’alcol. Alla fine scelse di disintossicarsi e ritrovò la fede che aveva abbandonato all’inizio della sua carriera.

“Sono cresciuto in una famiglia cristiana e amo considerarmi il vero figliol prodigo. Dio ha permesso che io facessi qualsiasi cosa per poi richiamarmi a sé. È come se mi avesse detto ‘Hai visto abbastanza, è ora di tornare a casa’. Ero un alcolista malato, autodistruttivo, sempre ubriaco, vomitavo sangue tutti i giorni. Poi ho ricominciato ad andare in chiesa. Le case, le macchine, le cose materiali non sono la risposta, c’è solo un grande nulla al di là di queste cose. Si dice che nel cuore c’è un buco a forma di Dio. Solo quando lo riempi sei soddisfatto ed è dove sono io adesso. Ed è per questo che io adesso sto bene».

Non ha nascosto la sua conversione e si è molto impegnato ad aiutare i musicisti affetti da dipendenze. «Studio molto la Bibbia, penso che la gente abbia un’idea sbagliata dei cristiani. Anche noi amiamo il rock”.

Dave Mustaine

Tra gli anni con i Metallica ai primi dei Megadeth, Dave ha avuto un lunghissimo periodo di dipendenza dall’alcol e dall’eroina. Negli ultimi tempi si è avvicinato alla religione, in un percorso iniziato grazie all’amicizia con Alice Cooper, che oggi Dave definisce il suo padre spirituale.

Parte del suo travaglio verso la conversione è cominciato “facendo la pace” con tutte le persone che Dave aveva respinto nel corso della sua lunga carriera. «Ho iniziato a riconciliarmi con coloro a cui avevo fatto male in vita mia. Oggi posso dire di non avere più nemici. Mi sento davvero bene».

Portatore di valori etici coerenti col suo credo, nel 2012 scese in campo contro il matrimonio gay, dando appoggio al candidato presidenziale ultra-conservatore Rick Santorum (posizione poi ritrattata). Ha dichiarato che non vuole più condividere i palchi con band sataniche e oggi, quando entra in studio a registrare, mette un crocifisso al muro.

“La fede che ho ritrovato è solo un mio fatto personale, non voglio imporla a nessuno, e non c’entra nulla con le note e le canzoni che compongo o suono”.

Blackie Lawless

All’anagrafe Steven Duren, il cantante è cresciuto in una famiglia religiosa, ma si è poi dedicato al metal, parlando di sesso e occultismo in ogni maniera, si è fatto fotografare spesso bevendo sangue da teschi umani e durante i concerti, ha lanciato sul pubblico per anni brandelli di carne sanguinante.

Di recente però Blackie Lawless è ricomparso, proclamandosi cristiano rinato e dichiarando di aver iniziato una nuova fase della sua vita.

“Arrivai in California per suonare, rinnegando le mie origini familiari cristiane. Ho studiato l’occultismo e per 20 anni ho pensato di odiare dio. Ho capito alla fine che non odiavo dio, ma l’indottrinamento che mi avevano imposto da piccolo. Così ho dovuto trovare una risposta su questo e l’ho trovata leggendo la Bibbia”.

Ma il satanismo? “Ora io conosco tutti e due i mondi, perché sono stato da quella parte e so che cercavo qualcosa. Sapevo bene che cosa significava essere dal lato del male, che ora non mi appartiene più”.

Pete Sandoval

In antitesi con l’iconografia e il concept della sua ex band, i Morbid Angel, Pete Sandoval oggi si proclama innamorato di Dio. “Io credo in me stesso. Ma prima di tutto credo in Dio perché senza di lui non sarei dove sono ora. E non mi sono mai sentito meglio di così; sono state mia madre e mia sorella a convincermi a leggere la Bibbia, e qualcosa è successo. Quando stavo cercando di capire le scritture, Dio è entrato nel mio cuore e nella mia vita è entrata la luce”.

David Ellefson

Anche il bassista David Ellefson dei Megadeth, nel 2010, si è riavvicinato alla Chiesa, finché quattro anni dopo ha intrapreso degli studi di teologia per diventare un pastore della chiesa Luterana. “Sicuramente il fatto di essermi disintossicato da vent’anni è ciò che mi ha fatto tornare alla fede cristiana, ma onestamente l’ho sempre avuta. Sono nato e cresciuto in un ambiente cristiano e la mia famiglia andava in chiesa ogni domenica”.

Nicko McBrain

Batterista storico degli Iron Maiden, si è convertito grazie alla moglie Rebecca, devota cristiana. “Non ricordo che cosa sia stato a iniziare tutto. Presi in prestito la Bibbia di mia moglie e lessi d’un fiato i primi quattro libri del Nuovo Testamento. Nel mio cuore era sbocciato l’amore per Gesù. Nel bel mezzo di un inno piansi a dirotto e non capivo cosa mi stesse accadendo. Se vuoi conoscere Cristo personalmente, allora apri il tuo cuore e chiedigli di entrarci”.

Zakk Wylde

Jeffrey Wielandt nel 1986 a soli 19 anni è diventato il chitarrista di Ozzy Osbourne. Da allora ha guadagnato fama e ricchezza girando per il mondo e suonando su palchi giganteschi. Poi la separazione da Oz e la conversione. Nonostante le sue pose da vichingo moderno, Zakk oggi si proclama un devoto cattolico. “Penso sempre al signore, quando mi sveglio, quando vado a letto, nel mezzo delle mie giornate. Sono grato per tutto quello che ho. Non ho certo bisogno di una tragedia per capire di quanto io sia stato benedetto. Sono un soldato di Cristo, senza dubbio. Lui è sempre con me, tutto il tempo”.

Brian «Head» Welch

Nel 2005 il chitarrista dei Korn, ha annunciato al mondo di essersi convertito e di non riconoscersi più in quello che ha fatto in tanti anni. “È come se Gesù fosse sceso e mi abbracciasse. Mi sono sentito a casa per la prima volta nella mia esistenza. La mia vita era un party continuo, mi facevo di speed, mi sono drogato ogni giorno per due anni. Ero così fatto che ho avuto paura. Provavo a disintossicarmi, ma non ci riuscivo. Nessuno poteva aiutarmi. Così ho voluto capire se Gesù fosse reale e gli ho chiesto di salvarmi. Immediatamente mi ha liberato dalle droghe. Mi si è rivelato. Mi ha dato forza. Ora so di essere responsabile a Gesù per ogni cosa che faccio”.

Tante storie, che hanno punti in comune e finali simili; la dissolutezza, l’eccesso, la disperazione, poi un episodio, una scintilla che accende una fiamma interiore in grado di cambiare radicalmente la visioone della vita. Condivisibile o meno, l’intensità delle parole di questi musicisti non lascia indifferenti. Interessante sarebbe analizzare (magari lo faremo) un percorso opposto, ovvero dal paradiso all’inferno, dalla luce alle tenebre, per capire se l’inverso ha la stessa spinta profonda.