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Quando il troppo stroppia – Ma quante cacchio sono le band metal italiane?

Il sito “Metal Archives”, bibbia dei database del metal mondiale, indica che in Italia, tra attive, appena sciolte e in stand by, esistono circa 7000 band. Facendo i conti della serva, calcoliamone solo 6 mila attive (visto che c’è stato di mezzo il Covid). Calcoliamo altresì una media di 4 musicisti per band, per stare stretti. Otteniamo quindi 24 mila musicisti metal italiani che imbracciano uno strumento e cantano “la musica pesante”. Senza fare retorica, salta subito all’occhio un dato: quanti di questi 24 mila metallers, riesce a distinguersi nettamente dalla massa ed emergere? Impietosamente direi un 10 %, quindi 2400 metallari, che ricordiamo, spesso hanno più di una band. Ma onestamente, voi quanti nomi, a memoria, di musicisti metal italiani, se costretti a elencarli in 5 minuti, ricordereste?

Pochi davvero, e direi sempre gli stessi nomi. Il resto galleggia in un limbo dove l’interesse e il “peso specifico” è ai minimi termini. Ok, la passione, il diritto e il piacere di esprimersi, il perseguire uno stile di vita, ecc, ma razionalmente con queste 24 mila unità, dove si va realmente a parare?

La maggioranza, lockdownd permettendo, in un localino con 10 amici fidati ma non per rispettare le direttive del governo sugli assembramenti. Questo pubblico eletto, mentre beve due chinotti e un Fernet Branca, si guarda un’ora di musica, più (quasi mai) o meno (quasi sempre) di mediocre fattura tecnica e compositiva.

Poi un saluto a nonno Ernesto che gioca a briscola con bestemmie nell’altra saletta, le solite foto di rito, i ringraziamenti su Facebook, e tutto finisce lì. Non c’è sbocco, non c’è grande futuro, solo un trascinarsi appiattito in basso, un tirare a campare che musicalmente non porta a nulla.

Di questi 24 mila, solo a 25 sarà concessa una luce di riflettore su palchi soddisfacenti, un disco pagato da altri, un pubblico abbastanza numeroso, la soddisfazione di apparire sulle riviste di carta e non sulla solita webzine scrausa.

Davvero in cuor loro sono contenti gli altri? Certo, alcuni sì, ma moltissimi no, e i livelli di livore e invidia, restano il carburante venefico della mitica scena da suppostarsi a vicenda. Non è un errore di battitura.

Tutti vogliono avere il pubblico e chi gli compra il cd (pagato in proprio o quasi) ma pochi sono disposti a essere pubblico e acquirenti delle altre band.

Senza retorica, né ipocrisia, su 24 mila metalliani, la maggior parte vuole avere, ma non dare. Per avere bisogna meritare e loro meritano? La risposta è implicita. Sono in troppi, troppi per aspirare a un posto al sole di Satana, e solo pochi hanno meriti e capacità per arrivarci.

Tra velleità e capacità c’è di mezzo un abisso. Peccato che i più spocchiosi e quelli che pensano che “a loro deve essere corrisposto perché valgono”, siano spesso in realtà le fetecchie di mediocre caratura, che onestamente se smettessero nessuno ne sentirebbe la mancanza.

Una riflessione: abbiamo bisogno davvero di 6 mila gruppi metal che incidano un demo o cd, che calchino i palchi di periferia, che elemosinino interviste e recensioni a destra e a manca ? Secondo noi proprio no. E per voi?