Asylum è “er peggio” disco dei Kiss?

Asylum è er peggio disco dei Kiss anni 80.

Questo è ciò che si dice, ma io non sono d’accordo. Credo anzi che nell’intera decade, la band abbia mantenuto una buona media. Teniamo presente che i grandi Kiss, quelli che dopo il terzo disco iniziarono a macinare miliardi, diventando un fenomeno irresistibile, dovettero rimboccarsi le maniche e lavorare come dei muli per mantenersi a galla negli eightis (si scrive così, vero?).
Nel 1983 i Kiss tolsero le maschere e si votarono all’heavy metal. Praticamente un gruppo nuovo. Dal 1980 al 1989 fecero uscire otto album. Non sono tutti irresistibili e probabilmente nessuno di essi può competere con lo spessore classico di roba come Destroyer o Love Gun, ma sono buoni album, tenendo presenti anche le circostanze non ottimali in cui furono realizzati.

Le tre cose che non vanno

Prima cosa: la tarantella di chitarristi che si avvicendarono in formazione. Da Ace Frehley, ormai ridotto uno schifo, all’affidabile Bruce Kulick, la band ebbe a che fare con Bob Kulick per i quattro brani inediti della raccolta Killers, poi con quel matto di Vinnie Vincent e il caso Mark St. John (di cui tornerò a scrivere in futuro).

 

Seconda cosa: l’assenza/presenza di Gene Simmons. Da Animalize, nonostante lui risulti come produttore insieme a Stanley, la verità è che se ne andò subito dopo aver registrato le sue parti dicendo a “Paul, pensaci tu, mi fido”.

Doveva recitare in un film. Poi in un altro e in un altro ancora. Poi c’era da produrre quel gruppo, poi l’altro e l’altro ancora. Intanto la band continuava a uscire tutti gli anni con qualcosa: Asylum, Crazy Nights, l’ennesima raccoltona con inediti, Smashed, Thrashes, Hits… e lui c’era ma non c’era. Arrivava smunto, dopo una notte in bianco passata a incidere con i Black ‘N Blue e pretendeva di infilare nel disco nuovo un brano di merda neanche scritto da lui. Parole di Paul Stanley, non mie.

Terza cosa: gli anni 80 non erano per i Kiss. Ci sono voluti stare, sfruttando aspetti nuovi (l’istrionismo ginnico di Paul e le sue mossette glamour) ed eliminandone di vecchi (la teatralità, le maschere). Stavano inseguendo i Bon Jovi e i Guns N Roses, con i loro dieci milioni di dischi venduti mentre i Kiss arrivavano a stento a due. Oh, due milioni i Leatherwolf e i Fates Warning se li sognavano, ma per la band più hottest in the world quelle cifre erano una micragna.

Non voglio cominciare con i Se. Gene Simmons non si dedicò creativamente alla band perché doveva essere così. Stare senza trucco per lui fu un problema. Non ci si trovava e dopo anni lo ammise. Era il momento di togliere le maschere, ma aveva una fottuta paura di non cavarsela. Qualcuno usa Asylum come paragone negativo per le produzioni di Gene. Secondo molti, i gruppi sfiorirono sotto le sue pesanti manone mollicce. Dischi come Nasty, Nasty e In Heat dei Black ‘N Blue sarebbero tentativi falliti di “Asylumizzazione” da parte di Simmons, per certi espertazzi.

Curioso perché il disco Animalize lo produsse Paul. Gene entrò, suonò le sue parti, cantò i pezzi firmati da lui (ma scritti da altri) e poi se ne andò, lasciando ancora una volta Stanley al mixer. Dire quindi che Gene voleva a tutti i costi mettere ai Black ‘N Blue la batteria di Asylum è una puttanata che lo stesso Jaime St. James rifiuta. “Tutti al tempo volevano la batteria degli Ac/Dc o dei Def Leppard. La colpa è di Mutt Lange. Anche i Kiss la volevano sui loro dischi. Era semplicemente lo stato dell’arte per i gruppi metal radiofonici degli anni 80.

In verità mai come nelle sue produzioni, possiamo trovare sul serio l’anima di Simmons. Si disinteressò sempre di più ai Kiss in proporzione a quanto gli venne duro a fare il produttore. In album come Nasty, Nasty troviamo canzoni scritte anche da lui. O meglio, progettate con lui al telefono. Ma se Gene faceva nottata era in quegli studi con i gruppi che stava sostenendo e proteggendo.

 

Detto questo, Asylum non è un brutto disco. Sicuramente non è al livello di Animalize, che non è al livello di Creatures Of The Night, ma resta un buon album con almeno quattro grandi pezzi. King Of The Mountain, Who Wants To Be Lonely, Tears Are Falling e Uh! All Night!

Guarda caso tre su quattro hanno Desmond Child alla firma. Il resto della scaletta è abbastanza mediocre ma non del tutto. Per esempio sarebbe davvero ingiusto liquidare I’m Alive e Love’s a Deadly Weapon come riempitivi, se non altro per il lavoro notevole fatto da Bruce Kulick ai soli.

Come tutti gli album dei Kiss del dopo Frehley/Criss, abbondano autori e controautori insieme al duo Gene/Paul. Vediamoli nel dettaglio.

Howard Rice (si trovano tracce di lui anche in The Righ To Rock dei Keel). (Anyway You Slice It)

Desmond Child: King Of The Mountain, I’m Alive, Radar For love, Who Want To Be Lonely

Jean Beauvoir: bassista dei Plasmatics (Who Want to be Lonely e Uh, All Night! dove suona anche il basso).

Wees Beech, chitarrista Plasmatics e Rod Swenson, autore e produttore per i Plasmatics di Butcher Baby, contribuiscono al pezzo Love’s A Deadly Wheapon.

Sentito che squadra? Ed è niente in confronto ai dischi degli Aerosmith e dei Black ‘N Blue a casa di Bruce Fairbairn.

Se Asylum ha un problema è che tutti i partecipanti stavano devolvendo tanto agli anni 80. Uno come Desmond Child, che di lì a poco avrebbe aiutato i Bon Jovi a scrivere Slippery When Wet, non sapeva già a chi dare il resto, mentre la ciurma reclutata da Gene era solo composta da “amici di Gene”, con tutto il rispetto per i due quarti dei Plasmatic coinvolti nel disco.

I Video

Ma parliamo dei video prodotti per vendere Asylum.

Di sicuro Paul cercava di stare al passo. I tre videoclip girati vogliono battere sul ridicolo i video dei Poison e delle miriadi di hair metal band in circolazione su MTV.

Il video di Tears Are Falling è orrendo per le liane e i guanti

Il video di Wants To Be Lonely ha donne che squirtano!!!

Uh! All Night! è abbastanza anonimo, con tutti i difetti degli altri due. Nessun momento di sublime monnezza. Musicalmente segue la scia creativa di Heaven’s On Fire. Possiamo fingere che non sia così, però è così.

Le parole

Tutti i cavalli dei re, tutti gli uomini dei re
Stiamo diventando tutti pazzi di brutto
Prendi una decisione, è ora di andare
Andare avanti, andare giù

Asylum è un chiaro esempio di vaneggiamenti superomistici, ma quasi tutto l’hard rock e il metal degli anni 80 è un autotraining per il proprio successo, ecco perché è musica ancora ottima per le palestre.

Anyway You Slice It è insieme a Love’s a Deadly Weapon, la parte decente del contributo di Gene al disco, che va bene, non sarà stato molto ispirato ma canta alla grande in entrambi i brani. Su Slice It ci sono anche delle urla che non so quanto Gene abbia saputo ripetere dal vivo, ammesso che sia lui e non un nemico del popolo di qualche stato sud-americano. In ogni caso, non è un pezzo su uno psicopatico o su una figa psicopatica che perseguita Gene. È sul pene di Gene.

Una montagna non si arrapa – Il verso è tratto da Who Wants To Be Lonely, dove Paul continua a tirare in ballo le montagne (King Of The Mountain) e questo brano è un tentativo di convincere qualcuno a concedersi, senza aspettare il grande amore. Diciamo che questo modo un po’ sbarazzino di vivere le relazioni è coerente con quegli anni per Paul. Lui se la faceva con tante tipe ma non si concedeva davvero a nessuna e quando le cose iniziavano a complicarsi, svaniva nel nulla. I’m Alive è forse un resoconto più onesto, senza falsi sentimentalismi come questi, che puzzano da chilometri di stato pre-coitale maschile.

La ritmica è la stessa di Creatures Of The Night ma rallentata ( e di suo Creatures è già Immigrant Song più burina). Anyway, le melodie sono stupende e il brano offre una carica davvero cazzesca.

Trial By Fire è una delle due tipiche canzoni che Gene scriveva negli anni 80. La prima tipologia era su come lui fosse più forte di tutto e facesse la sua vita come la voleva. La seconda tipologia era su quanto e come trombava le pollastre.

Tears Are Falling invece parla sempre di Paul che però stavolta è tradito e abbandonato. Diciamo che la vita da gigione successiva è dovuta a questa esperienza terribile. Il brano è il solo scritto interamente da un membro dei Kiss, nell’intero disco. E l’ha scritto lui. In questo pezzo vuole dire qualcosa e lo fa in modo piuttosto strozzato, ermetico. Non c’è molto da capire, o meglio, che si voglia far capire. C’è solo l’emozione e la melodia figa. Qualcuno pensa che sia talmente sdolcinata da suscitare un guilty pleasure…

Sicretly Cruel esprime la diffidenza e a tratti la paura di Gene per le donne. Gliene piovevano addosso ovunque ma molte non ci stavano con la testa e nemmeno lui è mai stato troppo lucido per certe cose. Questo è chiaramente un pezzo in cui Simmons si smaschera. Non è male perché rispetto alla marea di roba scritta negli anni 80, è un pezzo che si avvicina molto allo stile della decade figa dei Kiss, ovvero i seventis (si scrive così, giusto?)

Radar Of Love è zeppelliniana a palla e va riscoperta. Uh! All Night invece è un brano triste se ci si pensa. Parla di uno che si spacca il culo tutto il giorno per l’intera settimana e quando torna a casa vuole rifarsi sul corpo della bella fanciulla con cui sta, ma immagino quanto sia in forma per godersela.

Ah, ancora una cosa. Secondo me la faccia di Paul Stanley ha qualcosa in comune con quella Bill Crosby e di Phil Lynott. Scrivete alla redazione di Sdangher e dite la vostra!!!!