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Lick It Up e la trilogia del cuore spezzato di Paul Stanley

Secondo Chuck Klosterman, autore dell’imperdibile libro Fargo Rock City, Lick It Up è un album fondamentale per i Kiss anni 80. L’ha scritto per buona parte Vinnie Vincent e, “nonostante il resto della band lo reputasse un coglione” gli mise in piedi il modello di tutta la produzione heavy della band da lì al 1992.

Lick It Up non è all’altezza di Creatures Of The Night e di Animalize, secondo me. È un crocevia tra l’abbandono delle maschere e l’inizio della fase “normale” in cui i Kiss produssero la musica che andava per la maggiore nel proprio settore discografico, sfidando Bon Jovi e Ratt sul loro stesso campo e perdendo di brutto, almeno fino a Hot In The Shade, dove c’è la super hit Forever, scrittagli da Michael Bolton.

Negli anni 80 c’è tutta questa incresciosa parata di doppie e triple firme alle spalle della rinascita discografica di Aerosmith, Alice Cooper, Kiss. Una roba che manda a puttane il concetto di musica d’autore, almeno in apparenza. C’erano dei tipi come Desmond Child, che scrissero lo stesso pezzo per decine di band e divi solisti, modificando giusto la formula stilistica in base a chi lo cantava. Ma di ‘ste cose abbiamo già parlato.

I Kiss anni 80 furono un gran casino. Ogni album nasconde un’epica degna degli Spinal Tap. Basti pensare che Creatures Of The Night, forse il lavoro della band più riuscito di tutta la decade lustrinica, presenta in copertina Ace Frehley, il quale non ne incise e suonò una sola nota. All’interno si giocarono il posto tre solisti: Robben Ford, Steve Farris e Vincent Cusano. (Ah, per poco non si aggiunse Eddie Van Halen)

Cusano finì per registrare 6 assoli su 9 tracce, di cui tre, co-firmate da lui stesso. Nessuno era felice di averlo nella band ma scelsero lui, imponendogli con una certa fatica di cambiare nome in Vinnie Vincent.
L’uomo accettò ma non firmò il contratto con la band. Rifiutò di farlo per ragione mai comprese da Gene e Paul.

Non voglio raccontare le dispute, le beghe tra Vinnie e il papà e la mamma dei Kiss. Vi basterà sbirciare Wikipedia. Di sicuro approfittò della sua posizione molto delicata, per fare capricci e scenate egomaniache. Vinnie però era un musicista dotato e capace di tirar fuori riff e melodie di qualità e siccome Stanley e Simmons non sapevano più imbroccare un’idea valida dal 1978 lo sopportarono quanto poterono. Lick It Up, come scrive Klosterman, è praticamente un disco di Vincent.

Ma come suona Lick It Up?

Per molto tempo ho vissuto col pregiudizio che, tolta la title-track, non avesse pregi. Poi l’ho ascoltato e riascoltato tenendo aperte le cosce della mia buona predisposizione e posso dire che almeno Exciter, All Hell’s Breakin’ Loose e A Million To One sono grandi canzoni.

Le altre raggiungono tutte livelli decenti. Di sicuro è un disco che risente della scelta dei Kiss di ritrovarsi come band. Da molto tempo, insieme a Gene e Paul si aggiungevano professionisti esterni in fase compositiva. Per esempio basti pensare che in Creatures, tra le varie firme, c’è pure Bryan Adams in War Machine.

Lick It Up è invece frutto del lavoro dei quattro Kiss e basta. Chi ci suona scrive i pezzi: Eric Carr, Gene Simmons, Paul Stanley e Vinnie Vincent (solo un ospite, Rick Derringer per l’assolo di Exciter). Si avverte quindi una certa omogeneità che tiene il livello sempre a una buona altezza, ma senza picchi erotici di rilievo. Già su Animalize torna Child e aiuta il gruppo a comporre Heaven’s On Fire, così come poi darà una mano a Paul nel tentativo di estrarre una pietra dal proprio cuore: Who Wants To Be Lonely.

Perché parlo del cuore di pietra di Paul?

La trilogia del cuore spezzato

Beh, è abbastanza risaputa la storia con Donna Dixon. Lui era lesso di lei ma le cose non andavano già più dai tempi di Creatures Of The Night. I Still Love You è il primo tassello creativo di una ideale trilogia del cuore spezzato di Paul Stanley. Il brano è uno dei momenti più intensi dei Kiss anni 80.

Mi dici che te ne stai andando

e io cerco di capire

Dovrei prenderla come un uomo

Ma se devi andare, allora devi sapere che la cosa mi sta uccidendo

Quella tra Paul e la Dixon è il genere di relazione in cui si tira avanti a lungo, anche se le cose funzionano sempre meno. Donna sente di non amare più lui e di volerlo lasciare, ma non ce la fa. Stanley la cerca, la reclama e le dice che non può vivere senza di lei.

Io ti amo ancora, Io ti amo ancora, cazzo!

Le cose però sono destinate ad andare in merda, è quasi sempre così. Donna Dixon è un’ex regina dei concorsi di bellezza che ha planato nel mondo del cinema. A parte un telefilm con il semisconosciuto Tom Hanks, però non ha combinato molto. Poi entra nel cast del film Doctor Detroit con Dan Aykroyd nel 1983 e poco dopo, Paul inizia a sospettare che la sua ragazza gli stia nascondendo qualcosa, fin quando lei e lui non si lasciano definitivamente… tre mesi dopo che si era già sposata con Aykroyd.

Lo giuro, andò così!

Immaginate che sventola per Stanley, che poco dopo entrò in studio per incidere un altro disco dei Kiss con Vinnie Vincent. Voleva morire, ovviamente, ma le cose presero una piega interessante. Il brano Lick It Up, scelto subito come singolo, mostrava una vena allegrotta e sensuale che permise a Paul di tornare sulla ribalta non con l’aria dell’uomo distrutto ma del cazzuto rocker pronto a darci dentro come sempre.

A Million To One è invece  il pezzo in cui si lascia un po’ sanguinare.

Tesoro, ora che hai deciso

Ti lascio andare

se è quello che serve per dimostrare che l’amore è cieco

Ti ho dato il miglior amore che tu abbia mai avuto

ma non era abbastanza

Quindi se pensi di essere così intelligente

vai a gioca con il tuo cuore altrove

Si tratta di un uomo distrutto che spurga rabbia verso la sua lei, così da distrarsi e non pensare al dolore che lo sta consumando.

La terza parte di questa trilogia del cuore spezzato è Tears Are Falling, brano tratto un altro disco di cui ho scritto su questo blog di merda di cavallo, vale a dire Asylum.

 

Ho letto la tua mente come un libro aperto

Hai perso il fuoco nei tuoi occhi

Ti rivolgi a me con uno sguardo diverso

E poi piove, sembra che stia piovendo

 

Oh no, le lacrime stanno cadendo

Oh no, le lacrime stanno cadendo

Oh no, le lacrime stanno cadendo

 

Qualcosa non va mentre ti tengo vicino a me

Qualcun altro tiene il tuo cuore (Dan Aykroyd ndr.), sì

Mi guardi con gli occhi in lacrime

E poi piove, sembra che stia piovendo

Il binomio pioggia e lacrime non è una cosa tanto originale, lo so, ma in sostanza è qui che Paul rivisita il momento in cui capisce di essere abbandonato da Donna Dixon e di non rivederla più, mai più come la SUA donna. C’è solo amarezza, niente risentimento.

Per la guarigione bisognerà aspettare Reason To Live e Forever, dove c’è molta maniera ma anche un timido rilancio amoroso di Paul.E come ogni lieto fine, del resto, con la resurrezione del cuore arrivarono pure i soldi veri, dopo diversi anni di magra.

Certo, Donna Dixon e Dan Aykroid fanno un figlio proprio l’anno di Hot In The Shade e poi un altro l’anno di Alive III e un terzo quando uscì Psycho Circus. Sembra da stronzi ma ogni parto discografico di Paul, la sua ex gli assesta un bel colpo al cuore.

Anche se immagino gli sia fregato sempre meno delle vicissitudini della Dixon, specie dopo che lui si era sposato con Pam ed è diventato a sua volta papà. Poi nel 2001 ha divorziato.

Donna e Dan invece stanno ancora insieme. Aykroyd in compenso ha la sindrome di Asperger.

Con questo voglio dire che la felicità non è di nessuno.

Ma torniamo a Lick It Up

Lick It Up è un album che va assolutamente difeso, anche se la deriva porno è preoccupante. Per dire, Exciter potrebbe essere il monologo di un vibratore. Sentite qui:

Oh, il paradiso è tuo per essere conquistato, potere dell’amore, mandato dall’alto nella tua mano

E ti darò più che mai, quindi prendi tutto ciò di cui hai bisogno

Quando apri le braccia, apri gli occhi, sono io quello che ti farà vedere

Fist Like A Glove suggerisce invece risvolti manuali molto rudi in ambiti morbidi:

Baby, baby, immagina che tu vinca il premio

Forse, piccola, dove il sole non splende mai

Questo deve essere amore, calza come un guanto

Beh, deve essere amore, deve essere amore – calza come un guanto – calza come un guanto

Perché quando la passo attraverso, è proprio come un coltello caldo nel burro, ooh sì

Per non parlare della ticketetrakkete. Lì c’è una sorta di apoteosi pornolaliaca che levati:

Leccalo, leccalo, ooh sì è solo adesso

Leccalo, leccalo, ooh sì

Leccalo, leccalo, ooh sì, andiamo, andiamo

Leccalo, leccalo, ooh uh

Ci sono domande o è chiaro quello che vi domanda la canzone?

Ma per il resto è Lick It Up è IL disco senza maschere, quello in cui la band riesce finalmente a entrare nell’olimpo di MTV con un videoclip sufficientemente indecente quanto quelli che la rete promuoveva al tempo.

Niente maschere e sotto col metallo tozzo e in crescendo.No, dico, guardate Gene…

Not For The Innocent, A Million To One, Dance All Over Your Face, All Hell’s Breakin’ Loose, sono tipo Interceptor che entra da Tiffany, e non c’è nulla di meglio che si possa immaginare nel fottuto 1983, quando il mondo arriva tanto così vicino a una guerra nucleare e nasce ufficialmente una cosa chiamata internet.