Arrivederci e grazie mille per l’alcol e il tabacco che hai assimilato per noi!

 

Mentre lavoro da computer, nei momenti di pausa, girovago tra consigli youtube, e a volte scopro delle rare perle. Sentite cosa in particolare: mi è capitato un filmato dei tanti che parla di “canali oscuri di youtube”, avete presente? Non parlo di canali dalla dubbia natura, o roba creata a tavolino, ma proprio di storie oscure che alla fine ti lasciano un amaro sapore in bocca. Un sapore che mi ha ricordato appunto quello della morte, un tema che ha legato quasi tutte le storie narrate.

leathersmokemi è… come descriverlo, il lento declino di un essere umano. Un suicidio in diretta online.

Il primo video, gas mask smokin, caricato il 13 Maggio 2006, ci mostra quello che potrebbe essere un motociclista, visto il chiodo e il particolare cappello, con una maschera antigas e occhiali da sole che semplicemente fuma una sigaretta. E i video, senza scendere nel dettaglio, seguiranno tutti lo stesso inesorabile discorso. Unica differenza: con il progredire del tempo, progredisce anche l’abuso di tabacco.

Io mi sono sempre considerato una persona forte di stomaco, ma vedere un uomo che fuma due sigari con le narici, venti sigarette in una sola volta e altri abusi ai limiti del fisico umano, neanche fosse un freak show del 1800, è veramente ripugnante. Il mio primo pensiero è stato “quest’uomo vuole veramente morire”.

Un declino del fisico. Pancia informe, il viso sempre più scarno, poi il cerotto sotto al mento che mi ha dato la convinzione che “quest’uomo ha il cancro”.

E come narra il video di cui sopra sì, in uno dice letteralmente:

Era il 3 Maggio 2011. Solo 5 anni dopo il primo video.

Uno si aspetterebbe commenti di conforto, con annesso consiglio al togliersi questo temibile vizio, visti i risultati. Insomma, possiamo anche essere pro-aborto, ma non certo pro-suicidio.

11 Luglio 2011

Molti commenti dell’ultimo video sono andati perduti, forse segnalati recentemente (grazie mille Social Justice Warriors) dopo la riscoperta di questo canale underground grazie al succitato video, quindi i prossimi screenshot saranno presi dal video youtube.

Insomma, poco dopo l’uscita di questo ultimo video uno dei suoi amici avvisa il pubblico così.

Alla fine il cancro ha vinto. Dopo 5 anni (su video) di abuso del tabacco, alla fine Dave è morto.

Ora prendete Petrov. Lars-Göran Petrov degli Entombed, esatto. Era sempre con la bottiglia in mano in ogni singola foto o video. Ridevamo del suo alcolismo cronico. Io una volta ho pure trovato una sua bottiglia per strada. Lo so, perché ho riconosciuto l’etichetta della Vodka in un video backstage del Frantic Fest.

Frotte di fan facevano a gara per regalargli anche un solo goccio di alcol, qualunque esso fosse. Un amico ridendo mi disse: “Petrov è troppo forte. Su Facebook posta sempre foto di lui con una bottiglia. Ma come fa?”. Semplicemente nascondendo alla camera il lento declino del suo corpo, evolutosi dopo tanto bere in con un tumore incurabile al dotto biliare. Ricordo anche, e mi si corregga se sbaglio, che la formazione originaria degli Entombed non lo voleva più in line-up, proprio per il suo alcolismo impenitente. Da qui poi la diatriba Entombed A.D.

Il suo declino era chiaro, ma noi tutti siamo da sempre feticisti dell’autolesionismo delle star. Noi intendo gli umani di ogni epoca, di tanti artisti di cui credo ormai non ci siano neanche più le ossa.

Ma noi del metal, diciamocelo, godevamo nel vedere il metallaro vero che trangugia Vodka come un bimbo con l’Estathe, al motto di “live fast, die free”, per poi oggi affrontate questa morte con una incoerenza disarmante piena di rimpianto e di sorpresa. Sorpresa e incredulità.

“Mi aspettavo che sarebbe campato altri dieci anni almeno”, ha scritto qualcuno.
Con un tumore allo stadio terminale?
“Mi sembrava che i medicinali facessero effetto”
Sì nel lenire il dolore al massimo, non certo nel mantenerlo in vita. Ma lo avete mai visto un cazzo di malato con un cancro allo stadio terminale? Io sì. Lo zio di un mio amico. Negli ultimi istanti era letteralmente uno zombie che aspettava solo la mietitrice, che se lo portasse via.

Siamo così avvinti dalla superiorità degli artisti da giudicarli quasi dei super-eroi immortali, oppure ci diciamo che è tutta scena? Che quelle bottiglie di Vodka erano piene d’acqua?
Io credo di no, dai. Noi credevamo alla sete di Vodka incessante di quel bestione di Petrov. Ci piaceva saperlo così inarrestabile, debosciato e incurante delle conseguenze.

Poi abbiamo scoperto che pure lui poteva morire ed ecco che abbiamo reagito come bambini sbigottiti, che si girano tra le mani un giocattolo rotto, urlando poco dopo a mamma facebook di  “riparalo”, così da romperlo ancora.

Siamo tutti colpevoli per la morte di Petrov e in primisi lui, se di colpa si può parlare. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ci mancherebbe e soprattutto è vero, abbiamo bisogno di rockstar tossiche e alcoliche che si trucidino al posto nostro, fa parte del fascino che emanano le rockstar, giusto? Il continuo flirt con la morte, il club dei 27 e tutte quelle minchiate lì.

Quando però Putnam, Petrov, Lemmy, Warrel Dane, Alexi Laiho e tutti gli altri alcolizzati cronici  restano secchi al fondo della bottiglia, salutiamoli con riconoscenza e moderazione, come eroi caduti in battaglia per la nostra cinica allegria.

Non intansiamo i social di retoriche e ipocrite condivisioni, prendendo le distanze da quello che abbiamo sottoscritto in tutte le tappe involutive consumatesi negli anni, con i soliti “grande, immortale, mito, stappane un’altra Sam!

Non se le meritano queste lacrime da coccodrilli, capite? Non si meritano un pubblico tanto irriconoscente, che sbraita e frigna alla memoria di chi ha reso autentiche le smargiassate rockettare di tanti falsi ribelli.

Non siete voi metallari che vorreste spingere Mustaine a drogarsi di nuovo, così da recuperare il vecchio Dave e dire addio al nuovo, predicatore reazionario e palloso e censore?