Una categoria di ascoltatori che reputo ridicola è quella col mignolo perennemente sollevato. Quelli che seguono il metal più o meno assiduamente ma non vogliono essere confusi con la massa.
Agli occhi di questi signori i metallari hanno un sacco di difetti ed è loro preciso dovere sottolinearli tutti, ovviamente nei luoghi virtuali frequentati dai metallari: blog, forum, webzine, pagine social…
Il fatto che nel 2021 qualcuno continui ad assimilare i “metallari” a una razza uniforme, piatta, poco o nulla differenziata al suo interno, la dice lunga sulla scarsissima conoscenza che i Serbelloni del metal hanno dell’universo metallico e delle sue evoluzioni. Ma la cosa davvero pazzesca, per me, è che qualcuno gli dia corda. Invece di ribattere “se non ti piacciono i metallari vai a scrivere su qualche forum hip hop, o datti al reggae”, gli mettono i like.
Snob metal.
“Sì, ascolto ANCHE il metal, però mi tengo a distanza dalla massa perché sai, sono tanto intelligente”.
Il succo è quello. Se uno ha perso i denti da latte lo capisce, che questi signori parlano male dei metallari solo per mettersi in mostra. Il Serbellone non sopporta l’idea che la sua figura non brilli, non spicchi nella totalità di chi ascolta lo stesso genere.
Vai a capire quali complessi di inferiorità lo muovano in questa affannosa rivendicazione, in questo continuo smarcarsi.
Intendiamoci, qui non si sta parlando di Sciascia che disserta dell’antimafia, o di Pasolini che parla dell’antifascismo, bensì di gente che si rivolge ai metallari solo per dichiarare che i metallari fanno pena. Che è un po’ come andare a vivere in Sicilia e tenere ogni tot un comizio per far sapere agli isolani che sì, la Sicilia è bellissima, ma i siculi sono delle merde mafiose.
L’idea che mi sono fatto è che i Serbelloni siano incapaci di rapportarsi. Che non cerchino altri appassionati di musica bensì qualcuno che la pensa come loro su tutto. Un clone.
In realtà l’universo metallico è variegato come pochi altri, proprio per questo ci sono anche emeriti coglioni e disagiati a vario titolo: è un agglomerato umano. E come in tutti gli agglomerati umani, la singolarità non è regola. Non puoi pescare a campione e fissare una legge.
Interagisco ogni giorno con dozzine di metallari, anche se ormai solo virtualmente (grazie tante, covid-19), e ho la sensazione che da questo “popolo” si pretenda sempre troppo, manco dovesse salvare il pianeta.
Certe cose non capitano, immagino, al “popolo” del jazz.
Da quando esiste internet, poi, sembra che i metallari debbano costantemente dimostrare qualcosa a qualche misterioso tribunale interno: l’élite.
Anche no, grazie. Che è ‘sta smania di volerci tutti perfetti e di negare le differenze? Forse che i fan degli altri generi siano, indistintamente, masse uniformi di irreprensibili intellettuali?
Barricatevi in uno di quei locali “cool” in cui passano solo musica reggaeton, allora, e scambiate due chiacchiere con la fauna locale. Provate a intavolare una conversazione musicale di alto livello, parlate di Tom Waits o Jimi Hendrix, vedete cosa ne viene fuori.
Chiedete a uno che è fissato con David Guetta o la Dark Polo Gang se gli piace il cinema di Pupi Avati.
Quando sarà possibile, andate a fare due chiacchiere con le cinquantenni che si piazzano davanti all’Ariston, durante il Festival di Sanremo, e chiedete loro se preferiscono Asimov o Philip Dick.
Così, per verificare come sta messo chi non ascolta il metallo. Poi fatemi sapere.
Se non sali su un piedistallo… se il confronto non lo intendi come un processo sommario… se non ti blocchi davanti a qualche ventenne invasato (giustificabile), allora nel metal puoi trovare un sacco di gente diversa e interessante. Persone che svolgono i lavori più disparati e talora insospettabili, con molteplici interessi, anche musicali (lo stereotipo del metallaro che ascolta solo metal, nel 2021, è risibile), con una famiglia e una vita da gestire. Qualcuno più ordinaria, qualcuno più incasinata, ma che importa?
Tanto poi li butti in prima fila a un concerto ed eccoli lì, tutti ugualmente felici, mentre i Serbelloni se ne stanno a casa col mignolo alzato, a grugnire sui social di quanto facciano schifo i metallari.