Ah, i bei tempi del PMRC, quando le mamme antirock, guidate da Tipper Gore eccetera eccetera… insomma, sapete alla nausea questa storia, no? Beh, inevitabile provare una certa malinconia perché allora il metal aveva questi problemi ridicoli, ma stava bene, era all’apice. Tutte le polemiche censorie favorirono i gruppi più o meno oltraggiosi, dandogli pubblicità gratuita. Però, come avviene sempre in America, qualcuno iniziò a minacciare di morte quegli attentatori della morale comune con gli spandex e così la faccenda precipitò in un delirio abbastanza serioso.
Ho recuperato un’intervista a Blackie Lawless del 1987, rilasciata a Mike Wall e tradotta su Metal Shock e mi sono reso conto rileggendola che, nella storia degli W.A.S.P., vale a dire gli anni che tutti conosciamo come i più scatenati, leggendari e scalmanati, tra il primo album, incentrato su sesso e violenza e il Live… In The Raw, la band aveva abbassato le penne.
Sul serio, i grandi provocatori W.A.S.P., davanti alle movenze delle mamme anti-rock, si lasciarono piegare.
In che modo? Beh, quando la propaganda puritana iniziò a fargli saltare le date dei tour, Blackie si fece due conti e ridimensionò i toni.
Nei dischi The Last Command e Inside The Electric Circus non mancano brani dedicati al sesso e le pervesioni (Sex Drive, Sweet Cheeta, N.A.S.T.Y., Shout From The Hip) ma sono cose più moderate, diciamo la verità, rispetto alla cruenza dell’esordio. Dal vivo poi, la band tolse le coreografie truculente, le donne incatenate e così via. Stiamo parlando del periodo 1985-1987, segmento storico in cui oggi il gruppo è immaginato all’apice della sua crociata scurrile e lasciva e che invece lo vide in una versione quasi per famiglie.
Poi, nel 1987 Blackie capì che non poteva scendere a patti con le suore. Anche in un’edizione meno cruenta ed estrema, gli W.A.S.P. restavano feccia agli occhi delle mogli dei governatori, e di fatto, il blocco concerti in giro per gli Stati d’America persisteva. Tanto valeva ricominciare a fare sul serio i porci con le borchie qualche altro mese e poi cambiare mestiere.
Poi arrivò la goccia definitiva: Tipper infilò gli W.A.S.P. in un suo libro dal titolo meraviglioso: Come far crescere bene i nostri ragazzi in una certa società – PG. PG starebbe per Parental Guidance (guida dei genitori). Blackie se ne procurò una copia, lo lesse e decise che era abbastanza.
In questo imperdibile tomo, gli W.A.S.P. e una serie di altre band infami, furono prese a emblema di ciò che di sbagliato e da fermare assolutamente c’era nella cultura americana degli anni 80. Il bello è che Tipper presentò la band di Lawless ancora più perversa e schifosa di quanto non fosse già. Ovvimente gli W.A.S.P. erano lascivi e infernali, e in modo sublime per chi scrive, ma non abbastanza per la signora purezza.
Badate bene perché questa cosa mi ha sempre fatto scompisciare. Sia al tempo di Alice Cooper, dei Twisted Sister o di Marilyn Manson, è sempre stata la compagine resistente e censoria, moralista e bacchettona, a immaginare di aver udito da questi artisti (o di aver visto con i propri occhi a un concerto) le cose davvero estreme.
Pensate che Alice Cooper abbia scritto I Love The Dead partendo da un’ispirazione solitaria? Gli suggerì il soggetto un giornalista scandalizzato, il quale scrisse che Cooper faceva sesso con i morti, secondo lui. Idea meravigliosa, pensò Alice, ed ecco il brano più necrofilo di sempre.
I Twisted Sister furono costretti ad andare in tribunale per il brano Under The Blade. Dee Snider dovette spiegare alla corte che il testo parlava di un intervento alle tonsille che lui stesso aveva subito, non di violenza all’arma bianca nei confronti delle donne o qualche altro tipo umano o animale.
I moralisti con la loro fervidissima immaginazione (perché se repressa è ovvio, cresce e cresce e cresce fino a trasformare la testa di un prete nella versione hardcore del Marchese De Sade) i moralisti, dicevo, riportarono nel libro che firmò Tipper Gore, alcuni versi dei brani degli W.A.S.P., aggiungendo violenza e malsanità, così da convincere il pubblico di quanto fosse pericolosa la mente di Blackie Lawless per i poveri giovinetti dell’azione cattolica americana, ma aggiunsero un sacco di fregnacce, producendo un clamoroso autogol.
Curioso che, ma forse non tutti lo sapete, la faccenda dei signori Gore Vs. l’heavy metal, cominciò perché Al sorprese la figlia in cameretta ad ascoltare… Darlin’ Nikki di Prince, un brano con pesanti allusioni alla masturbazione femminile. Questi ex figli dei fiori, Gore e la moglie, si scandalizzarono e iniziarono una guerra ai Twisted Sister, i Judas Priest, i W.A.S.P. e… Cindy Lauper, esatto.

Tornando a Live… In The Raw, è interessante perché dopo aver abbassato momentaneamente la cresta, i W.A.S.P. tornarono all’attacco, non solo denunciando Tipper Gore e la casa editrice per averli “screditati” in quel modo, agli occhi dell’opinione pubblica… (della serie “ho scritto che fotto come un animale e non che fotto un animale!”) ma trasformando il disco dal vivo in una nuova dichiarazione di guerra verso il perbenismo medio.
Non mi riferisco al patetico brano da studio messo in coda, neanche scritto dai W.A.S.P. ma da Paoletto Sabu, quello inserito nella colonna sonora di Ghoulies II, ma i due inediti registrati solo in concerto: The Manimal e Harder, Faster… che musicalmente non aggiungono nulla al fondo raschiale di Inside The Electric Circus, però riportano la band ai livelli verbali dell’esordio.
Assaggiami se ti va. Leccalo forte, avvolgilo, inglobalo piccola, toccalo, toccalo/Leccati le labbra e fai lampeggiare le zampe Shuck me suck me, eat me raw/ Ooh, più forte più veloce/Sì, è quello di cui ho bisogno perché/Questo è quello che sto cercando/Vieni a fare quell’azione malvagia/Ooh, più forte più veloce/ Sì, è quello di cui ho bisogno perché/Questo è quello che sto cercando
I versi di Harder, Faster sono chiaramente rivolti da Blackie a Tipper Gore, o magari a sua figlia Nikki (non so come si chiama e non mi va di cercarla su google), ma le liriche di Manimal furono una vera epifania educazionale, per il sottoscritto. Leggete ancora:
Sono un bambino pazzo/Aspetto nella boscaglia, ti guardo e sorrido/La cena è alle otto, non vedo l’ora Ti mangerò viva, piccola non fare tardi/Chiamami il Manimal/Questo è ciò che sono/Chiamami il Manimal/Mezza bestia mezzo uomo/Chiamami il Manimal/Questo è ciò che sono/Chiamami il Manimal/Mezza bestia mezzo uomo…
Ovviamente, dopo questo pezzo, non ho guardai più il mio telefilm preferito anni 80, Manimal, con lo stesso sguardo di prima.

Diciamo che sono questi gli insegnamenti migliori che ho ricevuto dal metal. Quando smetti di vedere una cosa con gli occhi del bambino e la vedi improvvisamente con quelli dell’adulto, contemplando implicazioni che prima erano sottese ma solo vagamente avvertite.
Percepivo nella trasformazione di Manimal, nelle piume che spuntavano sul suo corpo o dei peli lucidi della pantera, c’era qualcosa che mi disturbava e arrapava insieme ma non riuscivo a spiegarmela. Lawless mi indicò cosa fosse.
Una cosa mi ha sempre sorpreso di Live… In The Raw, è questa: sebbene le chitarre siano gestite da due assoluti cessi come Blackie Lawless e Chris Holmes, personaggi impareggiabili e compositori significativi ma non dei grandi musicisti dal punto di vista tecnico, nonostante questo, non c’è una stecca che è una, in tutto il disco.
Non sono nato ieri, nel 1987 avevo 9 anni, ma ora ne ho 42, ok? Quindi so che al tempo si facevano un sacco di sovraincisioni per i live. Ho ascoltato Holmes anche in Double Live Assassin (che per me è il miglior live degli anni 90, e uno dei dischi necessari degli W.A.S.P.) e lì Chris fa abbastanza cagare, come è giusto che sia.
Magari nel 1987 si impegnava di più, ma vedendolo in The Decline Of Western Civilization mi risulta difficile crederlo. Per quanto si racconti oggi che mezza bottiglia di quella Vodka la riempì con l’acqua della piscina. l’altra mezza se la scolò su due piedi.
Su Lawless non saprei che pensare. Gli assoli di Chris in quel live li suonava Chris (si fa per dire) ma quelli di Randy Piper?
Blackie?
Sempre Holmes?
Ammesso che fosse davvero lui a incidere (o più probabilmente sovraincidere) quei soli….
Tornando a noi e all’intervista, Blackie non si preoccupava di Tipper (che aveva denunciato per uso non autorizzato della copertina di Animal sul suo libro) ma il marito, Albert, prossimo nel 1987 a candidarsi col partito democratico alla Presidenza degli Stati Uniti…
Nonostante Gore sia sempre stato presentanto come un uomo di sinistra (per quanto possa esserlo un americano) secondo Lawless alla fine degli anni 80, era un reazionario così estremo e pericoloso da far sembrare Reagan “Shirley Temple”
Blackie era talmente paranoico sull’ascesa di Al Gore, da occupare mezza intervista di Mick Wall, con delle nefaste previsioni su una futura dittatura moralistica per il proprio paese.
“Se quella gente va al potere, il mondo cambierà. Totalmente. Il mondo che conosciamo adesso non esisterà più. Non dimenticare che abbiamo a che fare con dei fanatici religiosi che credono all’Armageddon. Temo una guerra nucleare”. Ecco quello che diceva Blackie.
Ma vediamo più nello specifico come seguitarono i fatti rispetto alle sue previsioni.
Cinque anni più tardi Al Gore, dopo aver rinunciato alla corsa presidenziale per problemi famigliari, scrisse un libro ambientalista molto bello e considerato. La moglie Tipper sciolse il PMRC poco tempo più avanti, chiedendo, nel 2000 ai Greatiful Dead e altre band rock di supportare con la loro musica la campagna del marito.
Gli W.A.S.P. finsero di sciogliersi nel 1994.
Nel 2006, Al Gore fu accusato a più riprese di aver molestato sessualmente una massaggiatrice.
Al e Tipper divorziarono nel 2010, apparentemente per divergenze concettuali su cosa si intenda come “vita tranquilla”.
Gli W.A.S.P. sono ancora attivi e l’Apocalisse è arrivata.