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Heavymerda – Tra overdose di bacon, pornolicantropi e clown assassini da un altro mondo!

Vi annoiate e siete prigionieri in casa per colpa del malanno del secolo? Fate le ragnatele sulla poltrona, alla tivvù non trasmettono niente e avete finito di guardare anche i documentari noiosi? Non temete, ci siamo qui noi di Sdangher per occuparci del vostro benessere, con una bella carrellata di dischi da sconsigliarvi. Ebbene si, cari equinidi pandemizzati, arriva Heavymmerda, il peggio del peggio tutto per voi!

Puntatona col botto per la nostra rubrica di musica da sfottere senza pietà, vi prometto che ne avrete da dire “ma dai? Non ci credooo” e più di una volta! Si perché mi sono pervenute delle meraviglie senza tempo, di quelle che fanno venir voglia di passare tra le fila del nemico ascoltando macarene, piuttosto che ammettere che certa gente fa metal.

O per meglio dire ci provano, in quanto spesso il risultato non è nemmeno definibile heavy metal, ma fa cagare a livelli tali che io non posso esimermi dal porgervelo comunque su un vassoio d’argento per il vostro sollazzo. In fondo questa è la vendetta del metallo contro chi lo suona male, il che dovrebbe essere un crimine!

La legge non li puinisce? No problem: ci sono qui io a dirgliene di tutti i colori.

Il buon Padrecavallo mi ha spedito un cesto pieno di robaccia indegna che di peggio non ce n’è, manco fosse Natale. Lui mi ha detto: “vai e addita i più tremendi”. Ligio al dovere eccomi dunque alle prese con l’ardua selezione: cosa posso denigrare senza rimorso?

Oh, ecco. Questo di sicuro.

Il primo gruppo da mettere alla gogna oggi, col sorriso soddisfatto del boia medievale sotto il cappuccio nero, è certamente un trio di simpatici spagnoli che si fanno chiamare Vaginal Kebab (e già per questa scelta meriterebbero il pubblico lubidrio). Li potrebbe salvare solo il logo della band

con lo chef simpatico che affetta un tronco di donna senza arti né testa a mò di kebab, perché è davvero oltre il demenziale e commuove un po’ l’osservatore, ma poi si rischia di cadere nell’errore di mettere il disco nel lettore.

Io, mi perdonino gli dei del Metallo, l’ho fatto (per il bene della scienza). Pronti per il premio “killer del pentagramma 2021” costoro ruttano su un tappeto di ritmiche degne di una lavatrice piena di chiodi e pentole che centrifuga istericamente, con un branz branz di chitarra che a volte sembra gemere un triste “ci sono anch’io” di un musicista che vorrebbe ma non osa del tutto. Copertina con tizia urlante e insanguinata (banale a dir poco) a completare il servizio al consumatore, questo loro Masticatripas (sì, si intitola così) è un EP degno della pece e delle piume. Giuro, so che hanno fatto anche cinque dischi interi dal 2011, ma sono certo di non volerne sentir nessuno. Sicuro al cento per cento!

Non pago di questa ciofeca mi sono rapidamente fiondato su un altro capolavoro, basandomi sulla copertina ammiccante con tanto di montagnola di teschi (ovviamente) sulla quale un non ben precisato cadavere coronato in posa shakespeariana volge il capo a un albero carico di corvi (che, a ben guardare, sono in realtà cadaverini con faccia teschiuta). Ora, a parte le proporzioni dei soggetti ritratti che sono obbrobriose già di per sé, il mix è una vera robaccia da disegnini in quarta di copertina del diario di terza media.

Dopo un quarto d’ora a decifrare ecco che riesco a leggere il nome del responsabile: Kalmo. Si sono solo cinque lettere ma erano parecchio fraintendibili, ho provato a propendere per “Kacmo”, poi per “Kaemd”, “Kaemo”poi, incredibilmente ho indovinato. Trattasi di un tizio che fa da sé (anche) nella musica, con la propria allegra idea che “moriremo tuuuuutti” a mo’ di simpatico filo conduttore, suonandsosela e cantandosela nella propria casetta in Finlandia.

Ok, io adoro i finlandesi, ho fatto festa con loro svariate volte e devo dire che Suomi mi ricorda tante belle cose: la vodka Absolute, paesaggi incantevoli, allegre combriccole e bionde procaci, ma nulla, da ora in poi, potrà farmi dimenticare che da lì arriva anche mr. Kalmo (termine medico per dire cadavere in finlandese, minchia che brillante fantasia) con il suo doom/black/zzz. Ho provato anche ad ascoltarlo tutto, ‘sto coso rotondo che se lo metti nello stereo strilla, ma mi sono dovuto attrezzare per resistere a cotanta tortura.

Sei pezzi che, se propinati a volume alto, rischiano di proiettare il vicino di casa nelle varie fasi del famoso “effetto Kalmo”: quella del pianto a dirotto, della scrittura del testamento con grattamento scrotale e infine del suicidio mediante ingestione di un calzino imbevuto di benzina per dargli fuoco mentre lo si mastica.

Sei tracce lente e cadenzate, cantate in finlandese da lui medesimo in tutta la sua raucedine (a sua volta lenta e cadenzata) e condite di suoni che dovrebbero esser terrificanti ma riescono solo a suggerire sonno e irritazione. Contemporaneamente, che mica è facile. È appena uscito e per me può già passare nel tritarifiuti industriale. Se non fosse che anche Grimpruzert è scappato emettendo lamenti cupi lo darei a lui da distruggere.

Ma mica è il peggio, cari amici. Non ci sperate nemmeno, ho in serbo altre nefandezze oggi per voi.

 

Ad esempio i Killer Klown, ispirati al meraviglioso film fanta-demenziale Killer Klowns From Outer Space, freschi di uscita col loro primo LP Let’s Have Fun! questi ragazzi non sono i bravi musicisti hard rock americani Killer Clown, bensì un gruppo grindcore brutal death (non ho davvero idea di dove siano originari, non me ne vogliate, già trovare il coraggio di ascoltare tutta ‘sta tragicomica schifezza è stato difficile). Avvolti dal più impenetrabile segreto, questi ragazzi si distinguono per il cantato a “vocale ripetuta e gutturale cacofonia” e ci regalano un’imperdibile perla, potremmo linciarli per la felicità, che ne dite? Il mio fido assistente Grimpruzert sta accumulando ciottoli appuntiti per l’occasione, in caso interessasse a qualcuno.

A questo punto ci vorrebbe qualcosa di davvero rilassante, nevvero miei cari? Devono averlo pensato anche i Bongzilla, fumatissimo gruppo proveniente dalla ridente Madison, cittadina del Wisconsin che li tollera da decenni, visto che hanno rilasciato cinque album (dei quali questo pessimo Weedsconsin è l’ultimo, uscito nel 2021) e una miriade di split, EP, Singoli, Box e via dicendo, dal 1999 ad oggi.

Ora, come chiaramente si evince dai titoli dei loro lavori, questi tipi dall’aria simpatica devono amare oltre ogni dire l’erba in tutte le sue forme fumabili ed edibili, in infuso e in ogni altro modo sia possibile assumerla, perché tutta la loro musica ruota intorno al concetto del fumellobbono. Pure troppo, infatti il disco è noioso, ripetitivo e lentissimo. Obiettivamente, se il loro intento era dare una personale interpretazione dello sballo e della percezione distorta dalla droga spinella non posso certo dire che abbiano sbagliato del tutto. Peccato che il risultato sia una tragicomica serie di riff rallentati suonati da una band fusissima.

Devono comunque avere un seguito se continuano a fare dischi da più di vent’anni, arricchendo il loro pusher e distribuendo vibrazioni alla cannabis. Ora provo ad ascoltarlo alla rovescia, sto coso, vediamo se nasconde messaggi subliminali volti alla legalizzazione delle droghe leggere… no.

Al volo Grimpruzert, ma non mangiarlo che poi ululi e ridi da solo.

Ora però, cari i miei impavidi lettori, eccovi il piatto forte. Devo dire che partono penalizzati dal fatto che io non amo lo Slam metal con le voci “guttural inhale” e tanta elettronica da far pensare alla versione trap del metallo. Forse questo, lo ammetto, può esser visto come un mio limite, ma questa band ve la devo davvero presentare come il gruppo del mese.

Spinti dalla consapevolezza che la pancetta è il fondamento della filosofia assoluta, ladies & gentlemen sono a presentarvi (rullo di tamburi fatto coi rutti, ma campionati) gli Overdose Of Bacon!

Canadesi, di Quebec City per la precisione, questi tizi hanno deciso di rendermi un centauro felice quando hanno inciso il loro capolavoro. Non è un LP, si tratta solo di un EP per fortuna, ma temo che non smetteranno tanto presto (anche se il ringraziamento sulla loro pagina del faccialibro per i duecento “mi piace” mi fa capire che non sono così conosciuti, quindi magari rinunciano). Ora, io vorrei definire una schifezza la copertina, ma dopo aver ascoltato il contenuto il temine “brutto” ha assunto nuove e allegre vette ai miei occhi iniettati di sangue. Gorenator e Breenator, i due cantanti, fanno del loro peggio per rendere inascoltabile il lavoro del vero genio del male conosciuto come Baconotron, colpevole indiscusso delle musiche.

A peggiorare il tutto una copertina con un macellaio maiale (nel senso che trattasi di suino antropomorfizzato) che sventra un cadavere di donna incinta in un tripudio di feti, budella ed interiora varie. Un vero capolavoro. Ah, se il nome di Kalmo mi era parso scritto in maniera incomprensibile, sappiate che nel caso degli Overdose Of Bacon ho fatto prima a rinunciare e cercare su google alla voce Kill To Consume, ossia il titolo di questo atto criminale sonoro. Nemmeno ora riesco a individuare tutte le lettere nella scritta, ma non importa, tanto è impressa in maniera indelebile nella mia mente.

Ora mi verso un cicchetto di grappa e nitro e mi riprendo. È stata dura ragazzi, ma anche i tossici di pancetta ce li siamo sparati, dai!

Mi consola un pò che nel cesto del buon Padrecavallo ho trovato anche dei gruppi da salvare, come i Pornowolves ad esempio.

Nonostante il nome cretino, fanno un blues elettrico e piacevole e il loro Lustration non mi è parso così malaccio (anche se non amo troppo la voce del cantante, ci vedrei meglio un vocione ruvido in stile Marlboro & Jack Daniel’s) o i bulgari Fat Bertha,

che credo siano finiti qui per sbaglio (o anche in questo caso è stato il nome il colpevole, Berta la cicciona non è proprio il massimo, lo ammetto). Il loro Brain Games mi pare un buon disco hard rock e non sfigurerebbe al fianco di nomi ben più conosciuti nell’ambiente.

Il mondo è pieno di sorprese, il metal sta bene e dischi buoni ce ne sono ancora tanti. Meno male, un barlume di speranza all’orizzonte, mi è tornato il buonumore. Ora prendo la moto e me ne vado a vedere se il buon Grimpruzert ha voglia di fare un giro al pub. Ci ritroveremo al prossimo giro con Heavymmerda: il peggio del peggio del metallo, promesso!