Astronomica – Il ritorno un po’ barzotto dei Crimson Glory

Questo articolo potrebbe inaugurare una nuova rubrica dal titolo: “i dischi che quando uscirono non potei permettermi di comprare, ascoltati solo ora (che non posso ancora permettermi di comprarli) ma per fortuna oggi c’è l’internet eccetera eccetera!”
Emanuele Biani su Psycho! disse che era il ritorno dell’anno… Lo disse sul numero di gennaio del 2000, in occasione dell’intervista a Jon Drenning, che però poteva essere stata fatta nel 1999. Quindi probabilmente intendeva l’anno appena concluso.Queste sentenze sono tipiche del Biani, quindi vanno prese così. Probabilmente ora starà mangiando il prosciutto dell’anno e magari avrà addosso il miglior paio di mutandoni di raso degli ultimi vent’anni.
Tornando ai Crimson Glory, Drenning e Astronomica, direi che: dopo essermi accinto a distanza di ventun anni dalla sua uscita ad ascoltarlo, e intinterrottamente, per tutta una settimana…

a) questo album non mi sarebbe assolutamente piaciuto, se l’avessi comprato allora.

b) con molta probabilità avrei cercato, come succedeva non solo a me al tempo in cui si spendevano troppi soldi per pochi CD, di farmelo piacere.

c) dopo qualche anno l’avrei venduto al negozio di usati che stava a Viterbo (e mi dicono ci sia ancora).

Biani parla a Drenning dei Crimson Glory come di una band progressive metal seminale, ma dobbiamo tener presente che nel 1988 lui non avrebbe mai pensato di definire in quel modo la musica che aveva realizzato in Transcendence. Il progressive metal non esisteva come etichetta fino a Images And Words dei Dream Theater, quindi nessuno si sarebbe mai sognato di proporla in una recensione, nemmeno davanti a Perfect Simmetry dei Fates Warning e Operation Mindcrime dei Queensryche.

Non voglio entrare nel merito di questa cosa, solo dire che per molti versi i Crimson Glory erano progressive metal senza pensarsi come tali e che, un po’ alla maniera di tutte le altre band, antecedenti e conseguenti a quella nuova definizione del 1992, hanno combinato solo dei pasticci dopo la nascita di questa etichetta così fuorviante.

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I Crimson Glory ai bei tempi in cui credevano di fare metal e invece facevano progressive metal

Una notte i Crimson Glory ebbero un brutto incidente.

Erano tutti nel van e stavano tornando da un concerto quando una macchina della polizia, senza giustificazione per i suoi 130 chilometri orari, li prese in pieno distruggendo tutta l’attrezzatura. Loro ne uscirono illesi. L’assicurazione riconobbe che i poliziotti erano colpevoli e sganciòo 30000 dollari di risarcimento. Questo per dire che la fama del gruppo di essere sfigato è un po’ caricata. A volte sono stati anche fortunati, nella sfortuna. No?

Astronomica è un lavoro sfigato di una band sfigata?

La sfiga, ammesso di sapere cosa sia, è solo uno degli ingredienti che determinano un’esistenza. Se le cose andarono come andarono, la colpa è anche del gruppo.
Molti oggi hanno accettato la balla che Strange And Beautiful sia l’album del disastro, voluto fortemente dalla cattiva etichetta discografica Roadrunner e dal leader Midnight.
Non è vero.

Strange And Beautiful lo vollero tutti. Drenning, in un’intervista a Metal Shock!, disse a Paolo Maiorino che i Crimson Glory non volevano più essere definiti heavy metal band, che il genere era in crisi e che loro avevano molto di più da offrire. Ecco il perché della scelta di togliere le maschere e di un lavoro diverso, più rock e blues delle algide e robuste composizioni dei primi due lavori.

Nel corso degli anni Drenning ha rigirato la frittata così tante volte che è difficile desumerne una versione ufficiale che sia anche attendibile. Diciamo che il progetto doveva essere un altro. Il gruppo desiderava rilasciare un doppio. Il primo Strange avrebbe contenuto i pezzi più duri e ancorati allo stile consueto. Il secondo Beautiful le cose più leggere.

La Roadrunner finì per scegliere solo le canzoni di questa seconda parte del progetto, intitolando Strange And Beautiful quella che era soltanto una metà del progetto originario. Alcuni dei pezzi che avrebbero dovuto comparire nella sezione Strange (che poi perché Strange e non Hard o Heavy?) sarebbero stati riesumati da Drenning e Jackson per Astronomica.

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Devi considerare che sono passati quasi dieci anni da quando abbiamo fatto “Transcendence” – non consideriamo nemmeno “Strange and Beautiful” un album dei Crimson Glory perché è stato fatto più dal nostro cantante che da noi e non è un vero rappresentazione della band. “Astronomica” è un seguito più degno di “Trascendenza”. (1999)

Queste sono tutte cazzate ma è vero che Midnight non amava il metal e che quando il gruppo lo provinò, lui era solo un folksinger coltivatore di semi di lino in qualche fattoria puzzona della Florida. Aveva quella voce meravigliosa ma iniziò a usarla come sentite nei primi due lavori dei Crimson Glory solo per andare incontro alle necessità di Drenning e per confermare i vaneggiamenti di una sensitiva conosciuta in un locale, una sera. Ammesso che sia mai stata vera, questa faccenda della maga di mezzanotte.

L’ALTRA FACCIA DI MIDNIGHT

Midnight

Quindi sei ancora in contatto con Midnight. Ha sentito il vostro nuovo CD?

Jon: Non mi risulta affatto che abbia ascoltato il CD. Non gli parlo da quasi due anni. Come ho detto, non aveva davvero alcun interesse in quello che stiamo facendo in questa fase e non penso che stia facendo niente musicalmente. (1999)

Jon Drenning nel 1999 si ripresenta con un disco che è un biglietto di scuse per i fan rimasti delusi non solo dai tempi di Strange And Beautiful, ma per tutti i progetti strani e poco “beautifully” usciti dalla mente e le mani dei membri dei Crimson Glory negli anni 90: sto parlando di Parish, Crush, Erotic Liquid Culture e Zen.

La sua strategia è di smerdare Midnight e scaricare su di lui ogni colpa. Sono cose che capitano. Prendete Don Dokken e Jeff Pilson al tempo di Erase The Slate (sempre 1999). Dissero che Shadowlife era stata tutta colpa di Lynch, poi uscito dalla band in polemica. Weikath infognò Kiske quando gli Helloween pubblicarono Master Of The Rings, dando a lui tutta la responsabilità di Chameleon.

Jon non dice la verità a Biani, nel 1999. Vale a dire che la band era andata da Midnight per coinvolgerlo nel nuovo album e che lui aveva pure accettato, anche se fisicamente, per via della sua dipendenza prolungata dall’alcool e per i problemi esistenziali di vario tipo, non si rivelò da subito all’altezza.

Così gli altri lo accannarono e chiamarono il giovane e sconosciuto Wade Blake, offrendogli il posto dello spompo e intossicatissimo Midnight.
Durante le interviste Drenning dice tante belle cose sul nuovo frontman e lo fa anche sminuendo la persona che ha sostituito. Sentite qui:

wade black“Ovviamente avere un nuovo cantante cambia un po’ il tuo suono, in particolare per quelle persone là fuori a cui piace il nostro cantante più vecchio. Suonava come King Diamond per la maggior parte del tempo. Quindi volevamo qualcuno che avesse una voce più mascolina. Midnight aveva un suono molto più femminile e ha cantato molto alto tutto il tempo mentre il nostro nuovo cantante canta con una gamma più varia. Ha più potenza e aggressività in generale, ma è qualcosa che volevamo”.

Dopo vent’anni Drenning ammette che Blake non era la scelta ideale per il ritorno dei Crimson Glory.

E in effetti sentirlo urlare su pezzi come War Of The Worlds o Lucifer’s Hammer alla maniera di Ripper Owens è una delle cose più noiose e insopportabili che mi siano capitate nella vita. Non che mi spiaccia l’ex cantante dei Priest, ma uno basta e avanza.

Black era inesperto, veniva da un contesto dilettantistico e non si è trovato davanti delle persone sicure di cosa stessero facendo. Drenning pensò di produrre l’album e registrarlo lui. Il risultato non è malaccio in fin dei conti, ma onestamente risulta innocuo rispetto alle cose che uscivano in quegli anni.

Diciamo che la riuscita è accettabile ma non così fresca e impressionante come avrebbe dovuto essere un ritorno dei Crimson Glory.

Inoltre la scrittura non ha mai dei colpi di genio, momenti di sorpresa e di gusto. Manca l’orecchio attento e ispirato di un vero produttore. Tanto più che Drenning non sa nemmeno bene cosa stia facendo e una sera spinge il tasto sbagliato cancellando tutto il lavoro registrato.

 

Qualcuno ironizzò dicendo che era stato il Governo, visto l’alto tasso cospirativo e dietrologico dei brani di Astronomica, ma si è solo trattato di una cappellata di Drenning. Blake divette cantare tutto di nuovo. L’incidente in studio fece slittare l’uscita dell’album di un anno, ma quando arrivò nei negozi europei andò benone. Vendette in poco tempo 30’000 copie, che oggi sono un miraggio per chiunque, nel giro metal tradizionale.

Astronomica è stato originariamente scritto e registrato per Midnight. (Drenning, 2007)

Sempre nel 1999, quando chiesero a Midnight se avesse ascoltato il nuovo album Astronomica, lui rispose di non voler parlarne male ma che tranne due canzoni non gli piaceva e non lo capiva. In seguito ritrattò dicendo che Astronomica era un disco fantastico.

Ci domandiamo ancora perché i Crimson Glory non siano mai riusciti a tornare in sella davvero?

Perché erano tutti un bel po’ incasinati, ecco perché.

Comunque girava voce che: la band avesse detto di avere Midnight all’etichetta Rising Sun allo scopo di farsi anticipare un budget più sostanzioso per il disco. La verità è che CI DOVEVA ESSERE MIDNIGHT e che la label i soldi li sganciò, ma quando fu il momento di portare l’uomo in studio, Drenning e Jackson dovettero arrendersi all’evidenza.

L’ENIGMA STEVE DOC WACHOLZ

STEVE DOC WACHOLZ

L’altro enigma di Astronomica è la presenza di Steve “Doc” Wacholz, ex batterista dei Savatage e amico di lunga data della band. Sembrava essersi ritirato per problemi di salute ma dopo che Drenning gli fece sentire i demo dell’album ne rimase così entusiasta da aderire al progetto. Fece le foto di scena, passò un paio di giorni in studio e poi…

In realtà Steve ha suonato la batteria in Astronomica. Abbiamo registrato in un piccolo studio costruito da noi stessi e chiamato Dreamland. Non avevamo una configurazione di batteria acustica, avevamo una batteria elettronica Roland. Steve lavora per un enorme negozio di musica a Tampa chiamato Mars Music e aveva accesso a tutte queste apparecchiature davvero uniche, quindi abbiamo provato a sperimentare cose diverse. È stato un modo diverso di registrare per noi e anche per lui. (Drenning, 1999)

“Abbiamo registrato Wacholz in modo unico, usando questi nuove batterie Roland, chiamate batterie V. Sono un kit elettrico. Il suono è diverso e ha dovuto suonare in modo diverso. Tutto su questo disco è digitale. Non credo che tu senta il basso come nelle nostre canzoni. Le chitarre non sono il tipico suono metal, quel grande fondo, nessuna chitarra di gamma media. È un approccio completamente diverso da quello che abbiamo fatto in passato. Non so se dal punto di vista sonoro è il miglior disco, ma penso che abbiamo creato il nostro suono.” (Drenning 1999)

Drenning ha mentito spudoratamente tutto il tempo, narrando la grande amicizia e stima tra il gruppo e Wahcolz e di averlo fatto suonare con un certo tipo di batteria in studio e tutto il resto, ma dopo molti anni, Wade Black ha confessato:

“Il tipo sparì dopo un paio di giorni dall’inizio delle registrazioni. E così la band cercò qualcuno che lo sostituisse”.

Ok, ma chi?

Drenning decise comunque di sfruttare il nome di Steve “Dr. Killdrums” Wacholz, trasformando i nuovi Crimson Glory, quasi in un supergruppo, ma come ammette oggi, l’ex Savatage non aveva suonato niente su Astronomica.

“Non ho mai capito perché ci piantò in quel modo. Avevamo fatto due prove e poi se ne andò. Cercammo di corsa qualcuno. Trovammo Jeese Martillo (aka Rojas), di Sarasota, un nostro amico”. (Drenning 2012)

Un altro problema che ha sempre condizionato la storia dei Crimson Glory è di aver cercato vicino casa i sostituti di Midnight e di Burnell. Questo ancora oggi li porta a non avere un cantante con cui ricominciare a girare dopo l’abbandono di Tod La Torre. Il gruppo risulta ancora attivo ma senza un singer.

Conclusioni

crimson glory torre

Forse era preferibile la via indicata da Midnight, nascosto in un silenzioso isolamento con cui ha camuffato per tutti questi anni un innegabile disagio esistenziale e una personalità border. “Sono solo un cazzone ubriaco” dice sul palco con il resto della band nel 2006, in una delle rare testimonianze in cui il gruppo si è esibito di nuovo assieme. E lo era. Ubriaco e con la voce provata, impacciato e un po’ imbolsito ma per una volta, ancora davanti ai suoi fan.

Astronomica è un lavoro decente, intendiamoci. Messo dopo Strange And Beautiful, album fin troppo bistrattato e che invece è buono, rappresentava una possibile chiusa con dignità, per quanto lasci oggi una fotografia della band abbastanza imbarazzante per certi versi.

Drenning parla con entusiasmo della faccia su Marte come inequivocabile testimonianza della nostra venuta da un altro pianeta, quando sappiamo bene (e gli scienziati l’hanno spiegato e rispiegato) che quel fenomeno della faccia marziana è fisicamente spiegabile e del tutto innocuo.

Nel 1999, per i Crimson Glory, i veri pericoli dell’umanità sono l’avvento della tecnica, i governi dietro i governi, i falsi dei e la pazzia dilagante. La sola via d’uscita è lo spazio inteso come casa verso cui tornare. Pensare male ci si prende: un anno dopo Astronomica, due aerei di linea si sarebbero conficcati nelle torri gemelle.

I due momenti che reputo più riusciti del disco sono The Other Side Of Midnight, canzone che prosegue Lost Reflection, cavallo di battaglia dell’ex frontman e che avvicina i Crimson Glory all’Alice Cooper più sinistro e decadente. La presenza di quel pezzo doveva forse rappresentare una sorta di ramoscello di pace verso Midnight, la possibilità di offrirgli ancora una volta quel ruolo patetico e inquietante del personaggio di Lost Riflection, ma alla fine dovette sbobbinarlo, e lo fece senza incasinare troppo le cose, il mesto Wade Blake.

L’altro pezzo che mi piace, a parte la conclusiva Cydonia, che è zeppeliniana e mostra quanto l’anima di Strange And Beautiful non fosse solo una posa, è Edge Of Forever. Sembra una ballad dei Testament, ed è una delle canzoni migliori del disco, anche se ha quell’intermezzo alla Ozzy di Diary Of Madman, un po’ così:

Oceans of sand and their destiny

Alive in the waves of an endless sea

Some of us fall, some of us fly, most of us live to try

To reach the Edge of Forever…