Salve Sdangherz, eccovi una domenica di sole. Come ve la passate? Io sono in ripresa. La scorsa settimana ho avuto per la prima volta in vita mia un’esperienza abbastanza comune: il colpo della strega. Stavo aiutando un vecchietto a sollevare un termosifone che doveva buttare in un grosso vascone e mi si è aperto uno spazio inter-dimensionale molto luminoso tra il culo e la schiena. Fantastico. Dovrebbero vivere tutti una cosa del genere. Non lo dico in modo sarcastico. Ovviamente è una situazione di merda, però ci vuole qualcosa che ti insegni quanto sia facile rompersi la schiena, di tanto in tanto. Io ho sempre sollevato pesi, sgroppato fantini e mi sono concesso torsioni sforzesche di ogni genere, senza mai accusare un cazzo di problema. Ora c’è un bel campanello d’allarme che mi permetterà di evitare certi rischi inutili in futuro. Ho già ordinato una fascia da mettere intorno all’addome in palestra.
La generosità è un rischio. Se non avessi detto di sì a quel vecchietto, avrei evitato di farmi male, ma lui non sarebbe mai riuscito a sollevare il termosifone da solo. Il problema è che lui a un certo punto ha mollato la presa, lasciando che mi beccassi tutto il peso da solo e… traaaah.
Pazienza. Non è di questo che voglio parlarvi ma del dopo.
Stare nel letto a poltrire perché te l’ha detto il medico è una cosa piuttosto piacevole. Purtroppo la pausa ha significato anche una massiccia cura a base di punture cortisoniche. Io sto meglio. Dopo una settimana sono praticamente guarito, ma fisicamente mi sento come se avessi caffeina benzinata nelle vene.
Il cortisone in circolo mi crea una specie di alta tensione interna capace di incasinarmi i pensieri e i comportamenti. Per dire, ieri ho faticato a rimanere dentro un supermercato per più di dieci minuti.
Ovviamente non scopo e non vado in palestra da diversi giorni. Devo aspettare ancora un po’ prima di rimettermi in azione e rinunciare a queste due cose mi crea ulteriore disagio.
Mi rendo conto che allenarmi è la cura sintomatica alla nevrosi da invecchiamento precoce.
E mi rendo anche conto che scopare è la cura sintomatica alla nevrosi da abbandono.
Se non faccio sesso e non pompo i miei muscoli io mi sento praticamente un uomo in declino.
So che tutto questo è ridicolo ma non voglio giudicarlo, solo dirvi come è. Poi ci lavoro.
A proposito, avete mai sentito parlare di energia sessuale?
Allora, vediamo un momento di cosa si tratta.
Di solito gli esoteristi tendono a parlare di energia sessuale come se fosse identificabile e quantificabile. Dicono che è il 90 per cento della nostra energia.
Io non saprei. Per me c’è energia ma chiamarla sessuale mi sembra una forzatura “magistica”.
Immaginiamo però che esista un’energia definibile come sessuale. Cosa ne facciamo?
Solitamente io sborro.
Ma questo non significa usare in modo degno la mia energia. Se io sborro dentro la donna che amo, allora può andar bene. Anzi, senza dubbio va bene perché dopo aver fatto l’amore io mi sento bene, tranquillo, propositivo sul resto della giornata.
Ma se io schizzo sul pavimento, solo in una stanza scura, mentre sullo schermo del computer c’è una milf di cui non so nemmeno il nome che si fa ingroppare da un tipo vestito da coniglio, allora ecco che la mia energia io la sto buttando praticamente nel cesso.
Invece di usarla io me ne disfo.
Come potrei usare l’energia sessuale e non sprecarla sul pavimento?
Creativamente.
Ogni volta che creiamo qualcosa, l’energia usata per farlo è la stessa del sesso.
Quando Balzac sborrava, diceva sempre che poi non riusciva a finire più il suo romanzo in giornata. Honoré era uno scrittore iper-prolifico. Lui aveva un sacco di casini, debiti, dipendenze. Per sua fortuna era un autore molto letto, quindi ciò che poteva fare per fronteggiare i tanti guai, soprattutto economici, era produrre una gran quantità di libri. Era velocissimo. Poteva sbrogliare un romanzo in un paio di giorni… se però passava a trovarlo una qualche dama e lo “distraeva”, e se alla fine di questa “distrazione” lui aveva eiaculato, poteva lasciar perdere il lavoro fino all’indomani.
Non so voi ma quando io vengo, subito dopo avverto un calo dell’umore, un senso di tristezza, di vergogna per aver sprecato… non so bene cosa. Difficilmente riesco a scrivere anche un fottuto post come questo, se prima mi masturbo e vengo. Di solito lo faccio dopo, proprio perché so che è così.
La cosa non ha nulla a che vedere con il senso di colpa dell’educazione cristiana che ho avuto. Ok, magari un po’ sì, ma io sento proprio nell’eiaculazione una perdita fisica di energia, di motivazione, di determinazione, dopo essermi fatto una sega.
Farmi una sega significa arrendermi, sfanculare i programmi giornalieri, accendere Netflix e depennare l’intera agenda giornaliera.
Tolta la componente compulsiva, bisogna ammettere però che a volte non sia facile evitare di menarselo. Si cerca uno sfogo perché l’energia sessuale non può rimanere lì.
Gli esoteristi dicono che se hai bisogno di venire, significa che non hai trovato un modo per liberare l’energia sessuale. Tenerla lì ti ammazza. Pensate i preti che fine fanno a vivere in castità.
C’è da dimostrare se la castità generi la perversione. Pete Walker ne era convinto ma io non sono tanto sicuro. Guardatevi La casa del peccato mortale. Non solo è un horror straordinario ma anche una tesi sulle conseguenze alienanti della vita contronatura dei preti. Anche Carlo Dorofatti non ha dubbi a riguardo: i pedofili, i feticisti, i masochisti vengono fuori come reazione a un sistema che reprime le energie sessuali a scopi politico-economici.
Non è che ci sia ingiustizia nel controllo del sesso per scopi sociali. Il Medioevo era basato su questo. Dove la società sbaglia è nel lasciare le persone da sole con questa lava dentro, a sbollirsela come riesce, senza un’adeguata preparazione che l’aiuti a non ustionarcisi il cuore e l’esistenza.
All’inizio della loro preparazione, la Chiesa dice ai preti di non venire mai e assolutamente di non fare sesso. Questo perché il sesso è perdita di energie che i preti dovrebbero idealmente usare in un contesto alto, spirituale. Poveracci.
La Chiesa è troppo ottusa per inserire nelle proprie accademie pretesche il tantra, il tao e le numerose tecniche orientali in grado di canalizzare la sborra verso l’alto. La Chiesa dice al prete: resisti o vai all’Inferno. E il prete sborra peggio di un libertino.
Bella cazzo di storia.
Non c’è un prete che non sborri prima o poi. Lo dice anche Dante nella Divina Commedia.
Una volta da adolescente smisi di farmi le seghe. Non vi serve sapere perché scelsi questa cosa. Durai tre mesi. Una notte mi svegliai venendo. Ero così sconvolto che andai in bagno a vomitare. Poi tornai a letto e mi feci una sega. Tanto, anche senza mani, venivo comunque.
Fu un orgasmo meraviglioso, detto per inciso. Si chiama polluzione notturna. Don Dokken ci ha scritto una canzone mai pubblicata.
In ogni caso venire e venire e venire è quello che molti di noi stanno facendo mentre scrivo. Internet produce un oceano mare di sborra incandescente. C’è una gran quantità di pornografia disponibile in rete, gratis. Forse non è un caso, propone sempre Dorofatti l’alchemico. Perché l’energia sessuale è potentissima e il sistema non riesce a usarla tutta. L’uomo necessita di liberarsene, così sta tranquillo. Lavora, sborra, consuma e muore.
Così vai di porno. Non devi più nemmeno scomodarti e andare al videomat, sentendoti un losco figlio di puttana mentre sfogli col dito sullo schermo le locandine dei film hard. Si chiamavano così. Film Hard.
Oggi vai di click e vieni comodamente a casa tua. Dopo che hai sborrato accendi Netflix, metti una nuova serie e te ne stai buono buono fino al giorno dopo, quando torni al lavoro.
Quello che voglio io e provare a non sbarazzarmi dello sperma, ma considerare che potrei usare l’energia del sesso in modo diverso. Oltretutto sfregarmi fissando una donna che finge di fare l’amore usando un nome finto, tette finte e frasi finte, è un tantino alienante.
Magari invece di schizzarmi le mani fissando Rebecca Moore che dice “oooooh faaaag meeeei” posso scrivere un articolo su tutta la faccenda, come sto facendo io.
Le mie palle mi tirano, sapete? La mia schiena non è ancora ok, ma il mio intestino prova una strana tensione da giorni e non è solo il cortisone. Vorrei esplodere le scorie delle medicine che ho in corpo dal mio condotto idrico dell’amore e mentre lo penso, queste parole escono dandomi un senso di frustrazione e piacere insieme. Sto venendo questo post per voi! Sa di buone intenzioni.
Buona domenica, ronzinanti!