Cari cavalli allo stato brado e cari equini schiavi con la cavezza, non so voi ma io sto benissimo. Volevo approfittare di questo domenicale per raccontarvi una roba. Dunque, forse chi ha perduto le ultime novanta puntate di Sdangher non sa che ora lavoro come netturbino. E che questo lavoro mi piace un sacco. Da quando svolgo la professione però sono diventato più sensibile a ciò che trovo in giro. Succede che guardi spesso in terra e mi accorga più di prima della gran quantità di “monnezza” che la gente butta oltre gli appositi secchi, mastelli, cestelli e via così. E questa cosa mi ha fatto riflettere molto sulla questione degli anti-sociali.
Siamo circondati da persone che apparentemente sembrano come noi, vivono nel nostro medesimo sistema sociale, fatto di regole e consuetudini civilissime e poi combinano dei gran casini. Gli psicologi dicono che sono tecnicamente incapaci, nel senso dei deficienti, di rispettare le regole.
Passando con la macchina lungo una strada di campagna, mi prende una fitta al petto ogni volta che vedo una busta di robaccia sparsa in un campo di fiori. Rallento e indugio a guardare lo schifo, poi inizio a fantasticare sulla persona che può aver fatto una cosa del genere. Io non lo farei mai. Io non l’ho mai fatto e non conosco nessuno chi lo farebbe, o almeno credo.
Ma c’è chi lo fa.
C’è gente che esce di casa con una busta di rifiuti, prende una strada poco trafficata, che di solito sono anche i sentieri più belli in un posto di campagna come Vetralla, ed ecco che al momento giusto, quando non c’è nessuno a vista, abbassano il finestrino e lanciano la busta di merda accompagnandola magari con una mefistofelica risata, mi viene di immaginare.
Poi proseguono la loro giornata, come se niente fosse. Nessuno li ha visti, nessuno gli farà nulla.
Mi piacerebbe sgamare un tipo così, nel momento in cui fa una cosa così. Non per fargliela pagare, denunciarlo o altro, solo vedere la sua faccia, i movimenti del suo corpo.
Sono molto curioso, capite?
So cosa state pensando: ho detto di non denunciarlo né intervenire e voi immagino già stiate sbottando di indignazione verso il tipo in questione, l’antisociale, e anche verso di me. “Come non fai niente? Se ci fossi io lo prenderei a calci e gli farei questo e quello e gli allungherei l’orecchio fino alla stazione dei carabinieri e così via e così via”.
Vuotate pure il sacco della vostra indignazione ma anche la boria di chi si indigna è “monnezza”.
Fatemi arrivare al punto. C’è un tizio vicino a dove vivo. Ha un cane, uno di taglia bella grossa. Cammina spesso lungo la Cassia e lo porta al guinzaglio, giulivi entrambi. Tutto bene, fino a quando il cane si ferma e fa il suo bisogno. Un grosso bisogno, cilindri di una certa importanza, non so se mi spiego.
Il tipo dovrebbe raccoglierli, ma non ci pensa neanche. Aspetta che il cane evaqui e poi prosegue bel bello come se nulla fosse. Ogni giorno io passo lungo quel tratto di Cassia e, che sia al lato della corsia di destra o di quella di sinistra, davanti a un negozio, un domicilio o un palo della luce, ecco che trovo questi grossi stronzi di cane che se la ridono del mondo.
So bene che succede questo perché dopo aver quasi calpestato le grosse cacche del cane, ho anche visto il tizio mentre si comportava in questo modo estremamente anti-sociale. Passavo in macchina e ho assistito con i miei occhi a una delle più plateali e menefreghiste dimostrazioni di inciviltà, o come direbbe uno psicologo, di deficienza antisociale.
D’istinto ho accostato e ho fissato il tizio dallo specchietto retrovisore. Volevo scendere e raggiungerlo. Poi mi sono trattenuto e l’ho guardato bene. Camminava con un po’ di fretta, ma ostentando una certa incuranza, come a dire: “io faccio come mi pare. Credo che vivere civilmente significhi lasciare la merda del mio cane dove capita e guai a chi non è d’accordo con me. E con il mio cane”
Il cane ovviamente non c’entra nulla. Ma ho pensato subito che se fossi andato incontro a quel tipo, e avessi iniziato a polemizzare sul suo comportamento, avrei emesso delle onde ostili che il cane sarebbe stato in grado di captare, magari abbaiandomi contro. I cani grossi mi intimidiscono e così ho immaginato che questa cosa mi avrebbe mandato ancora più fuori di testa. Una regola d’oro per chi ha il problema della rabbia è evitare ogni genere di situazione che possa mandarlo fuori di testa.
Il modo di comportarsi di quell’uomo, che credo anche di aver riconosciuto, mi ha provocato una tale rabbiosità da lasciarmi quasi senza fiato, dentro l’auto. La mia incapacità di agire, forse mi ha surriscaldato ancora di più. Ho iniziato a prendermela pure con me stesso. Perché non sono intervenuto? Come mai ho lasciato che seguitasse la sua passeggiata con ancora tutte e due le gambe?
Sono ripartito ma ho seguitato per il resto del giorno e della notte, a fantasticare le mie soluzioni per comunicare a quel cazzone che non ci si comporta così.
Ho pensato, vado a raccogliere la cacca e gliela tiro contro il portone di casa (mentre il suo cane mi abbaia contro nel giardino). Poi ho preso in mano il cellulare e ho detto, perché non coinvolgere qualche mio collega della nettezza urbana, magari bello grosso, e andare a trovarlo tutti insieme?
Ovviamente questi pensieri mi hanno inquietato un bel po’. Per prima cosa un atto di inciviltà non puoi combatterlo con un altro atto di inciviltà, altrimenti sei un incivile anche tu.
Seconda cosa: che cavolo, sono il doppio di lui, non avrei bisogno dei miei colleghi grossi per intimidirlo, se volessi.
Allora, qual è il problema?
Il problema è che non ho saputo cosa fare. Il giusto comportamento, quello previsto per legge sarebbe stato di andare dai vigili o dai carabinieri e raccontare quello che avevo visto. Ma la cosa avrebbe significato fare la spia e io dai tempi della scuola, ho imparato che non si deve mai e poi mai fare la spia. Oltretutto la mia testimonianza, senza prove, quanto avrebbe potuto valere alla caserma?
Ho scartato la soluzione. Ma cosa restava di civile da fare? Andare a casa sua dopo essermi calmato, magari facendo prima una bella sessione meditativa di due ore, suonare al campanello e cercare di convincerlo con le buone a non farlo più?
Ma se aveste visto l’aria che aveva quella persona, sapreste bene quanto me che non servirebbe a niente parlargli con le buone.
Allora?
Allora ho deciso come dicono i grandi padri spirituali di “lasciarlo andare”.
Cosa vuol dire in questo caso “lasciare andare”?
Se il tipo vuole vivere in questa civiltà e non rispettarne le regole, in modo oltretutto così spudorato… (perché sia chiaro, non è come altri che ho visto, gente in giro alle cinque di mattina col cane, i quali sfruttando il buio e lo scarso traffico dell’ora, lasciano tutti i giorni le cacche di cane sul marciapiede, qui lui passa alle cinque del pomeriggio, lungo la via più trafficata di Vetralla, e fa quello che fa).
Ci vuole coraggio. Deve crederci sul serio. Allora perché dovrei scattare io e impedirgli di farlo?
Sono così appassionato di regole sociali? Sono un difensore dell’ordine e la legge?
Per nulla. Sono un ribelle. Credo che questa società in cui vivo sia una specie di piccola galera meschina dove crepi da solo esattamente come in un qualsiasi carcere. Oltretutto non ho gli strumenti forti che la società concede a polizia e carabinieri. Se intervenissi usando i loro strumenti: autorevolezza, blocchetto delle multe, e alla peggio manganello per lui e taser per l’animale, potrei essere denunciato e arrestato.
Perché dovrei intervenire, quindi?
Capisco che vi possa sembrare un comportamento ancora più antisociale di quello di caccacane, ma ammetto che intervenire significherebbe cadere in un meccanismo previsto e respinto dalla stessa civiltà: la giustizia sommaria. Che è una roba molto pericolosa, sia per chi la subisce che per chi decide esasperato e imbottito di telefilm americani, di praticarla.
Per dire, durante la fase in cui stavo pensando a un modo di ripagare con la medesima mancanza di civilità l’incivile, ho anche preso in considerazione l’idea di avvelenargli il cane.
Ovviamente questa mia idea è solo un’idea. Non lo farei mai. E questo perché sono una persona civile, che mi piaccia o no.
Altri, proprio perché feriti nell’intimo dall’inciviltà di quell’uomo, gli avvelerebbero il cane.
Io avevo un cane, una volta. Abbaiava spesso, specie quando io non c’ero. I miei vicini fecero presto a odiarlo e odiare me, responsabile del loro disagio. Una sera, di ritorno a casa, vidi che si muoveva in modo scomposto. Lo salvai, ma rimasi l’intera notte in piedi a tenergli la flebo. L’avevano avvelenato, esatto.
Capite cosa voglio dire?
Le persone “civili” quelle che “ah, fosse successo a me”, non andrebbero dal tipo per discutere – magari alcune sì, rovinandosi la giornata e facendo il pieno di insulti, ma le altre, quelle che “con certe persone non serve parlare” – quelle altre gliela farebbero pagare nel modo più doloroso possibile.
Io avrei almeno potuto andare dal tipo e dirgli che c’è questo pericolo, che con il suo comportamento sta implorando la maggioranza silenziosa, quella che spia, denuncia e magari potrebbe anche spalmargli le feci del suo cane sul parabrezza della macchina, di fargli qualcosa di terribile.
Sta chiedendo la guerra. E in questa civiltà non c’è nulla di più facile da ottenere.
Non credo che Caccacane si renda davvero conto di ciò che sta provocando.
E secondo me chi si mette così di buona lena in un gran casino, o è masochista e quindi ama che gli facciano qualcosa di sgradevole o non se ne rende conto.
Se io avessi un cane e lo amassi al punto di portarlo a passeggio diverse volte al giorno, come del resto caccacane fa, cercherei di proteggerlo. E per fare questo non userei il mio cane come provocazione indifferenziata al circondario indignabile.
Ma se non è un masochista che odia il proprio cane e inconsciamente vorrebbe solo una scusa per odiare di più il mondo (quindi svegliarsi un giorno e trovare il cane morto avvelenato e feci umane ai vetri della finestra di casa) allora costui è un infante nel corpo di un adulto. Gli inconsapevoli delle conseguenze sono i bambini. Per questo vengono poi puniti.
Ora, io credo che un grosso guaio generalizzato, in questa società, sia impedire agli adulti di pagare da adulti le scelte infantili che fanno. Se io avessi parlato con il tipo, avrei ricevuto una risata, mi sarei arrabbiato e forse ora starei smaltendo un morso di cane e qualche abrasione alle nocche delle mie mani.
Se io avessi spiegato al tipo che comportandosi così, prima o poi qualcuno si sarebbe rifatto sul suo cane, magari avrei salvato lui e il cane, aprendo i suoi occhi di merda.
Ma io penso sia più giusto lasciare che le cose seguano il proprio corso e che la civiltà si faccia rispettare come fa sempre, vale a dire a opera dei killer silenti e anonimi, sempre pronti a colpire mentre dormi e su ciò che di inerme possano collegare a te.
Mi duole per quel povero pitbull, ma devo lasciar andare che il padrone impari una lezione karmica o come diavolo volete chiamarla.
Beh, ho finito. Possiamo discuterne, se vi va. Ma è domenica, magari avete di meglio da vivere che pensare alle cacche di cane, nutrimento cospicuo di questa civil galera.