Italia Mon Amour – La faticosa ripresa della musica dal vivo nel sud-Italia!

Sono intento a guardare un porn… lavorare nel mio ufficio, quando sento piangere nell’altra stanza. Cosa è accaduto? Chiedo alla mia compagna intenta a cucinare, temendo già di svenire alla visione di fiotti di sangue dal suo dito. No, non è successo nulla, mi risponde.
Beh c’è modo e modo di reagire al nulla. Le domando perché stia piangendo e lei confessa. I Los Fastidios sono in tour, ma non ci sarà neanche una data in Italia. I Los Fastidios sono italiani e non suoneranno manco una volta in Italia durante il tour. 

Beh, certo, dico io, mica suonano… per la patria. Almeno un rimborso spese devono averlo e qui da noi, a malapena ti passano la birra sul palco.

Torno nel mio ufficio più dubbioso sul futuro per i concerti in Italia. La situazione si è, ehm, sbloccata all’incirca. Dalla fine del secondo “lockdown” (aka quelle settimane natalizie chiuso in casa di amici e un compleanno passato alla ventura senza poter accedere ad alcun locale) le band hanno ufficialmente ripreso a suonare dal vivo. Vale a dire: le band locali e le cover band sono tornate nei locali a un massimo di 30 km di distanza dalla loro abitazione. 

Eppure il 5 e il 6 Novembre, tra Bari e Roma sono stato capace di vedere due volte di fila i Krav Boca dalla Francia. 

Nel mentre attendevo l’inizio del concerto ho avuto modo di parlare con loro. una parte di loro, per la verità solo uno. Tra le varie domande che gli ho rivolto, tipo se è meglio la cucina inglese o quella francese, nasce spontanea: “prima volta nel sud Italia?”. Al che la risposta del tipo è stata sì e poi spiega che questo è un tour breve in cui le date italiane sono poche per motivi logistici, aggiungendo che due sono già saltate a causa del Covid. Ricordo bene, Febbraio 2020 ad Andria e Luglio 2020 a Ferrara. Cose che succedono, ma che per un musicista incidono molto. 

Ma il tipo mi spiega un’altra cosa: per la sua band, scendere fino al sud è una roba moooolto dispendiosa. Sembra possibile solo in concomitanza di altre date vicine. “Suonare da Firenze a Bari per risalire a Roma, non è che sia il massimo per il fisico e il borsello. Ma la passione spinge a fare questo e altro”. 

Questo spiega anche perché l’Italia per prima (e il sud in particolare) è quasi ignorata nei tour dalle band straniere. Da noi i costi vanno spesso sopra i guadagni. 

E hai voglia a urlare “il supporto sempre!”, io a Roma ho trovato un locale pieno, come la gabbia d’un pollo, a scapito di performance monche (sembravano troppo brevi), mentre a Bari ho vissuto i Krav Boca migliori, senza però imbattermi in molte delle solite facce, sentendo che come al solito il supporto, noi baresi, lo sappiamo dare SOLO sui social. 

Che dir si voglia ho passato un weekend da paura, l’ennesimo tra Bari e Roma, al punto che la gente ha iniziato a credere mi stia trasferendo lì. Ed è incredibile vedere come le masse pugliesi si siano trasportate di peso alla capitale, rinunciando all’evento sotto casa. Alle volte mi vien da chiedere veramente cosa passi per la testa delle persone delle mie parti. Nonostante la penuria di concerti in Puglia, mi è capitato spesso di registrare affluenze scarsissime. 

L’organizzatore di un festival locale mi ha detto che ha raccolto quest’anno, gli stessi numeri della scorsa edizione. E parliamo di estate 2021, quando oramai le restrizioni erano ai limiti e i locali ti facevano ballare a patto che tu non usassi le storie di Instagram. Ma parliamo dei localetti dove potevo ballare tanto la cagatina latina quanto il classico rock. Quelli sì che erano pieni come a Roma. 

Quindi la domanda sorge spontanea: o qui al sud abbiamo iniziato a non distinguere più fra un file mp3 e una band dal vivo, oppure è vero quel ritornello che mi gira sempre nella testa.