Confesso che sul momento non ho neanche notato la data, ma in effetti, il titolo dice 2022 e siamo quasi arrivati. Vi sarà capitato di vedere vecchi film sci-fi pessimistici sul futuro dell’umanità, no? Il punto non è se ci abbiano preso. Non ci beccano mai. Per esempio anche qui, sbagliano quasi tutto. Però sono interessanti, questi film. Ci fanno sorridere quando azzardano previsioni sul design e sulle mode (le colonne sonore sono sempre fuori da questi tentativi di futurizzazione narrativa e si mantengono nel classico per non sbagliare) ma dicono tanto sulle angosce degli anni in cui sono stati realizzati, e qui ridiamo meno, anche perché quelle angosce non cambiano quasi mai.
Va bene, siamo lontani dalla minaccia rossa. Rivedere L’invasione degli Ultracorpi oggi e rileggendone il sotto-testo anti-comunista, dobbiamo convenire che si tratta di una cosa che l’umanità occidentale si è lasciata alle spalle, più o meno, a meno che tu non sia Berlusconi. Però ci sono altri film di fantascienza distopica che potrebbero far uscire oggi e funzionerebbero allo stesso modo, perché sempre di riscaldamento climatico, di epidemie, di Grande Fratello si parla e si mumbla.
Però, per dire, sia in 2022 – I sopravvissuti (1973) che Un mondo maledetto fatto di bambole (1972), focalizzano i timori sulla sovrappopolazione e la fine delle risorse di sostentamento. Oggi, d’accordo che resta un problema anche quello, ma non tra i principali che ci tocca combattere nel nostro tempo, anzi, pare che il numero eccessivo di abitanti sia stato scongiurato e che le tetre previsioni dell’ambientalista Paul R. Ehrlich non si siano realizzate, ma è anche grazie al suo allarmante libro, The Population Bomb, che il mondo ha iniziato a virare in un’altra direzione rispetto a prima.
2022 – I sopravvissuti fa un certo effetto quando mostra gente in giro per le piazze, in fila per la spesa con le mascherine in faccia. Poi ci sono le comunicazioni in filodiffusione sul coprifuoco imminente e su sfollamenti previsti per le persone non munite di permesso speciale. E quando le forze dell’ordine usano le ruspe per disperdere la folla che protesta, allora di risate sulla dentatura di Charlton Heston non ne faccio più da un pezzo.
Charlton Heston è perennemente sudato per tutto il film. Sono tutti fradici, sempre. Solo i ricchi, che dispongono di un impianto d’aria condizionata e una doccia con l’acqua calda che funziona, possono permettersi di non puzzare. Gli altri si squagliano perché la temperatura media, nel mondo di Soylent Green (il titolo originale del film) è di 32 gradi all’ombra tutto l’anno e anche questo è uno dei temi preferiti del mio “apparato angosciografico”, vale a dire il perenne aumento delle temperature climatiche.
Arriveremo a un’estate di 365 giorni, intere zone diventeranno invivibili e tutto sommato, potrebbe essere che le città ancora abitabili, si popolino di sfollati, orfani, morti di fame che dormono in massa nelle chiese, sugli scaloni dei condomini e in marciapiede. In campagna le poche fattorie rimaste saranno fortezze con il diritto di sparare a chi si avvicina, come si vede in 2022 e come scrive il giornalista Massimo Fini da circa vent’anni.
La sovrappopolazione, funesto pericolo a cui pensarono molto negli anni 70, suggerì agli scienziati e i giornalisti, panorami brulli, carestie e bambini in fin di vita ovunque, ma non si parlò molto delle malattie, ovvero il sistema che la natura ha in canna per ridimensionare il numero eccessivo di esseri umani che si addensano sul proprio groppone.
Ed eccoci qui. Sappiamo che il Covid è arrivato non per l’eccesso di persone sulla terra, ma per il fluire incessante della razza umana in ogni luogo del mondo. Non siamo troppi ovunque, ma siamo ovunque. In ogni caso la sostanza non è diversa: siamo arrivati a questo punto qui. Pandemia, mascherine, restrizioni, file al supermercato, vaccini inquietanti, roba da fantascienza e da Charlton Heston.
Ma è quasi un anno, nonostante le polemiche e le lamentazioni sulla dittatura sanitaria si sentano da prima, che la questione si è spostata dal pericolo pandemico a quello democratico. So che molti non vogliano nemmeno sentir parlare di questa roba, e io stesso mi annoio molto quando si parla di neo-fascismo sanitario e cose del genere, ma oggi mi gira di parlarne, pure io, ok?
E qui torna utile 2022 – I sopravvissuti. Non è che il film mostri ciò che succede da noi ora, ma lo lascia intuire. La gente è guidata costantemente, contenuta, repressa. Ci sono milioni di affamati, sporchi, disperati che vagano per le strade e poche decine di privilegiati che ancora mangiano verdure e frutta, carne e pane, mentre generazioni di sopravvissuti non sanno nemmeno cosa siano, che sapore abbiano le cose che abbiamo in tavola noi oggi. Una donna è scontenta perché ha fatto la fila dalle sei di mattina e le è stata data una razione di cibo insufficiente. I poliziotti la allontanano dalla coda e lei urla: “cosa aspettate a ribellarvi?”
Già. Cosa aspettano? Forse io potrei rispondere alla domanda. E magari anche voi altri, che dite?
Non avete sentito di recente una donna in strada urlare, cosa aspettiamo a fare la rivoluzione?
Io sì. E ovviamente sono rimasto indifferente, come i tipi in fila nel film.
Il rapporto tra Charlton Heston e Sol, l’uomo libro, interpretato da Edward G. Robinson si regge tutto su come erano le cose prima e su come sono nel presente del film. Il vecchio non sembra rassegnarsi all’idea di un mondo senza più cerbiatti che vagano per i boschi, fiumi scroscianti d’acqua montanara o cibo vero e di qualità. L’altro sopporta i suoi sfoghi ma sostanzialmente se ne frega, accetta le cose come sono. E sapete perché?
Perché è nato in un mondo così e per lui è normale viverci.
C’è un momento che mi ha fatto pensare davvero a cosa stiamo vivendo noi oggi, al momento storico e a tutto ciò che succede intorno al tanto dibattuto marchio verde. Ed è ciò che dice Edward G. riflettendo sulle condizioni indegne in cui lui e tutti quanti sono costretti a vivere. “Come abbiamo potuto ridurci così?” dice, “Facciamo schifo, è come quando ero ragazzo, nessuno protesta, nessuno si ribella, compreso me”.
Fa pensare che in un tempo, il 1973, in cui le nuove generazioni facevano una bolgia ovunque per sovvertire il sistema, con pistole e bombe, su 2022 mostravano un futuro tremendo: passivo, spaurito e sconfitto, esattamente come è oggi, nonostante il ’68, le lotte sindacali, il terrorismo.
Quello che colpisce nel film è che davvero, il protagonista non fa nulla per cambiare le cose. È un poliziotto e si ritrova a indagare sulla morte di un uomo importante e da lì, seguendo la pista giusta, scopre una verità intollerabile, capace di mandare per aria tutto quanto.
A quel punto ha un guizzo e prova a diffondere l’atroce verità; è troppo pesante per tenerla dentro e tirare avanti. La sua voce però si perde nelle strade, tra i volti stanchi e sudati dei barboni che lo guardano instupiditi, mentre le autorità lo portano via.
Quello che mi fa male in 2022 – I sopravvissuti, soprattutto è la storia d’amore. Sapete no, che in ogni film americano, i produttori mettono come una tassa a qualsiasi sceneggiatura una storia d’amore tra il protagonista e qualcun altro: che sia una donna, un cavallo o un uomo. La storia d’amore è la garanzia che, nonostante il tema particolare, la violenza o la sofisticheria, chiunque potrà trovare un aggancio per identificarsi e appassionarsi. Del resto, gli innamorati, per quanto in un mondo di merda come quello di 2022 (ma anche il 2021 non scherza) guidati dal sentimento ritrovano la via per la purezza, no? O almeno per ribellarsi e…
Beh, anche qui c’è l’amore, ma è talmente infiacchito dal sistema di vita in cui si trovano i personaggi, che collassa ancora prima di uscire dal letto.
Lui dice: “Ma tu non ti ribelli mai?”
Lei dice: “No, a che scopo?”Lei dice: “andiamocene via, in un posto migliore di questo”
E lui: “ma dove te ne vuoi andare? E perché dovremmo?”
Uno può pensare che Heston, che nel film si chiama Detective Thorn, intenda dire: la terra è tutta andata a male, non esiste un’oasi, un rifugio incontaminato da cui ricominciare come nuovi Adamo ed Eva, non c’è un dio, a parte la morte, ma il mio sospetto è che lui non pensi proprio ad andar via, a ricominciare, perché è nato in un mondo in cui certi concetti non gli sono stati proprio trasmessi. Non c’è un prima da recuperare e quindi non c’è un dopo da ricostruire… ma in realtà le campagne ci sono ancora, solo è vietato andarci.
Il Detective Thorn vive in un posto lurido ma ha il suo lavoro, lo sa fare bene, guadagna abbastanza da tirare avanti, mangia di schifo, non si lava, non legge e non scrive, però sta meglio dei derelitti che gli affollano le scale di casa, se l’è sempre cavata, come dice a Sol, l’uomo libro che anziano, vive ancora con lui da tanti anni.
E Sol non perde occasione per ribadire al giovane che le cose al suo tempo erano migliori, ma per Thorn tutte quelle sono lagne da vecchio, prive di senso, talmente risentite, da suscitargli un vago fastidio e poco più.
Mi riconosco nella mancanza di speranza dei protagonisti. Io vivo in un mondo di merda. Il sistema democratico per quanto mi riguarda è andato da un pezzo. Non voto già da diversi anni perché lo trovo inutile, come suonare al campanello di una casa vuota e pericolante. Non ho fiducia in nessun politico, nessun partito. Se ne avessi ancora, a 42 anni, non sarei normale. Il Governo, nonostante quello che si pensi riguardo l’efficacia del vaccino, sta infliggendo a molte persone una vita insopportabile e solo perché non vogliono fare una cosa che è loro diritto non fare. Tutto questo non mi piace ma non mi sorprende. Lo Stato è quello che prende una percentuale sui malati di tumore e gli incidenti del sabato sera, vendendo sigarette con frasette ipocrite appiccicate sopra e alcolici pubblicizzati come la ciliegina sulla torta a una vita avventurosa e affascinante. Chi pensa che voglia il bene dei cittadini, vive nelle favole e morirà come nelle favole, mangiato dal lupo.
Thorn dice all’uomo libro Sol, nella scena dell’addio tra i due: “Vedi cosa ci hanno tolto?”
E Thorn domanda: “Ma chi glielo ha permesso?”
E Sol: “Noi”
Loro e Noi.
Sono concetti vaghi ma predominanti, in questi tempi, no? Loro e noi.
Lo Stato per me è sempre stato sinonimo di “Loro” e non di “Noi”, Riguardo il passato, beh, non conosco un mondo migliore da rimpiangere e a cui ispirarmi. Non posso rimpiangere la DC, Bertinotti, D’Alema. Anche se quando odiavo Silvio e sognavo di vederlo assassinato, in fondo sapevo che avrei rimpianto persino lui, in futuro.
E infatti eccomi qui, a pensare agli anni 90/2000, come un tempo migliore di questo. Oggi abbiamo un presidente del consiglio con una faccia da rettiliano che è un Terminator messo lì per fare il lavoro sporco. Lavoro che se Renzi non avesse mandato all’aria il governo, sarebbe toccato a Conte, Salvini e gli altri soliti sagomati. Non avrebbero mai avuto il coraggio di fare il green pass, per paura di perdere consensi. Draghi non è interessato ai voti, a candidarsi. Lui spara dove gli dicono di puntare. Ora lui spiana l’Italia e poi torneranno i pupazzi del carnevale di prima, Grillo, Bersani e via così. Saremo felici di rivederli, perché i cattivoni come Draghi e Speranza saranno andati via e torneranno i divi della poltrona.
Questo è il mio passato. L’articolo 18 abolito nell’indifferenza generale; gli abusi e le menzogne in nome della lotta al terrorismo; la legge elettorale porcellum, che fa schifo ma si guardano bene dal cambiare, chiunque vada a governare.
Certo, so di quel passato prima del mio passato. Ho visto i film, i documentari, ho letto i libri, ascoltato i cantautori, il grande musical mediale sulla rivoluzione culturale: un tempo in cui i ragazzi andavano in strada e protestavano, occupavano le scuole e professavano amore e pace; gli operai nerboruti che mettevano in ginocchio i padroni, contribuendo a creare il sistema di lavoro di oggi… sebbene oggi, ogni giorno che passa, i nuovi lavoratori, subiscano soprusi che quegli operai nemmeno si sarebbero immaginati. E non fanno nulla.
Thorn dice al suo superiore: “Chi ti ha comprato”
Il superiore: “Qui vieni comprato appena loro ti pagano lo stipendio”
Fate caso, Loro. Sempre loro.
Thorn chiede: “chi sono loro?”
E l’altro: “Gente in alto che vogliono le cose a modo loro”Più tardi, Sol, l’uomo libro, domanda a un giudice: “Perché loro fanno queste cose?”
E il giudice: “Perché è più facile, anzi, più pratico”
Loro faranno sempre la cosa più facile, anzi, la più pratica. Tenetelo a mente.
Loro sono loro e vogliono le cose a modo loro. E noi siamo noi e siamo fottuti. Sempre.
Io sono un uomo nuovo. Io non mi sento indignato. Io non protesto. Al più lascio il posto di lavoro dopo averci pianto su un mese. Al più mi vaccino per non perdere il lavoro che ho ora, dove mi trattano quasi a livelli umani. Per il resto, senza grande sforzo, con le mie due belle pere in corpo, continuo a badare alle mie puttanate, e vedo la realtà degli idranti al porto di Genova, come se non mi riguardasse. Bado ai fatti miei. Mi sento così stanco, del resto. Ho smesso di leggere i giornali e di consultare i siti dei giornali. Mi affido a ciò che percepisco quotidianamente nelle strade. Esco e penso: anche oggi neanche un monatto. Rientro a casa e penso: anche oggi nessuno di quelli che io conosco è morto.
Sono sicuro che anche durante la Seconda Guerra Mondiale, ci sono stati giorni sereni e immacolati qui a Vetralla, dove un contadino pensava: “dai, anche oggi non ho sentito volare una bomba!” Ora io invece posso vedere i segni lasciati dalle bombe che sono volate e cadute. Nel centro storico del mio paese ci sono vecchie case senza tetto e muri che si ergono sul nulla.
Ma io al contrario di Heston, io ci penso a fuggire, sapete? Non in Canada, in Germania o in Nuova Zelanda. Il mondo è tutto uguale, destinato allo sfacelo, siamo in una pentola in ebollizione. No, io penso a un mondo migliore dentro di me, questo è il solo altrove in cui posso ricominciare da capo e battermi per qualcosa che potrei davvero cambiare. Me stesso.