Stabat Mater – Treason by the Son of Man

Sono in ritardo lo so, chiudo solo oggi la trilogia dei miei recenti ascolti funeral doom. Che poi nel funeral doom essere in ritardo significa essere in anticipo. Stabat Mater è un nome pericoloso da pronunciare. Pensate che uno split con lui (non loro, specifichiamolo) assieme al suo altro progetto (ripeto suo, non loro) Clandestine Blaze è costato un tour ai MGLA. Altro che sfiga. 

Più che di sfortuna, Mikko Aspa è famoso per tendere la mano verso destra in qualsiasi situazione. Ma non siamo qui per parlare di politica o limitrofe bazzacchere. Siamo qui per parlare di musica e il signor Aspa ne sforna di continuo. 

Ha numerosi progetti che viaggiano dal grindcore al black metal, la power electronics, il noise e metteteci persino una vivacissima etichetta discografica. Rinunciare a lui per una questione di principio, significa rinunciare a una gran fetta della scena musicale underground. 

If Jesus knew the torture 
and agonizing death that lays ahead 
the stress would have been unbearable 
enough to cause him to sweat blood. 
Yet he would approve the rise of demigods 
More powerful than him… 
Spawn of his own creed 
Spawn of his own seed 

L’anti-religiosità incontra un pensiero filosofico: in vista dell’estasi, sapremmo attraversare un martirio? 

Treason by the Son of Man pone questa domanda già nel primo pezzo By the Seed of the Son. E ammetto che all’inizio non ero molto curioso di ciò avrei ascoltato perché Stabat Mater l’ho sempre trovato un progetto piatto, insapore. Lieto invece oggi di riscoprirlo con una produzione coi fiocchi. Non eccelsa capiamoci, ma davvero buona. 

O forse ho solo io un ricordo distorto, come i cattolici della Bibbia; sempre se l’abbiano mai davvero letta. 

If there was fate, and if it was meant to be something else 
There would have been visible sparks of hope 
But wrathful divine remains indifferent and unpresent 
during this grotesque turn of events. 

I ritmi sono funerei, ma non mancano spruzzate sanguinelle di death metal, quasi al limite del blast. La voce non è di tipo cavernoso profondo, ma un growl molto classico e abbastanza comprensibile. Testi alla mano, ovvio.  

Molti rinunceranno all’ascolto visto il personaggio citato, ma peggio per chi ha bisogno di illudersi che gli artisti che ama siano tutti brave persone. La questione è sempre la stessa e non ci stanchiamo di trattarla qui nella stalla di Sdangher.

Voglio dire, ok Mikko Aspa non è un santo, anzi. E sicuramente non è neanche ‘sta gran simpatia, ma quando suona è tutto un altro discorso. Se io rinunciassi a un disco perché non condivido le ideologie dei musicisti che l’hanno realizzato, mi dovrei dare veramente al rumore puro e ascoltare i cantieri al lavoro. E pure li sicuramente qualcuno mi starebbe sul cazzo. Anzi, dovrei rinunciare specialmente ai cenoni di natale in famiglia, anche. 

Non volete supportarlo? Andate su youtube, così i soldi vanno a una società capitalista che ci riempie di pubblicità inutile ogni 5 secondi invece che a lui.