Mia madre è cresciuta raccontandomi di questo Power of the Pussy. Non lo capivo, non lo capivo perché ero una ragazzina molto nerd e grassa che cresceva in un periodo in cui Paris Hilton era sexy. Io ero timida. Ero sempre la migliore amica della ragazza carina, ero la studentessa nerd che ha una cotta per il protagonista, lo aiuta ma non gli dice cosa prova. Poi al termine delle elementari mia madre mi portò da un nutrizionista e da lì imparai ad alimentarmi in modo sano. E quando persi un po’ di chili, al liceo, un giocatore di football di cui ero innamorata, volle fare amicizia con me. Dopo qualche tempo mi ritrovai a testa in giù, nel parcheggio della scuola, a farmi sbattere da lui. Fu un gran momento per me, a parte che avevo avuto aspettative più alte in merito – Carmela Clutch
E finalmente torniamo a parlare di porno. Era un po’ che non mi veniva di occuparmene, ma alla fine mi è venuto (di occuparmene) e quindi eccoci a parlare di Carmela Clutch. Ragazza procace di Miami, anche se è nata e vissuta i primi anni della sua vita a New York (ma di quel tempo non ricorda unca). Famiglia afro-ispanica molto calorosa e affettuosa. Uno pensa che alle spalle di una diva del porno ci siano abusi e disadattamento sociale, mentre invece ecco qua una cara ragazzotta timida e sentimentale, della classe medio-bassa americana con una famiglia felice attorno.
Lei studia, riga dritto, dipinge e va a letto presto senza mai sconfinare dall’ambiente protetto in cui è cresciuta. Ha perso la verginità a diciassette anni e non l’ha trovato così impressionante, come avrete letto nell’incipit. Poi, superati i trenta e dopo aver accumulato una laurea in marketing e pubblicità e una laurea in sociologia e psicologia, a cui sono conseguite una serie di esperienze professionali più o meno gratificanti, Carmela si butta in un vortice di peni e vagine ad alto tasso venereo, trovando finalmente se stessa.
O piuttosto un’altra versione di ciò che non era ancora, tra studio, lavoro e vita sentimentale non proprio esaltante.
Carmela Clutch ha avuto anche una certa esperienza nel settore medico, non trovandolo proprio come si immaginava e ricusandolo presto, ma non prima di conseguire un’ulteriore laurea da assistente sanitario o qualcosa del genere. Siccome amava più di tutto dare gioia agli altri e viaggiare, prima ha optato per il corpo di pace e poi per il corpo e basta.
Entrando nel porno le si sono aperti scenari non previsti. Lei si vedeva a darci dentro con il suo tondissimo fondoschiena e il suo bel faccino, e invece si è ritrovata una grande richiesta da parte del pubblico feticista, il quale è andato in brodo di squirtole dopo aver capito quanto le piacessero i piedi dei suoi partner maschili.
Ce lo racconta lei con queste velate parole:
“Entrando nel porno non sapevo di essere appassionata di piedi, poi un giorno mi è capitata una scena di podo-fucking e più o meno sapevo che sarebbe stata una cosa tipi lui con il pene in mezzo alle mie piante dei miei piedi che si struscia fino a venire. A un certo punto mi ha messo alla pecorina e ha continuato a scoparmi puntandomi un piede sulla sua faccia e io sono impazzita.
WA WA WA! Mi teneva per i fianchi e ci dava dentro, poi però a un certo punto, dato che eravamo in una scena di feticismo dei piedi, lui si è preso in bocca un mio piede e con i denti mi ha graffiato le dita e grazie a questa sensazione, con mia grande sorpresa sono venuta di brutto. Mio Dio, ho schizzato tanto forte! Mi ha capovolto e mi ha scopato ancora più duro e a quel punto mi ha ammazzata di piacere! Da quel giorno, canto le sue lodi per avermi fatto appassionare a quel feticcio. Normalmente non ci pensavo neanche; mi ha decisamente trasformato e ora mi piace l’adorazione dei piedi e il feticismo con i piedi in bocca, ma attenti, ho esigenze molto particolari riguardo al tipo di piedi che desidero mettere in bocca”.
“Ma è bello perché lavorare in questo settore mi ha insegnato così tanto su me stessa, i miei confini, ciò con cui mi sento a mio agio e con cui non mi sento a mio agio. E mi ha insegnato così tanta indipendenza perché come donna istruita e, anche se ho svolto tipici lavori d’ufficio che danno prestigio, non mi sono mai sentita più apprezzata, rispettata e genuinamente protetta in quanto dipendente, come sul set per una compagnia di film porno”.
Un’altra cosa che Carmela ha capito grazie al porno è che le piace essere sottomessa durante la copula, ma vuole che l’altro lo faccia dopo aver lottato con lei. Prima, quando era una donna d’affari, credeva di amare l’uomo forte e dominatore, ma sul set ha capito che invece le piace molto più capovolgere i ruoli e che la cosa avvenga, diciamo, con una certa intermittenza.
Per quanto mi riguarda il genere in cui davvero tocca il massimo è quello in cui viene trascinata a far sesso in situazioni rocambolesche e sneaky: per esempio, a pochi metri dal marito ignaro o al fidanzato indifferente o dormiente, magari lasciandosi possedere da un amante che all’inizio nemmeno vorrebbe.
Nel mondo del porno ogni storiella, quando ce ne sono, mostra come gli istinti naturali (ammesso che scopare con i piedi di un uomo nella bocca lo sia) abbiano la meglio sulle convenzioni, sulle false promesse e sui rapporti sociali. Le mogli inappagate tradiscono, i mariti allupati cedono, i figli innamorati delle matrigne giungono al ricatto pur di averle. Queste ultime, dapprincipio renitenti per motivi morali e di costume, finiscono per cedere ai loro giovani corpi e alle lusinghevoli foie di amanti giovani, forti e fornitori di una cascata letterale di orgasmi insperati dopo i cinquanta.
Carmela Clutch come milf trascinata e forzata, è l’interprete forse più convincente, così come Sandra Torres sa impersonare la matrigna lasciva o la moglie crudele. Entrambe sono emblematiche della lussuria che irrompe sui principi e sulle convenienze, trionfando alla faccia delle assurde pretese di controllo della razza umana.
Ovviamente Carmela Clutch non è il suo vero nome.
E non è nemmeno il suo nome d’arte originale.
All’inizio doveva chiamarsi Clutch Parker, ma googlando si è accorta che venivano fuori pagine e pagine dedicate a un certo atleta, così ha optato per Clutch, termine che indica una band psych rock tra le migliori in circolazione e una borsetta per donna senza i manici. Immagino che Carmela pensasse a questa quando ha scelto di presentarsi al mondo così.
Interessante sapere che non ha una posizione preferita ma si accende moltissimo quando il o la partner riescono a piegarla in due e stantuffarla fino a levarle il fiato. La sua naturale flessibilità favorisce posizioni via via inaspettate.
Il genere di amanti che predilige in questo periodo va dal troppo giovane al troppo anziano rispetto a lei. Direi il genere di persone che nell’ambito porno vengono definite “lucky boy o lucky guy”.
Nonostante la carrozzeria di Carmela suggerisca parecchia creatività sul posteriore, a sorpresa non ha ancora concesso l’anale al dio del porno. Le piace subire un sacco di violenza ma il culo è ancora off limits per lei. Ci si sta avvicinando, dice, tuttavia.
Altra esperienza nel settore che non ha ancora interpretato è la gangbang. Anche se lei ammette di averne fatta una senza le telecamere a riprenderla.