Idiosincratico fino al midollo verso l’heavy metal, durante una fase “down” della sua vita, Michael Kiske ne è stato l’emblema più radioso, quando reinventò le regole musicali portando lo speed metal a diventare ufficialmente il power metal, traghettando negli anni 80 gli Helloween dal sottobosco tedesco alla ribalta internazionale.
Il disgusto di cui sopra è vergato nero su bianco sul suo libro autoprodotto, Kunst und Materialismus del 1996, dove dipinge un quadro spietato della società odierna nella morsa del materialismo e lamenta l’estinzione degli ideali.
Peccato che, anni dopo i ,suoi comportamenti abbiano dimostrato proprio l’esatto contrario. e ne spiegheremo il perché.
Fuoriuscito malamente dagli Helloween dopo il flop di Chamaleon, Kiske si è buttato su una carriera solista non esaltante, per cadere ancora più in basso, senza ombra di dubbio, con i Place Vendome e soprattutto con i SupaRed.
Michael Kiske, follemente innamorato di Elvis Presley, ha rinnegato il suo passato ed è venuto a più miti consigli nei decenni successivi, capendo (con la testa e con il portafoglio) che proprio l’heavy metal lo aveva reso celebre ed era l’heavy metal ciò che gli altri pretendevano da lui, e non quelle melensaggini così maldestre e insignificanti, che si ostinava a produrre, seminando fallimenti a catena.
Ripartendo dalle collaborazioni più o meno famose, tante, forse troppe, di cui almeno la metà in odore di “pagami e registriamo sta merda di canzone”, è con Avantasia prima e con Unisonic poi che Kiske ritorna in botta, fino alla reunion degli Helloween in quota “famiglia allargata”, dove seppellita l’ascia di guerra con Michael Weikath, il profumo dei verdoni ha anestetizzato tutto, financo le squillanti e gioiose trombette alla Eagle Fly Free dei nuovi pezzi.
Ma ci fu un tempo, in un eone lontanissimo, dove Michael Kiske, sedicenne biondo e avvenente
(non il pelatone odierno) amava davvero e solo con il cuore pulsante la musica dura ma non durissima. Lui amava Dio (non l’altissimo, o almeno non solo lui), Saga, Iron Maiden e sopra ogni cosa i Queensryche.
Folgorato da The Warning, in occasione di un passaggio in zona Amburgo del tour della band, Michi e l’amico di scuola Carsten Nage andarono a vederli, tornarono a casa e l’indomani formarono la loro band.
Kiske alla voce, Nage alla batteria, e poi successivamente Patric Hampe al basso, Ulrich Schulz alla chitarra e Raico Ebel alla seconda chitarra. Scelsero come nome Ill Prophecy e, toh che combinazione!, suonavano un metal raffinato e vellutato alla Queensryche.
Sala prova uno stanzone della scuola, conditio sine qua non del preside, usarla solo se alla festa di fine anno si fossero esibiti per intrattenere i compagnucci.
Detto fatto, quattro canzoni dal vivo sciorinate tra limoni adolescenziali e tutti contenti. Poco tempo dopo si presentò Limb, il manager di Helloween e Mania.
E proprio alcuni membri dei Mania (band similare ai primissimi Helloween, che subì un “furto” da Hansen e soci di un assolo) proprio loro stavano cercando un gruppo di supporto per alcuni concerti ad Amburgo e dintorni; più o meno nello stesso periodo in cui gli Ill Prophecy decidevano di registrare un demo.
L’ esibizione privata deve essere stata accolta incredibilmente bene, perché l’indomani Limb si presentò di nuovo, ma questa volta con Markus Grosskopf degli Helloween.
I due marpioni, parlottando a voce bassa, sussurravano e indicavano con il dito Michael Kiske. Poco dopo uscirono a mangiare furtivamente con Michi, e qui possiamo intuire perché.
Il resto degli Ill Prophecy pensava che Michi non volesse continuare con loro. Ma Michi li rassicurò, tanto che egli stesso aveva già prenotata uno studio per registrare il demo, che qualche settimana dopo veniva prodotto in soli due giorni. Cinque tracce, non male certamente, molto, troppo Queensryche, e due di esse You’ll Always Walk Alone e A Little Time, in una versione diversissima, sarebbero finiti nei due Keepers.
Gli entusiasmi dei ragazzi degli Ill Prophecy, speranzosi per il futuro e un radioso avvenire, si spensero in tre secondi, quando scoprirono di essere stati usati da Kiske. Lui aveva bisogno del demo per potere fare sentire la sua voce agli altri Helloween.
Tre settimane dopo aver completato il demo, Michi si unì a Grosskopf e gli altri, mentre gli Ill Prophecy capitolarono subito dopo.
Dal giocare ai Queensryche di borgata a vendere milioni di dischi, alla fine solo Kiske realizzò questo sogno, con una certa dose di cinismo e di furbo “savoir-faire”.
Al resto degli Ill Prophecy, mazziati e cornuti, uno scioglimento repentino e il ritorno ai tavoli delle birrerie di Amburgo, tra medie chiare e salsicce fumanti… ma nel loro culo. (Marco Grosso)