Salve, energumeni della domenica, qui è Padrecavallo che vi parla dal pozzo sfondato della propria solitudine. Vivere è dolore, vivere è fatica, vivere è bellissimo. Su questo non voglio discutere. Da qualche anno, diciamo circa quattro, sto cercando di conoscermi sempre di più. Non voglio dire che sto cercando di progredire, perché se no sembra che io sia diretto chissà verso quale livello superiore e invece penso che non mi muoverò granché da qui. Non esistono livelli superiori da raggiungere. Credo sia impossibile “elevarsi”. Trovo già un lavoro difficilissimo e migliorativo conoscersi.
Conoscersi e scoprire cose che non avrei voluto sapere. Quanto sono geloso? Quanto posso spingermi in là se l’invidia mi tartassa il cuore? Quanto so stare solo senza infilarmi nel primo letto a due piazze disponibile? Mi andrebbe di scoprirlo? Penso più o meno di saperlo? Dieci anni fa avrei detto di sì, ma il tempo e l’esperienza mi hanno concesso circostanze pratiche dove il me che avrebbe fatto così e cosà, si è comportato in tutt’altro modo.
Vivere relazioni è sempre stato il mio chiodo. Al tempo in cui ero vergine, solo e depressissimo, bloccato da una serie di complessi che ora non voglio riesumare, credevo che ogni mio problema si sarebbe risolto nel momento in cui fossi riuscito a liberarmi dalle paure e avessi finalmente vissuto una grande storia d’amore, provando finalmente cosa significasse sentirsi corrisposti, amati, desiderati da una ragazza desiderabile, amabile, corrispondente.
Se la mia vita faceva schifo ed ero sempre single, allora la mia vita sarebbe stata meravigliosa se avessi trovato una ragazza. Facile pensarla così, no?
Del resto le coppie mi sembravano così belle, gioiose, baci in quantità, sesso fisso, tante cose da fare, insieme…
Beh, ho trascorso gli ultimi quindici anni praticando con assiduità sesso e relazioni. Ho sofferto come un cane che soffre male. Questa cosa del soffrire come un cane va rettificata, non vi pare? Vedo ogni giorno cani che stanno benissimo. E quando soffrono spesso tacciono. Io ho pianto, mi sono lagnato, ho battuto i piedi, ho infierito su me stesso anche fisicamente, e alla fine mi sono ritrovato al punto di partenza.
Solo.
Quando mi ritrovo solo, senza una compagna, un’amante, una donna da frequentare, tutta una schiera di auto-violenze compulsive mi assediano. Cado preda con più facilità di rimuginamenti e pensieri ossessivi. Fatico il doppio a restare calmo e in armonia, quando mi trovo in posti affollati come i supermercati o le palestre. La mia mente si perde in fantasie erotiche scatenate e la mia auto-stima decresce rapidamente finché non vado a nascondermi in qualche vecchia stanza umida e piena di libri, chiacchierando da solo, compatendomi e psicanalizzandomi con quattro soldi.
E allora penso, ecco come mi riduco senza l’amore.
Ecco cosa divento se non ho una donna da amare e che mi dia il suo cuore.
Ma è un errore.
Inizio a pensarlo sul serio, questo è l’errore fottutissimo numero uno.
Scusate, ma se io non sto bene con me stesso in generale, quando non ho nessuno che mi pensa, che mi vuole e che mi cerca, come posso pensare che insieme a qualcuno sia diverso? Solo perché questa persona riesce a stare bene con me, dovrei convincermi che in fondo non sono tanto male e che quindi anche io potrei iniziare ad accettarmi?
Ma quella persona sta bene con me perché proietta una sua idea di come potrei/dovrei essere. Non mi vede davvero. Le ci vorrà tempo per riuscirci e quando questo accadrà, forse non sarà più tanto contenta di condividere il suo tempo e il suo spazio con me.
E anche io, proietto e poi via via che vedo l’altro, mi ritraggo deluso.
Insomma, credo che dovrò iniziare a considerare le relazioni in un altro modo, se non voglio più ricavarne dolore e destabilizzazione.
La vita di coppia non è una soluzione ai problemi che ho stando solo. I problemi che ho stando solo non vengono perché non sono in una coppia. Ci sono e basta. E devo risolverli da solo. Posso formare una coppia con qualcuno solo dopo aver capito come stare bene senza nessuno.
Ci riuscirò? Quanto mi ci vorrà? Niente sesso, nel mentre?
Non lo so. Quello che penso di sicuro è che avrò più tempo ed energie per scoprire come farcela. Ammesso che io sappia davvero quali siano i problemi da risolvere e quelli da coltivare.