AGONY COLUMN – LACCA, FUCILI E BANDIERE SUDISTE

Quando la follia prende il sopravvento sulla pianificazione, in fase di scrittura delle canzoni di un gruppo, possono verificarsi diverse eventualità: la band può litigare, non combinare nulla e lasciar perdere, oppure possono trovarsi equilibri interessanti che portano a scoprire nuove sonorità e far gridare al miracolo, possono nascere nuovi generi inediti o, se tutto è veramente troppo folle, possono nascere gruppi come gli Agony Column di Austin. Per descrivere la loro musica non ci sono mezzi termini:  è un metal così contaminato da punk e rock sudista da risultarne totalmente stravolto. Se non avete capito cosa intendo, e non posso darvi torto, il mix è davvero singolare, immaginate un gruppo di ragazzi che amano bere e lanciare bombolette di lacca per capelli nel fuoco sparandogli per farle esplodere. Ce li avete in mente? Bene, ora pensate che un giorno, quei ragazzi a dir poco strani, decidano di mettere su una band che faccia un gran casino, giusto per vivacizzare una scena come quella della fine degli anni ottanta in Texas. E così avete una vaga idea di chi siano gli Agony Column.

Il cantante, vero creativo del gruppo, aveva una insana dipendenza dalle amfetamine, era strafatto gran parte del tempo ma aveva un talento genuino e una voce potente e grezza. A parte il difetto di dormire fino a tardi e il piccolo particolare di portarsi dietro una psicosi da amfe che lo faceva credere di essere Gesù, Devil Chicken, al secolo Richie Turner, rappresentava il vero pilastro portante della band, il che spiega molte cose, non credete?

Il chitarrista Batlord, Stuart Lawrence, che decise di chiamarsi così dopo aver acquistato un album dei Bathory convinto che si chiamassero proprio Batlord, si definiva un amante della chitarra speed metal, e nel tempo libero buttava lacca nel fuoco e gli sparava per vedere la palla di fuoco, hellyeaaaaaaah!

Il batterista, Red Wing Viper, dal nome degli stivali antivipera che portava sempre, ma al secolo scorso e nuovo, Charlie Brownell, era un fanatico delle armi che aveva militato in gruppi punk e rockabilly. Lui era quello che usciva più spesso con Batlord, principalmente per ubriacarsi ascoltando gli Slayer, poi prendendo delle bombolette di lacca eccetera eccetera…

E infine il giovanissimo bassista Pawl “Crow” Willis, appena diciottenne, che definivano tutti un bugiardo cronico, il quale millantava concerti fatti in Giappone e cose simili. Egli era un fanatico delle moto e beveva birra “come un cavallo”, ebbe a dire Batlord, in una spassosa intervista a Saiten Kult, sito tedesco che tratta di metallo e affini.

Crow fu sostituito nell’ultimo periodo degli Agony Column da Billy Chainsaw, un buttafuori e culturista che lavorava in un locale di strip chiamato The Crazy Ladies. Perché sin dall’infanzia lo chiamassero motosega e come lo abbiano trovato i nostri eroi, non ci è dato sapere, ma va da sé che era perfetto per la band.

 

Sulla nascita degli Agony Column, Batlord ha detto:

“Ho incontrato Ritchie durante il lavoro che avevo all’epoca. Entrambi abbiamo arrotolato l’impasto della pizza presso la pizzeria del signor Gatti e abbiamo scoperto rapidamente di avere le stesse preferenze. Abbiamo trascorso tutto il nostro tempo in una stanza non più grande di un gabinetto, a stendere la pasta e ad ascoltare musica. Inoltre, abbiamo sognato la vita da rock star. Ritchie cantava in una band new wave che all’epoca suonava come The Cars. Ad ogni modo, abbiamo formato una band, aggiunto Crow e Charlie e sono nati gli Agony Column. All’inizio suonavamo molto doom. Chiamavamo il nostro stile “new wave doom”. La gente si addormentava ascoltando la musica, non scherzo. E così abbiamo scritto una canzone veloce: “Walk From The Grave”, che suonava molto rockabilly. Quando l’abbiamo suonata per la prima volta, le persone impazzirono e noi saltavamo come matti. Ci piaceva più che far addormentare le persone. E così buttammo via le nostre vecchie canzoni e scrivemmo roba veloce e pesante. E più veloci andavamo, più persone venivano agli spettacoli. È così che è iniziato tutto”.

Sul modo in cui la band mescolò tutto in un sound unico e bizzarro, con la voce delirante di Ges… scusate, di Devil Chicken (il cui nome pare sia dovuto ad un compagno di riabilitazione di Richie. Questi lo definì come uno che pareva un “pollo del demonio che avesse battuto la faccia contro un muro”). Dicevo il sound era dovuto al fatto che il gruppo che realizzava le proprie canzoni immaginandole come se fossero “un tipo tossico che gioca a biglie con sé stesso e da cui quindi ci si può aspettare di tutto”.

“Con “66 Six Guns For Satan”, “Cars, Sex & Violence” dice Batlord, “e canzoni non metal come “Black Jack” o “Bag Of Bones” non c’è da meravigliarsi se abbiamo confuso le persone. È anche interessante che “Black Jack” abbia mandato in estasi la gente ad Austin mentre noi ci siamo fatti prendere a calci in culo per la stessa canzone in Florida!”

Gli Agony Column arrivarono ad un contratto con una label chiamata Passport Records, che fallì mentre loro incidevano il loro primo album Gods, Guns And Guts, lasciandoli senza un fottuto dollaro.

Meno male che furono notati dalla Big Chiefs Records di New York, che pagò i debiti residui della registrazione e fece uscire il disco. Io li conobbi nel ’91, quando uscì il loro fantastico secondo lavoro Brave Words and Bloody Knuckles, pubblicato per Metal Blade, quindi meglio distribuito del predecessore e che conteneva, tanto per dire, una cover dei Mountain rifatta in stile metal punk!

Non vi parlerò dei tour dei ragazzi texani, si rasenta il delirio. Sarebbe troppo facile. Un tripudio di bandiere rebel flags e confederate sul palco, giusto per far sapere da dove venivano, condito da esibizioni potenti come esplosioni (vedi la lacca e i fucili di cui sopra).

Nel ’96 uscì il loro ultimo lavoro, Way Back in the Woods per la tedesca Koch Records, che ristampò anche i primi due dischi con copertine originali e grafiche interne rielaborate. Al proposito, come dimenticare la foto in cui Richie compare col resto della band in colbacco e con baffetti alla Hitler).

Dice Batlord al riguardo: “Uno dei ragazzi di Koch è venuto ad Austin, ha guardato la band in sala prove e ci ha subito fatto un’offerta. Anche per una riedizione dei primi due album. Ovviamente ci siamo messi d’accordo subito, eravamo senza etichetta. Hanno inviato i soldi allora, abbiamo registrato l’album e non li abbiamo più sentiti. È stato super strano. Pensavamo che non gli piacesse il disco e avessero rinunciato”.

Way Back in the Woods è un lavoro diverso dai predecessori, più serio e più cupo. I testi di Richie riflettono i momenti terribili che passò in quegli anni, la morte della sua ragazza, la prigione…

Purtroppo l’interesse per le droghe di Richie non fece che aumentare fino a portarlo oltre la soglia della sopportazione da parte degli altri, i quali decisero che senza di lui non potevano continuare ma con lui nemmeno.

E si sciolsero nel ’97. Per il precisino che puntualizza sempre tutto, si dico a te, è vero che suonarono live nel 2000 all’EMO di Austin, ma si trattava di una rimpatriata in quella occasione speciale. È altrettanto vero che ci sono in giro voci di una reunion definitiva del gruppo, ma sono solo voci per ora, anche se io, in cuor mio, mi auguro abbiano un fondamento di verità.

Richie si è (dicono) disintossicato e da quanto ne so è vivo e sta bene, quindi sperare potrebbe anche essere lecito, vado a vedere a che punto sta la produzione di moonshine dei cugini. Ah, stavo per scordarmi le bombolette di lacca e il Winchester!