Dopo aver fatto una lunga vacanza da se stesso, causando disperazione e scismi tra il pubblico affezionato, David Cronenberg torna nei territori più intimi e tipici della propria autorialità. Siamo dalle parti di Videodrome, EXistenZ, Il pasto nudo, Crash e Inseparabili, solo per dire i richiami più evidenti alle tappe del cammino creativo più glorioso. E fortunatamente il film non delude, ma spicca su un piattume creativo generale sempre più desolante. Chi oggi potrebbe permettersi di fare un film come questo e ricevere rispetto e ammirazione? Provate a dirmi tre nomi e non arriverete a due. Vi verrà in mente solo lui, Cronenberg. Il solo che possa permettersi Crimes Of The Future, e questo perché si è guadagnato fino in fondo negli anni una licenza di portarci dove gli pare, a colpi di visioni audaci, rischiose e dalle molteplici, frustranti interpretazioni.
Crimes Of The Future è assurdo, pazzesco, ma non è una provocazione fine a se stessa. Fidatevi e vi condurrà dove non arrivereste mai da soli.
Esatto, oltre che per la prova di coraggio, la grandezza di questa roba è che vi disegna un mondo inammissibile e vi permette di esplorarlo e sentirvici vivi. Ed è questa la funzione primaria di un artista. Ho citato Il pasto nudo e Crash. Burroughs e Ballard. Il primo descriveva un altrove, l’Interzona, in cui succedevano cose inammissibili per l’anatomia, la narratologia e la morale umana; il secondo ideava un nuovo, imprevedibile modo di concepire l’erotismo e il sesso. Crimes Of The Future è una fusione tra questi due traguardi immaginativi. C’è l’Interzona di Cronenberg, chiamata Nuova Carne e c’è il Nuovo Sesso.
A differenza però di Burroghs, la cui mente era guidata da sostanziosi aiuti chimici e di Ballard, incoraggiato e stimolato da un contesto culturale violentemente aperto come un famelico fiore in cerca di novelle epopee, Cronenberg uno, non fa uso di droghe e non ne ha mai fatto; il suo stupefacente è sempre stato il Cinema. E due, Crimes Off The Future spunta in mezzo al nulla di nulla della cultura-social-streaming-compra la farina, domani si vedrà.
Cronenberg ha dato ancora una volta l’esempio di cosa dovrebbe fare un vero artista, riallacciandosi al concetto espresso da Bill Lee su Il pasto nudo: è un inviato capace di vedere, di avvistare tra le pieghe del reale, qualcosa che l’umanità con il suo sguardo mediocre e impigrito da una buona educazione e un sistema neuro-chimico molto efficiente, non saprebbe mai vedere. Gli artisti sono reporter inviati dall’Interzona. Il loro dovere è tornare vivi e riferire ai non artisti, traducendo in modo semplificato e ammissibile, cosa hanno visto, così da farlo vedere anche ai loro fratelli più fortunati (o sfortunati, dipende da molte cose).
In fondo il vero torto che davamo al regista canadese davanti a film come History Of Violence, La promessa dell’assassino o A Dangerous Method, lavori ottimi e in fondo anch’essi vagamente autoriali, era che quei film avrebbe potuto realizzarli chiunque. Crimes Of The Future, così come Videodrome, eXistenZ o persino la versione filmica de Il pasto nudo, solo Cronenberg e basta poteva concepirli e renderli veri. Crimes Of The Future è Cronenberg in tutto e per tutto. E dopo averlo visto e rivisto, avremo un nuovo terreno su cui riflettere e coltivare previsioni evolutive che riguardano il nostro corpo mondo e il nostro mondo corpo.
Di cosa parla Crimes Of The Future? Di un nostro futuro possibile. Un futuro un po’ strano, almeno per come ci viene mostrato. Rispetto alle solite modalità con cui il Cinema, da cento anni ci presenta una storia ambientata in avanti nel tempo, si deraglia parecchio. Non ci sono paesaggi asettici dominati dalla tecnologia più spinta, macchine volanti e quelle cose lì.
Gli oggetti futuristici sembrano vecchi elettrodomestici rotti, gli uffici dai nomi avveneristici tipo “Registro dei nuovi organi” sanno di urbanistica pestilenziale. I graffiti sui muri sono normali graffiti, i lampioni sono normali e dimessi lampioni. I vestiti sono come i nostri più insulsi vestiti. Le strade, le case sono polverose e non c’è computer, niente cellulari, ci sono mobili demodé, musica elettronica degli anni 90 nei locali, videocamere come non se ne vedono più da dieci anni buoni e giacigli miseri buttati in terra al posto dei letti.
Non è un caso che le riprese siano state fatte in Grecia, ormai culo della civiltà, parafrasando sempre il sistema economico, che tutto pregna e tutto rugna. Sfatto, corroso, decadente e non vissuto magari virtualmente, con i cervelli ficcati in qualche groviglio di fili. Non c’è una seconda vista. In un film ambientato nel futuro, Crimes è visivamente l’esatto contrario del futurismo. Tutto è lento, aleggia un senso di morte e di fragilità.
Anche il conflitto, spina dorsale della trama, è il consueto salotto politico di ogni tempo: conflitto tra ordine e caos, vecchio potere e nuovo potere. Cambiamento e Reazione al cambiamento.
Ma siamo nel futuro e ci sono indizi notevoli a riguardo. Mangiano tutti delle strane zuppe vegetali, non c’è nessuno che si ciba di qualcosa di solido. Per prima cosa non si parla quasi più del dolore fisico. Con esso sembrano sparite anche le infezioni, al punto che nessuno si lava più le mani e gli interventi chirurgici vengono fatti nei pub, senza alcuna misura igienica.
Sulla scomparsa del dolore c’entra qualcosa anche la multinazionale LifeFormWire, che produce mobili organici capaci di offrire ai corpi dei propri clienti il più assoluto conforto fisico durante il sonno (OrchidBed) e durante il pranzo (la sedia BreakFaster) per non parlare del Sark, un sarcofago super-modellato che rende confortevoli le autopsie e gli interventi chirurgici. Inutile che ve li descriva io, dovete vederli.
Ma il dolore e il suo definitivo contraccettivo, il painkiller, è solo un indizio dell’evoluzione umana nel mondo raccontato da Cronenberg.
Crescono strani organi dentro i corpi umani, ok? Non se ne capisce l’utilità ma le grandi potenze mondiali hanno iniziato a temere queste mutazioni, anche perché la gente nega o tace di avere in corpo nuove risolutezze carnali. Le autorità temono che possa non trattarsi di banali tumori, bensì di altro.
Che succede? si chiede il potere, dove sta andando il corpo di questi uomini? Dove li porta? Potremo controllarli anche alla fine della via che il loro sistema organico produce?
Nel mentre c’è chi questi organi li mostra, anzi, ne fa una performance artistica. Saul Tenser e la sua compagna Caprice. Lui è interpretato da Viggo Mortensen (in versione Ed Harris) che però, più lo si guarda e più fa pensare aanche a Cronenberg stesso, intendo proprio nella fisicità emaciata e grigia. Caprice è una francesina sexy dall’aria un po’ stronza. Léa Seidoux, vi scrivo il nome ma non mi dice nulla.
Il messaggio di Saul e Caprice è di non nascondere i nuovi organi ma offrirli al mondo, magari decorandoli con un tatuaggio. C’è chi grida al genio e ne trae un rinfrancante messaggio spirituale e chi invece nega l’artisticità delle cose combinate dai due. Il potere sembra preoccupato ma li lascia fare. Nonostante l’apparenza clandestina, nella burocrazia c’è chi ammira molto Saul Tenser e il suo operato. Come mai?
Un personaggio di nome Lang Dotrice (Scott Speedman) ha la risposta. Saul non è un ribelle ma un reazionario. Non accetta se stesso nel cambiamento e lo impedisce. Non va dove vuole il corpo, ma ne estirpa i messaggi (organi) con la scusa che potrebbero ucciderlo. Non a caso, Saul collabora con il reparto investigativo New Vice, dedicato alla scoperta e la soppressione di qualsiasi ribellista culturale.
E l’associazione più pericolosa di tutte è proprio quella dei Mangiatori di plastica di Lang, i quali hanno prima reso possibile chirurgicamente l’ingestione e il nutrimento attraverso ciò che di più abbondante e invasivo abbiamo nel mondo, la plastica appunto, e ora avrebbero un messaggio assolutamente rivoluzionario e pericolosissimo da dare al mondo stesso, sfruttando la fama e l’autorevolezza pseudo-terrorista di Tenser. Per riuscirci vogliono usare quella e un bambino morto, ucciso dalla propria madre perché incapace di accettarne la speciale capacità digestiva.
Ne avete abbastanza? Io mi sono arreso al pompino intestinale, è il limite massimo che potessi raggiungere.
Ho ammirato Kristen Stewart nel ruolo sofferto e misterioso di Timlin, l’addetta al registro organi. Sì, è quella di Twilight e dopo Robert Pattinson arriva anche lei nel nido di Cronenberg, forse per coincidenza o invidia.
Crimes Of The Future è una benedizione. Una riflessione totale su arte, politica, scienza, filosofia, morte, sessualità di un uomo che sta per compiere ottant’anni. Sono grato a lui di questo dono (come lo chiama la mia cara amica Chiara Pani) e mi vergogno per le inutili generazioni emergenti di reporter che invece di andare nell’Interzona, vanno nell’Intersola.